Casey Stoner è ad Eicma per correre la Champions Charity Race, un evento più unico che raro tenendo conto del calibro del pilota, ma anche della sua natura.
Il fuoriclasse australiamo, amato dai Ducatisti, non ama essere sotto la luce dei riflettori, ed ancora meno essere coinvolto in avveimenti con i media. Ad intercedere a favore della sua partecipazione è stata Adriana, la moglie. Stoner ha fatto dapprima un blitz a Lombardore per allenarsi con una Beta 350, a due tempi, poi è volato a Andorra a trovare il suo fraterno amico Chaz Davies, con cui ha condiviso la prima giovinezza agonistica, poi si è incontrato con il suo ex team manager e mentore Livio Suppo, a Torino, con cui è andato in pizzeria. Casey è così, puro e duro ed è stato un piacere rivederlo ed abbracciarlo, con la sottile tristezza di aver goduto delle sue imprese per troppo poco tempo.
Ma ora è felice, anche se non più interessato alla MotoGP come un tempo, perché l'evoluzione del nostro sport non gli piace. Giova ricordare che è stata la Nolan a portarlo in Italia ed aggiungere che Casey non considera la fabbrica italiana di caschi come uno sponsor, ma come la sua famiglia allargata. Non molti sanno che Stoner ha rifiutato tante offerte da marchi rivali. E non ha mai discusso la sua sponsorizzazione, limitandosi a mettere la sua firma sui contratti. Sentendolo parlare si capisce che il casco Nolan di Stoner è proprio il 'suo' casco. E da un pilota che ha rifiutato da Honda HRC un assegno in bianco per non ritirarsi, non ci aspettavamo nulla di diverso. (p.s.)
"Ho sempre avuto una relazione incredibile con Nolan, per così tanti anni. Mi hanno aiutato dandomi qualcosa per iniziare a correre quando non c'era nessun altro".
Quali sono le qualità più importanti in un casco per un pilota professionista?
"E' un mix di cose, come in ogni sport è una questione di compromessi. Ciò che siamo riusciti a fare con Nolan è l'aver risolto ogni compromesso. Nei primi anni assieme, parlo del 2001-2002-2003, riscontrammo dei problemi che dovemmo sistemare, nel giro di due anni passammo da un casco di bassa fascia ad uno di altissima qualità. Anche a confronto degli altri brand, riuscimmo a trovare delle soluzioni immediate. La cosa fantastica è che non ci siamo accontentati e abbiamo continuato a lavorare. Quindi innanzitutto è necessaria la sicurezza, è facile pensare si tratti solo di un casco ma non è così. Ho visto incidenti in cui battendo la testa il pilota ha perso i sensi. Io stesso ho avuto dei grossi incidenti, ma nessuno ha mai riportato ferite alla testa. La priorità è la fiducia nella sicurezza, poi si pensa al resto. Anche una cosa come una presa d'aria non è soltanto una presa d'aria, se l'aria entrasse troppo velocemente ti si asciugano gli occhi, e quando guidi a 350kmh ed alzi la testa per frenare se entra troppa aria hai un problema, non vedi bene. Nel 2005 ci furono problemi di condensa in un paio di gare, riuscimmo a sistemare velocemente il problema. Fu un problema legato al clima con pioggia e molta umidità calda".
Segui ancora il campionato del mondo, la prossima settimana ci sarà l'ultima gara. Una Ducati vincerà, sarà una sfida tra Bagnaia e Martin. Bagnaia ha vinto dieci gare come te nel 2007, ma non è certo possa vincere il titolo, anzi è probabile che lo perderà. Cosa ne pensi delle corse al giorno d'oggi, della sprint, delle qualifiche che contano per entrambe le gare. Pensi ci sia qualcosa di sbagliato?
"Credo sia un qualcosa che abbraccia tutte le corse in generale, sta succedendo anche nel motocross in cui si parla di ridurre la potenza. Per me le corse, sia in moto che in auto, dovrebbero vedere i migliori piloti alle prese con i mezzi più difficili. Al momento la MotoGP è troppo semplice, non hanno più abbastanza controllo sulla moto, gli ingegneri fanno una grande differenza. A questo si è aggiunta la sprint, una distanza ridotta che toglie altro tempo alla preparazione per la gara lunga. Il campionato non dovrebbe consistere in una serie di gare in miniatura, dovrebbe trattarsi di un evento di resistenza. E' come se si provasse a dire Ok, è una maratona da 10 giri. Non può esserlo, una maratona è di 42km, è stancante, ha dietro molto lavoro. Dovrebbe esserci stabilità nel fatto che il campionato sia incentrato su questo modello, non ci possono essere piloti specializzati nell'essere veloci in un breve lasso di tempo con la gomma morbida. Inoltre queste gare non dovrebbero dare punti, che dovrebbero essere destinati alla domenica, per la gara principale. Infine è davvero difficile mettere a posto una moto in questo modo per poter affrontare una gara lunga. Al momento c'è così tanta attenzione nel fare il giro veloce, in modo da centrare la Q2, sin dalla prima sessione di libere. Questo non permette di pensare alla gara, ed è il motivo per cui poi vediamo questi distacchi alla domenica, perchè non tutti sono pronti per il passo gara".
Oltretutto al sabato ti fai già un'idea di chi sarà protagonista la domenica.
"Si non mi piace questo sistema, non mi piace l'aerodinamica e non amo tutti questi controlli, i dispositivi di abbassamento. Tutti questi gadgets stanno distruggendo le corse. Le turbolenze che si creano dai carichi aerodinamici sono un disastro. Anche i costi sono lievitati, non solo di sviluppo ma anche a seguito delle cadute, e ne vediamo molte di più adesso. La sprint e l'urgenza di compiere un giro veloce, ma in generale credo che la MotoGP sia diventata una moto molto facile da guidare".
Da un altro punto di vista, queste moto sono diventate molto fisiche. Lo ha dimostrato Iannone tornando in MotoGP la scorsa settimana, molto si concentra nelle frenate.
"E' vero, in frenata ed in ingresso curva ora i piloti sono tutti molto vicini, l'elettronica è simile per tutti quindi l'unico modo per fare la differenza è in frenata. Per via degli abbassatori si arriva alla curva molto più veloci ed il margine di errore è sempre più piccolo. Questo è il motivo per cui tutti sono al limite e se commetti un errore di norma si traduce in una caduta".
Cosa ti aspetti dal 2027 quando ci saranno dei cambiamenti nel regolamento?
"Penso che i cambiamenti apportati non siano sufficienti. Sono piccole modifiche che faranno una piccola differenza. Non so perchè siamo tornati agli 850cc di cui ci si era già lamentati. Il punto è che avere 1000cc non fa differenza quando con tutti questi controlli non hai modo di sfruttare tutta questa potenza. Vorrei vedere moto più difficili da guidare, vorrei vedere i piloti usare la frizione in curva. Vorrei vederli derapare, cercando di trovare trazione, cercando di ridurre le impennate. I video in slow motion erano bellissimi da vedere, oggi vedi soltanto le appendici aerodinamiche che si piegano. Abbiamo visto ciò che è successo con Bezzecchi e Vinales di recente, la turbolenza, il surriscaldamento dei freni e della gomma anteriore, queste non sono le corse. E' per questo che sono tornati agli 850cc, non serve tutta quella potenza. Se dessero questa potenza in mano ai piloti obbligandoli a gestirla sarebbe molto più divertente".
Hai la curiosità di provare una MotoGP? O preferiresti salire una 500 a due tempi?
"Ho zero curiosità di salire su una MotoGP, mentre ho tanta voglia di salire sulle 500 2T. Ne ho avuta l'opportunità lo scorso anno salendo sulla moto di Kenny Roberts JR, in così poco spazio riesci a sentire ciò che questa moto è in grado di fare. L'attuale generazione di piloti, me compreso, non ha alcuna idea di quanto fosse grandiosa l'era di queste moto e di quanto fosse difficile guidarle".
Come stai fisicamente, la scorsa volta a Portimao non eri al 100%, ma ora guidi una 350 due tempi. Perchè proprio i due tempi?
"Fisicamente ho ancora delle difficoltà, anche se non al livello di due anni fa. Non sono ancora al massimo della mia forma fisica ma ci sono stati dei miglioramenti. Ho difficoltà in termini di resistenza, specie alle braccia che è ancora un qualcosa in cui non riesco ad ottenere dei miglioramenti. Ho scelto il due tempi perchè è dove tutto è iniziato per me, guidare un due tempi è un'arte, sistemarlo è un'arte. Il quattro tempi è più facile da guidare, non devi preoccuparti del freno posteriore, il frenomotore è lì per aiutarti. Col due tempi devi giocare con la frizione per controllare la derapata, la curva di potenza è diversa e ci sono diversi dettagli che sono diversi. C'è qualcosa nel correre su un motore due tempi che ti fa capire perchè ami le moto, mentre col quattro tempi non ho questa stessa sensazione".
Honda sta avendo molte difficoltà al momento, sembrano persi. Cosa ne pensi di questa situazione e della decisione di Marc lo scorso anno di andare su una Ducati. Te lo aspettavi così competitivo?
"Mi aspettavo che Marc sarebbe stato veloce. Chi non si aspettava che lo fosse su qualunque moto... è molto intelligente ed ha un talento incredibile e penso che possa fare qualsiasi cosa su qualsiasi moto. Penso anche che al momento non siamo in grado di osservare il reale talento di Marc, se togliessimo tutta l'elettronica penso che vedresti risultati molto diversi. Quanto ad Honda, ho visto la decisione di Marc e ho capito perchè l'ha fatto, sono stati presenti per lui molti anni ma ora stanno avendo delle grosse difficoltà. Tutti i costruttori giapponesi lo sono, le regole non sembrano avere delle linee ben definite, negli scorsi anni sembrava che le cose fossero decise ma convenientemente molte cose sono cambiate. I giapponesi sono molto bravi a rifinire i dettagli ma hanno bisogno di conoscere le linee guida ed al momento tutto sembra molto più fluido. Gli europei al contrario, e gli italiani in particolare, sono molto bravi ad adattarsi e a farlo velocemente, sanno essere creativi, Così i giapponesi che sono bravi a rifinire i dettagli sono rimasti indietro ed ora stanno rincorrendo questi miglioramenti. Mi piacerebbe vedere che le regole rimanessero fisse per un po di tempo in modo da evitare che si trovino delle soluzioni per adattarsi alla situazione".