Alla fine è questione di numeri. Anzi, di un solo numero: quello accanto al proprio nome alla fine della stagione. Ogni sport ha le sue regole, ma l’unica legge in un campionato è fare più punti degli altri, non importa come o perché. Vincendo di più, sbagliando meno, l’aritmetica dei campioni è molto semplice nel suo risultato.
A due GP dalla fine della stagione, Martin ha collezionato 453 punti, 436 quelli di Bagnaia. I due rivali sono arrivati a quei risultati in modi molto diversi fra loro. Il riassunto minimo è che Pecco ha vinto ma anche sbagliato di più, mentre Jorge ha fatto della costanza la sua alleata, oltre alla velocità.
Il campione del mondo ha vinto 9 GP sui 18 disputati (la metà esatta) salendo sul podio per 14 volte, lo spagnolo del team Pramac ha collezionato lo stesso numero di arrivi fra i primi 3 dell’avversario, ma appena un terzo delle vittorie, 3. Se si contassero solo le gare della domenica, Bagnaia sarebbe in vantaggio con 320 punti contro 301.
L’introduzione delle Sprint ha cambiato le regole del gioco ed è al sabato che Martin ha fatto la differenza, o dove l’italiano è stato inferiore. Lo spagnolo ha vinto 6 gare sprint, come Pecco, ma è salito sul podio ben 14 volte, mentre Bagnaia si è fermato a 9. Quindi il punteggio del sabato vede in netto vantaggio il pilota del team Pramac con 152 punti contro i 116 di quello del team ufficiale.
Logicamente, gli errori hanno fatto la loro parte. Se si guarda il numero totale delle cadute, Jorge ha sbagliato molto di più, finendo a terra 14 volte, contro le 7 di Pecco. La cifra, non contestualizzata, dice però poco perché il problema è che Bagnaia è finito a terra sempre in gara, a differenza di Martin. Infatti gli zeri (le battute a vuoto) di Pecco sono ben 7, mentre quelle di Jorge solamente 4 (a cui si potrebbe aggiungere l’errore di Misano, quando entrò a cambiare le gomme e finì 15°).
La situazione non potrebbe essere più chiaro e, chiaramente, a mordersi le mani è Bagnaia, che non ha saputo concretizzare in classifica il suo dominio sul gradino più alto del podio. “Ho vinto 9 GP, 15 gare contando anche le Sprint, ma conta poco perché l’importante è il campionato” rifletteva dopo il successo in Thailandia, sapendo che ora non gli basta più vincere. Il tesoretto di 17 punti dello spagnolo gli permetterebbe infatti di diventare campione arrivando sempre 2° nelle rimanenti gare, anche con Pecco 1°. A Sepang, inoltre, Martin avrà già il primo match-point: se guadagnerà almeno 21 punti su Bagnaia il titolo sarà suo. Un’impresa molto difficile, ma non impossibile.
Il campione del mondo in carica, per mantenere il numero 1 sulla sua carena dovrà invece sperare su qualche ‘aiuto’ esterno. Come detto, vincere non gli basterà, dovrà sperare che qualche pilota si metta davanti a Martin. Di ordini di scuderia non se ne parla e gli alleati scarseggiano. Marquez e Bastianini si stanno giocando il 3° posto nel Mondiale e nessuno dei due ha mai avuto occhi di riguardo nei confronti di Pecco. Morbidelli, collega di Pecco nella VR46 Riders Academy, è il compagno di squadra di Jorge. Rimarrebbe solo Bezzecchi, che però raramente si è giocato le prime posizioni, quelle dove gravitano costantemente in due sfidanti.
A Bagnaia non resta che vincere, e sperare che la dea bendata gli faccia l’occhiolino.