Marc Marquez ha vinto la sua scommessa. Un anno fa aveva deciso di abbandonare la Honda per rimettersi in gioco in una squadra satellite, il team Gresini, e oggi può dire di avere fatto la scelta giusta. Il GP di Barcellona sarà il suo ultimo fine settimana in azzurro, prima di passare al rosso della Ducati.
“Ieri sera abbiamo fatto una cena molto emozionante - racconta Marc - In un solo anno, Gresini è diventato un team super importante nella mia carriera. Ho trovato l’atmosfera perfetta per rinascere, come hanno scritto sui social, per sentirmi nuovamente competitivo, una famiglia, con mio fratello al mio fianco. Il migliore modo per ringraziarli sarà di fare un bel fine settimana in questo ultimo GP e provare a finire nel migliore dei modi. Come ho detto loro ieri sera, mai dire mai, non si sa mai cosa potrà succedere in futuro perché è una squadra molto professionale con cui puoi ottenere quello che vuoi”.
Cosa ha significato per te questo 2024?
“Era un anno che non avevo mai avuto in tutta la mia carriera e spero di non averlo nuovamente, ma può succedere. È stato un anno in cui trovare delle risposte perché avevo tante domande nella mia testa, la principale era se fossi ancora abbastanza competitivo per stare in MotoGP. Lo sono, ma logicamente sarà impossibile potere dominare il campionato come ho fatto nel 2019 perché gli anni passano per tutti. Però cercherò di mantenere un livello alto”.
Tutti si aspettano che vincerai…
“C’è gente che lo diceva anche quest’anno, il prossimo vedremo. So che avrò una moto vincente e una squadra vincente, ma non devo dimostrare nulla se non di essere competitivo. Logicamente punterò al titolo, perché in un team ufficiale si deve farlo”.
Com’è, invece, essere in una squadra privata?
“Essere in un team satellite mi ha ricordato cos’è la passione per le moto. In Honda avevo i miei amici, delle ottime relazioni personali, ma in una squadra ufficiale è tutto un po’ più serio. In Gresini è tutto più famigliare e mi ha ricordato un po’, anche se con le dovute differenze, quando ero in Moto2. Qui puoi parlare direttamente con il boss, con Nadia, con chi prende le decisioni. La cosa più importante è che hanno una buona moto e questo ti permette di ottenere grandi risultati, come ho fatto io quest’anno e altri piloti prima di me in passato”.
Senna aveva promesso di correre la sua ultima stagione con Minardi, potresti fare lo stesso con Gresini?
“Non so rispondere perché un anno fa pensavo di ritirarmi e ora non mi passa nemmeno per la testa. Non so cosa succederà nel futuro, ma ho imparato che devi sempre tenere una porta aperta”.
C’è in ballo il 3° posto in campionato, quanto ti interessa?
“Credetemi, ma non ha nessuna importanza. Non ho nemmeno nessun bonus, magari Enea sì (ride). Chi si ricorda chi è arrivato 3° nel 2022? O nel 2015? Ero io, ma nessuno se lo ricorda (ride). Un 3° posto non mi cambia la vita, gli obiettivi che ho raggiunto in questa stagione lo hanno fatto. Nelle ultime gare mi sono accorto di avere la velocità e ho deciso di prendermi più rischi per vedere cosa sarebbe successo, ma ho esagerato e sono caduto in due gare di fila. È più importante per il team che per me finire bene l’anno, perché ho già raggiunto gli obiettivi che mi ero fissato”.
Chi vincerà il Mondiale?
“Dico Martin perché è la scommessa più sicura, ma in MotoGP può succedere di tutto. Per me Jorge lo può solo perdere e Pecco solo vincere. Martin può fare diverse strategie, Bagnaia solo una”.
Che pilota è Bagnaia?
“Ho letto di persone che lo mettono in discussione, ma un pilota che vince due titoli di fila non è un buon campione, ma un campione incredibile. Già non tutti possono vincere un Mondiale in MotoGP, bisogna avere talento, ma possono rimanere dei dubbi. Quando però ne vinci due di seguito e ti giochi il terzo all’ultima gara, significa che sei un gran campione. Il prossimo anno cercherò di imparare da lui perché conosce bene la moto e la squadra, sarà il mio riferimento”.
Alcuni dicono non sia un personaggio.
“Un campione si costruisce in pista, al di fuori ognuno ha la sua personalità, che può piacere ad alcuni e altri no, vale per me come per Pecco. Quando sei veloce e vinci, allora hai il potere di fare quello che vuoi”.
Lui e Martin sono stati un passo davanti a tutti quest’anno.
“Quando qualcuno è più veloce di te, questo di motiva per raggiungere il suo livello. Mi ricordo che mi chiedevate a Le Mans, al Mugello, qui a Barcellona, se fossi in lotta per il titolo e vi rispondevo che mi sarebbe piaciuto dire di sì, ma la realtà era no. Perché vedevo la loro velocità, qui ero arrivato 3°, ma a 10 secondi da loro. Quando sei veloce puoi fare strategia, se non lo sei, puoi essere il più intelligente di tutti, ma il piano non funzionerà. Vedremo se il prossimo anno potrò essere più vicino al livello di Pecco”.
Pensi già ai test di martedì?
“Passare in un team ufficiale è sempre positivo. La responsabilità non cambia per me, proverò a gestire tutto nel migliore dei modi. Martedì sarà un giorno di test, ma l’inizio vero sarà a febbraio”.