Fino allo scorso settembre il futuro di Jack Miller pareva segnato, poi la chiamata di Paolo Campinoti per imbarcarsi nella nuova avventura Prima Pramac non più targata Ducati ma Yamaha lo ha salvato da un 2025 sul divano nel ruolo di semplice spettatore. Legato al team dal 2018 al 2020, l’australiano è dunque tornato a casa e con una ragione in più per rallegrarsi, quella di poter salire in sella alla M1 utilizzata in passato dai suoi beniamini.
“E’ fantastico avere l’opportunità di lavorare con un marchio così storico e prestigioso e poter aiutare. In Giappone stanno spingendo tantissimo per provare a ripetere quanto fatto tempo fa. Personalmente ho desiderato correre su questa moto sin da quando ho fatto il salto nella top class – ha confessato a TNT Sport – All’epoca seguivo i ragazzi del team Tech3, oltre che Jorge Lorenzo e Valentino Rossi e pensavo che doveva essere una bella moto da guidare, quindi sono entusiasta di poterlo fare”.
Ancora per qualche giorno il 29enne sarà un uomo KTM e l’obiettivo per il brevissimo termine è chiaro: “Sarebbe bello salire due volte sul podio al Montmelo. Al Sachsenring ce l’ho fatta nella Sprint Race ed è stato molto bello, ma mi sarebbe piaciuto andarci più spesso ed essermi messo più di frequente in evidenza. Come detto, però, restano ancora delle opportunità quest’anno e incrociamo le dita che si riesca a concludere bene”.
E guardando al prossimo campionato anche un ex di lusso come Neil Hodgson, oggi commentatore per l’emittente tv, ha promosso la scelta di Miller a dispetto di una forma ancora non ottimale della squadra del Diapason.
“Penso che la collaborazione funzionerà bene, perché Yamaha è in una fase di sviluppo specialmente per quanto concerne il motore V4 e lui ha molta esperienza alle spalle con questo genere di propulsore tra Honda, Ducati e KTM, a differenza di Fabio Quartararo che finora ha utilizzato solamente il quattro cilindri in linea”, ha affermato il britannico.