Non poteva non esserci anche Michele Pirro allo stand Ducati all’EICMA. Sbarcato a Milano prima di recarsi a Barcellona per l’ultimo appuntamento stagionale della MotoGP, il collaudatore della Casa di Borgo Panigale ha approfittato della cornice offerta dalla fiera per incontrare tifosi e appassionati. Ma anche per salire sul palco e presentare il nuovo trofeo organizzato da Garage 51 con il supporto di Ducati e FMI.
“Sono andato in Spagna, poi a Vallelunga e poi sono venuto a Milano. La prossima settimana vado a fare un giro a Barcellona per la finale del Mondiale. Chi vincerà? Una Ducati e questo è già un gran traguardo. Sono contento che abbiamo dimostrato ancora una volta la bontà del progetto MotoGP ed essere parte di questa famiglia da tanti anni è motivo d’orgoglio”, ha affermato Michele.
Parlando di Ducati, oggi ci hai sorpresi tutti presentando la nuova V4 Elite Cup.
“Ducati tornerà ai trofei dopo un po’ di anni, con questa competizione solo per piloti amatoriali. Si terrà nel contesto del Campionato Italiano, che è il più importante a livello nazionale. Quindi, devo ringraziare Ducati e la Federazione, perché insieme abbiamo prodotto un format votato soprattutto alla sicurezza. Con partenza lanciata e che permetta di capire che un amatore si può divertire con le moto di serie Ducati, pensando solo a guidare. Questo è l’obiettivo del format, che credo possa essere un punto d’inizio per quanto riguarda il motociclismo amatoriale e la community dei ducatisti, che non dovrà più aspettare soltanto il WDW per stare insieme”.
Hai studiato tu questa idea?
“Si tratta un po’ di quello che abbiamo cominciato a fare al Garage 51. Ma questa è soltanto la base da cui partire. Ducati in questi anni ha dimostrato di avere delle moto performanti a tutti i livelli, quindi ci stiamo preparando per entrare a breve con qualcosa dedicato ai giovani. Perché è anche su questo che vogliamo puntare per il futuro: abbiamo cominciato con la scuola per i meccanici, ma vorremmo creare anche qualcosa come ha fatto KTM con la Rookies Cup. Le nuove moto, come la V2, si prestano con performance di livello”.
Che Ducati vedremo a Barcellona per il 2025?
“Come abbiamo fatto in questi anni, farete fatica a vedere e a notare l’evoluzione. Però, come tutti gli anni, si prova a migliorare e credo che anche la moto 2025 sia un ulteriore passo avanti. E gli ultimi test lo hanno confermato. Non ci sono rivoluzioni ma dei piccoli miglioramenti, che andranno confermati anche sulle altre piste. Visto che per il momento abbiamo girato solo a Jerez e a Misano. Barcellona sarà un banco di prova molto importante, anche perché poi avremo due mesi in inverno per prepararci per Sepang. Quest’anno c’è veramente poco tempo, perché poi c’è subito la prima gara”.
Tra la moto di quest’anno e la GP25 ci sarà un salto netto come quello tra la GP23 e la GP24?
“L’idea è sempre quella, perché significherebbe che abbiamo trovato qualcosa. Però non è facile e sarebbe già positivo fare un passo avanti come quello tra la GP22 e la GP23, che ci permetta di essere sempre competitivi. Penso che ciò che fa la differenza sia essere competitivi in tutte le 20 gare e non soltanto in alcune. Quest’anno la GP24 ha dimostrato di essere competitiva in tutte le fasi. Cosa che tra la GP22 e la GP23 magari non era successa. Non è scontato e non è facile trovare quel mezzo decimo per migliorare una moto che va veramente bene. Però ci stiamo lavorando e non vediamo l’ora che Pecco e Marc la provino. Sono curioso di provarla anch’io su una pista dove il grip solitamente è poco, come Barcellona”.
Come definiresti questa nuova moto?
“Il termine giusto, quando arriverà la nuova aerodinamica, secondo me è più incazzosa. È ancora più corsaiola, perché abbiamo sistemato alcune cose per Pecco. Quindi, potrebbe avere delle caratteristiche che vanno nella direzione di staccatori come Bagnaia e Marquez”.
Marc come lo vedi in questo primo test in cui passerà dalla GP23 alla GP25?
“Con calma. Ha anche la GP24. Le proverà entrambe. Io mi aspetto che salga e dica: ‘ok, è tutto un po’ meglio’. Non che vada mezzo secondo o otto decimi più forte. Non mi aspetto rivoluzioni o cose particolari”.
Parlando invece della Panigale V4, servirà un grosso contributo da parte tua per riuscire a battere Toprak.
“Su questo tema c’è da dire che Ducati ha una strategia, per cui servirà un processo che è iniziato con la nuova moto con il forcellone bibraccio. È piaciuta a tutti i piloti e funziona veramente molto bene. Come ha dimostrato anche la comparativa che abbiamo svolto a Vallelunga. Ci vuole un anno di pazienza e i nostri piloti dovranno metterci del loro perché sappiamo che è un progetto che è arrivato a livello di sviluppo. Questo non significa che stiamo fermi, ci sono delle idee, ma è anche vero che le risorse servono per un progetto futuro e a marzo faremo i primi test con la nuova SBK 2026. Credo che quello sia il vero cambiamento. Speriamo che Toprak non faccia il Toprak di quest’anno e che Bulega faccia un po’ di più”.
Tu però hai un ruolo importante anche sotto aspetto.
“Il problema è che la coperta è corta. In MotoGP verranno congelati i motori dall’anno prossimo, mentre in SBK non succederà. Però devi decidere se investire sullo sviluppo di una moto che dall’anno prossimo non ci sarà più. Poi c’è da dire che siamo arrivati al 2° e 3° posto, quindi saremmo stati protagonisti senza Toprak. Fa parte dei progetti e delle ere e quella del V4 monobraccio è alla fine. Però, ho fiducia nel fatto che Bulega, con un po’ di esperienza in più, possa essere della partita. Poi ci sono Iannone, Petrucci, Bautista… È chiaro però che Toprak è Toprak. È un grandissimo pilota e vedremo come andrà”.