Danilo Petrucci non sta fermo un attimo! Rientrato dalla Cina, il pilota di Terni ha fatto tappa all’EICMA. Lo abbiamo intercettato allo stand di Airoh, per una chiacchierata in cui Petrux non ci ha parlato soltanto delle novità portate a Milano dall’azienda produttrice di caschi. Ma anche del suo 2024 da montagne russe, degli obiettivi per il prossimo anno e della possibilità di tornare a gennaio alla Dakar, per gareggiare con quattro ruote.
“Quest’anno ho corso con l’Airoh GP 800 omologato FIM e devo dire che per le mie dimensioni e per quanto sudo sono stato un buon tester - ha affermato - Ci ho corso anche sotto l’acqua, usandolo anche sabato scorso a Shanghai con un tifone e funziona! Quanto ai sistemi di comunicazione, secondo me sono molto importanti anche nell’utilizzo fuoristrada, con gli amici e le moto da enduro”.
Hai corso anche a Shanghai con la Ducati Riding Experiences… Ti sei divertito quest’anno!
“Mi piace andare in moto. Anche se devo fare tante ore in aereo, quando c’è la possibilità di farlo, soprattutto su una pista bella come Shanghai, con una Ducati, è difficile dire di no”.
Ti è rimasto un po’ di amaro in bocca per aver chiuso quinto in campionato, dopo essere stato in lotta per il terzo posto?
“Mi ero avvicinato molto a Bautista dopo Cremona. Lui ad Aragon era stato molto forte e già lì avevo un po’ perso contatto e poi ad Estoril sono caduto in Gara 1. Le ultime due sono state difficili, però stiamo lavorando per risolvere quei limiti che non ci hanno permesso di lottare sempre per il podio”.
La tripletta a Cremona è stata un po’ l’immagine simbolo di quest’anno.
“Sì, è stata il culmine delle gare a Magny-Cours, dove eravamo stati sempre sul podio, e a Portimao, dove ce la siamo giocata con Toprak in Gara 1 e in Superpole Race. Quella è stata una parte di stagione molto veloce, abbiamo lottato per stare davanti in un campionato del Mondo, facendo oltre 60/70 giri in testa, e questa è una cosa importante”.
Forse è andata anche al di là di quelle che erano le aspettative.
“Sì. Uno pensa sempre di fare il meglio, ma è complicato migliorarsi sempre e sarà importante riuscire a farlo anche l’anno prossimo. Però nel periodo del mio infortunio c’erano sicuramente molti dubbi sulle condizioni in cui sarei rientrato”.
C’è anche un bel messaggio di vita in tutto quello che hai fatto quest’anno.
“È stato molto bello vedere tanto affetto dalle persone. Non mi aspettavo di rientrare a Misano, in Italia, e poi vincere a Cremona. È stato veramente emozionante, soprattutto dopo un grave infortunio. Non sapevo come sarei tornato in moto, per via delle fratture alla clavicola e alla scapola. Abbiamo lavorato molto, soprattutto con la testa, e ho cercato di prendere tutto ciò di buono che avevo, perché me la sono vista brutta”.
Al di là della vittoria, uno dei tuoi obiettivi per quest’anno era quello di puntare alla moto ufficiale di Bautista. Ti resta il rimpianto?
“Magari c’è ancora tempo. Più che altro, per salire sulla moto di Alvaro sarei dovuto andar più forte di lui. Mentre quando si trattava di prendere questa scelta, era Bautista ad andare più forte. Poi ci sono state delle gare in cui io sono andato più veloce, però penso sia stato giusto da parte di Ducati tenere un pilota che gli ha permesso di vincere negli ultimi anni e la volontà di Alvaro era quella di continuare. Se voglio quella moto dovrò almeno arrivargli davanti l’anno prossimo. Sarà difficile riconfermarsi su questi livelli, ma l’obiettivo sarà di fare un po’ meglio”.
L’ambizione è quella di prenderti quella moto nel 2026?
“No, l’ambizione è giocarsela sempre per stare tra i primi tre. Quest’anno sono stato vicino a chiudere tra i primi tre posti e poi sono arrivato quinto. Non sono stato all’altezza nelle ultime due gare, non stato abbastanza veloce. Riuscirci sarebbe già un grosso miglioramento. Poi, parlare a fine stagione è molto difficile: Toprak e Bulega sono andati veramente veloce quest’anno”.
Come hai visto Iannone a Sepang?
“Come al solito, molto veloce. Chi si aspettava che potesse fare di più non capisce tanto di moto, perché è come prendere in mano una multinazionale senza conoscere alcun dipendente: è impossibile da fare. Io l’ho fatto due volte. Una con la Suzuki, e non so da quanti anni non guidavo una moto con un quattro cilindri in linea, e poi l’anno scorso, quando sono salito sulla moto di Bastianini. Ero stato abbastanza veloce ed ero andato a punti, ma pensare di fare meglio dei piloti titolari è impossibile. Quelle sono moto che assomigliano a delle moto, ma vanno guidate diversamente. Andrea è stato veloce sul giro singolo, ma sulla distanza di gara devi essere molto preparato e guidare la MotoGP da inizio stagione. Altrimenti poi vedi qualunque cosa che ti attraversa la pista. Sepang è la gara peggiore che ti può capitare. Era una missione ai limiti del possibile”.
A te sarebbe piaciuto correre al posto suo?
“Come dicevo, mi è capitato due volte negli ultimi due anni ed è tutto bello fino a che non devi salire effettivamente in moto. È molto più difficile che fare una gara di Superbike. Però, se chiedi a un pilota se vuole guidare una MotoGP, ti risponde sempre di sì. Per quanto saprai che soffrirai, e lotterai per fare ultimo, è un’emozione che ripaga tutta la fatica che fai per correre”.
Tu nei test Malesia sembravi pronto per raggiungere il paradiso prima ancora di cominciare.
“Sudando tantissimo, ho sempre sofferto le gare calde e ce ne sono state poche che ho fatto veramente bene. Sepang se non sei perfettamente allenato, o se lo sei ma non hai la moto a postissimo, ti fa vedere il peggio. Un anno, ho perso 5kg di liquidi nell’ora e poco più in cui avevo addosso la tuta. Ti sfianca”.
Adesso dovrai passare dalla pista… ai parcheggi, per prepararti per ciò che ti attende questo inverno.
“Eh, sì. Devo fare la patente, ma non posso dire altro perché non voglio portarmi sfiga: devo fare degli esami e prendere una licenza (sorride). I tempi sono stretti. Dopo EICMA starò qualche giorno a casa, per staccare la testa. Poi mi aspetta un inverno abbastanza pieno”.