Andrea Iannone ha riscoperto in questo sabato il sapore della qualifica in MotoGP, disputando tra l’altro la sua prima Sprint. Nella qualifica The Maniac ha mancato l’accesso alla Q2 per soli due decimi mentre in gara ha chiuso 19° a 25 secondi di distacco da Jorge Martin.
Il bicchiere è certamente mezzo pieno per il pilota di Vasto, che si è presentato in Malesia senza aver svolto una sola giornata di test, dovendo quindi correre contro il tempo. A fine giornate il pilota del team Pertamina VR46 è però felice di quanto fatto e dei progressi mostrati.
“Cosa dire di questa giornata – ha esordito - la velocità ce l’ho, il problema è l’aspetto fisico, dato che mi manca la preparazione necessaria. Giusto per fare un esempio: alla curva 4 le braccia non mi tenevano, anche se il mio corpo voleva che andassi avanti avanti (sorride)”.
Andrea, cosa ci dici di questa Sprint del sabato?
“A dir la verità ho fatto un solo giro della Sprint secondo quello che è il mio reale potenziale. La gara potrei farla tranquillamente sull’1’59”5, ma bisogna essere preparati fisicamente. In SBK non hai neanche l’1% del carico aerodinamico che hai qua in MotoGP, infatti diventa tutto più complicato, perché in frenata la moto ti sfinisce, generando molto carico in inserimento. Inoltre l’accelerazione è impressionante, così come la frenata in cui devi essere fortissimo e al tempo stesso la percorrenza in curva. In questa MotoGP devi fare tutto al massimo, perché appena rallenti un pizzico perdi poi tanto”.
Te lo saresti immaginato?
“Non mi aspettavo tutto ciò. Oggi però ho iniziato a capire più o meno il limite della Ducati, raggiungendo la consapevolezza che devi fare tutto al massimo. Perché più sei forte e più esalti le qualità e il potenziale del mezzo”.
In gara sei arrivato a ridosso del gruppo formato da Mir, Raul Fernandez e Nakagami…
“Potevo essere più veloce del gruppo davanti a me, ma mi sono detto: dove vado, a che serve? Bisogna prepararsi bene a un weekend del genere, perché è da folli essere qua come me. Sta di fatto che ora so cosa sia una MotoGP e comprendo il valore dell’aspetto fisico. Tra l’altro non ho scelto nemmeno una pista semplice, visto che Sepang la conosciamo bene, infatti stamani avevo tutti i dolori possibili che un uomo può immaginare. Mi fanno pure male le dita dei piedi, infatti cammino sui talloni. Mi domando: ho pure utilizzato le dita dei piedi? È quindi meglio non pensarci, infatti è proprio quello il mio limite”.
Peccato per la qualifica. Per due decimi saresti potuto essere in Q2.
“In qualifica sarei potuto entrare direttamente in Q2. Se non avessi fatto l’errore alla 14, dove ho scalato la marcia, mettendo la prima, sarebbe andata diversamente. Purtroppo ho messo la prima e ho perso tutta la fase di percorrenza e accelerazione, accusando anche in tutto il rettilineo. Infine ho sbagliato anche l’ultima curva. Peccato, ma bisogna considerare che sono arrivato a questa qualifica con soli 45 giri percorsi su questa moto”.