Confermato come sostituto di Miguel Oliveira anche per la tappa in Thailandia, Lorenzo Savadori è pronto per tornare in sella alla RS-GP del team Trackhouse Racing. Pur non essendo ancora al meglio della condizione fisica dopo il problema al braccio che lo ha costretto al ritiro in Australia, il collaudatore cesenate non vede l’ora di saggiare la pista di Buriram con una MotoGP e di provare tutte le novità portate dall’Aprilia.
“Sto meglio. Devo ancora fare il controllo in clinica per il braccio, ma il dottore mi ha detto che qui dovrebbe essere a posto - ha confermato Lorenzo - Il problema che ho avuto in Australia è che si era leggermente schiacciato il nervo nel forte impatto che ho sostenuto. Per questo sono stato dichiarato ‘unfit’ il sabato sera. Domenica ci ho provato, ma dopo tre giri mi sono dovuto ritirare perché ho perso la forza e non riuscivo più a tenere il manubrio. Ora sento che sta andando sempre meglio, quindi non vedo l’ora di tornare in pista. È dà un po’ che non giro qui. Dal 2018, in Superbike. Ho appena parlato con Aprilia, Rivola e i capi, e ci sono diverse cose da provare. Vedremo come funzioneranno”.
Savadori infatti non sarà in azione soltanto in veste di sostituto, ma anche nel suo abituale ruolo di collaudatore.
“In tutte queste gare stiamo cercando di lavorare per il prossimo anno. Sono gare test per il futuro, più in ottica 2025 - ha spiegato - Molto di quello che avremmo dovuto provare è stato portato qui, quindi lo proviamo durante le gare. Per me non è la cosa più semplice del mondo, perché è difficile riuscire a ottenere delle performance mentre fai questo genere di prove. Chiaramente, però, il nostro obiettivo in questo momento è il 2025 e cercare di far crescere la moto sempre di più”.
Come si spiega il calo dell’Aprilia in queste gare?
“Queste, storicamente, sono piste su cui non siamo mai riusciti a eccellere per le caratteristiche della moto e alcuni suoi difetti - ha risposto il 31enne - A Motegi, ad esempio, ci sono grandi frenate e ripartenze ad alta velocità e, anche se ci stiamo lavorando, questa al momento non è la situazione ideale per la nostra moto e qui troveremo delle condizioni simili al Giappone. In Australia, tutto sommato, non è andata male, perché Maverick era 3° sul giro secco. Ma durante la gara i nostri avversari hanno sicuramente fatto un passo avanti, che noi dobbiamo cercare di fare. Infatti, stiamo lavorando anche su questo aspetto, in ottica gara”.
In Australia Raul Fernandez ha avuto modo di girare con un’Aprilia senza ali, dicendosi entusiasta della moto privata delle appendici aerodinamiche. Una soluzione non inedita per il collaudatore, che la ritiene però poco funzionale su tracciati diversi da quello di Phillip Island.
“Abbiamo provato altre volte a rimuoverle, soprattutto nei test privati, ma l’Australia è una pista che fa storia a sé: ci sono delle curve molto veloci, c’è tanto vento, e ci sono solo due frenate, che però non sono importanti. Quindi, va bene per l’Australia, ma sul resto delle piste il vantaggio che dà la nostra aerodinamica, secondo me, è molto superiore”, ha affermato Savadori.
“Senza ali c’è tanta potenza. La moto impenna ed è più difficile da fermare. La nostra aerodinamica è molto evoluta e il pacchetto potenza-trazione-freno motore, funziona ed è tarato su questo tipo di ali. Quindi, togliendole, devi adattare questi parametri al fatto di non avere le ali, che fanno tanto in accelerazione e in rettilineo, ma anche in frenata e in percorrenza - ha aggiunto - In Australia è diverso perché, come dicevo, quella pista fa storia a sé”.
A cosa serve quindi fare un esperimento del genere?
“Faccio fatica a rispondere - ha ammesso - Sicuramente si raccolgono dei dati abbastanza differenti in varie fasi della curva, che magari permettono di capire alcune cose. Questa però è una domanda che andrebbe rivolta agli ingegneri”.