Partito dalla settima piazza Pedro Acosta avrebbe potuto tranquillamente chiudere non lontano dai più forti se, ancora una volta, non si fosse trovato a gambe all'aria. già al giro 4 Dopo un inizio di stagione al di sopra delle attese, lo spagnolo della KTM ha fatto inconsapevolmente emergere la propria scarsa esperienza in MotoGP deludendo innanzittutto sé stesso, ormai abituato ad essere competitivo e quasi alla pari con chi nella serie corre da tempo.
Questo il suo ruolino di marcia nelle ltime cinque gare:
GP Giappone, Sprint: caduto mentre era in testa
GP d'Australia, caduto dalla seconda posizione
GP d'Australia, caduta dall'11° posto
GP d'Australia, assente per infortunio
GP di Thailandia, caduta dalla quarta posizione
"Avevamo apportato un piccolo cambiamento sulla moto e mentre tentavo di adattarmi, sono andato troppo fuori traitettoria e di taverso e la ruota dietro mi è andata davanti. A questo punto dobbiamo solo guardare a ciò che di positivo c'è stato e pensare a domani", ha dichiarato a caldo.
"Alla fine la fiducia c’era, altrimenti non sarei stato lì a spingere nel gruppo di testa. E’ vero anche che dobbiamo imparare a concludere le gare perché delle ultime undici ne ho portate a termine quattro. E’ necessario fare un passo indietro ed essere più calmi e capire che a volte la top 5 non è male", ha proseguito bacchettandosi per un atteggiamento a tratti poco maturo per l'eccessiva foga.
Alla domanda su cosa renda Ducati così inattaccabile, il pilota di Mazzaron ha suggerito: "Avere otto moto, mentre noi ne abbiamo quattro ed altri costruttori solamente due. Anche a livello dei loro piloti è piuttosto alto e almeno sei su otto sono decisamente veloci. Noi siamo sempre in ritardo e questo handicap si aggrava perché loro hanno più informazioni a disposizione".
Le tante cadute possono essere dovute a pretese oltre l'attuale potenziale della RC16. "Le Desmosedici hanno più margine di noi, noi invece dobbiamo andare oltre al 100% per reggere il loro ritmo, per cui in aclune occasioni ti salvi, in altre no. Magari loro corrono sfruttando al 95% il loro ptenziale e hanno un 5% nel taschino. E’ normale dunque che possa succedere di perdere il controllo, ma come detto adesso devo imparare ad accontentarmi e a tornare ad arrivare il traguardo", ha ammesso.
Infine sull'avvio che ha visto Martin andare largo e per poco non innescare un incidente, l'iberico ha minimizzato : "Era più vicino a Marquez che a me. Sono cose che possono capitare in partenza. Fisicamente come sto? Tutto bene".