Reduce da un weekend di Phillip Island che lo ha visto terminare in undicesima posizione la Sprint Race e in nona la gara domenicale, Fabio Quartararo guarda alla sfida che lo attende in Tailandia con discreta fiducia seppur sempre con una buona dose di realismo dovuta alla consapevolezza dei limiti della sua Yamaha.
"Ho ottimi ricordi di questa pista, tra l’altro è abbastanza adatta alla M1, specialmente sul giro secco. L’obiettivo è essere nel Q2 già venerdì pomeriggio e poi fare un buon risultato. Le gomme? Per noi non ci sarà una grossa differenza, ma gli altri hanno meno potenziale con questa scelta di mescola. Questo è importante anche se siamo consci di mancare di grip e accelerazione. In ogni caso su questo tracciato possiamo gestirci ed essere competitivi”.
Passando al capitolo motore il campione del mondo 2021 ha svelato: “Qui useremo quello che più mi piace, ma che è anche il meno prestazionale. Manca sotto diversi aspetti, ma da qui a fine stagione dovrebbe arrivare una nuova specifica a beneficio della velocità di punta e questo è cruciale in quanto adesso perdiamo molto in rettilineo".
In ottica futura non dovrebbero esserci grosse rivoluzioni. "Con le concessioni non abbiamo mai pensato al 2025, ma ci siamo concentrati sul far crescere la moto attuale. In questo senso abbiamo cambiato quattro propulsori, altrettanti telai e ne dovrebbe arrivare un altro prima di Valencia. Non possiamo dire dunque che si stia lavorando su una nuova moto, quella della prossima stagione sarà semplicemente un’evoluzione di quella attuale. Il test al Ricardo Tormo sarà poi fondamentale per provare alcune novità. Ci sarà pure lo shakedown e altri tanti giorni di prova, senza dimenticare che le Yamaha saranno quattro. Tutto ciò dovrebbe esserci utile per fare un passo avanti", ha spiegato.
In merito al testa a testa per il titolo, El Diablo è invece incerto: "Non ho idea di cosa stia succedendo davanti, perché i tempi di Martin e Bagnaia sono troppo lontani dai nostri. Loro sono sempre in top 3, mentre noi possiamo ambire al massimo ai primi cinque posti. Sono entrambi molto forti ed è già il secondo campionato di fila che si battono per il Mondiale. Jorge ha 20 punti di vantaggio, ma ce ne sono ancora in palio 111, quindi è impossibile fare una previsione. Credo, tuttavia che questa tappa sarà molto importante".
Sullo scenario del fine settimana di Buriram ha invece detto: "Ducati superiori anche qui? Sicuramente loro sono veloci, hanno un buon grip e il loro sistema anti-saltellamento funziona molto bene, tutti aspetti in cui non manchiamo ancora, ma mi aspetto KTM e Aprilia in forma. Staremo a vedere”.
Più tecnico e pragmatico il discorso fatto alla vigilia dal compagno di squadra Alex Rins. "L’anno scorso per via dell’infortunio non avevo potuto esserci, quindi il desiderio di correre è tanto. Nel complesso mi sento bene, in Australia abbiamo ridotto il gap dal vincitore, che finalmente è sceso al di sotto del secondo al giro, quindi sono abbastanza soddisfatto. Vedremo saremo in sintonia con la moto come la scorsa settimana. Qui ci sono tante frenate forti, per cui sicuramente faticheremo molto, visto che in Giappone ad esempio abbiamo patito molto il sollevamento della ruota posteriore. Molto dipenderà della messa a punto e dalle gomme. Nel 2023 tutti avevano optato per la media all'anteriore, questa volta sostituita dalla soft, per cui, per salvare una morbida credo che sceglierò la hard", ha argomento.
Il propulsore che il 28enne userà sarà diverso da quello del collega di marca: "La base del motore è uguale, cambia la configurazione e quella che sto adottando io è quella che ho provato nei test privati e che consente di avere più velocità in curva, mentre forse si perde più in entrata. La mia velocità di punta è superiore di 2 km/h. E' comunque positivo essere su unità differenti per fornire varie informazioni".
In merito invece al dispositivo montato sulla sua M1 che regola l’altezza da terra della moto lo spagnolo ha spiegato: "Ho cominciato ad usarlo in Suzuki. Premendo un pulsante, quando qui ad esempio esci dall’ultima curva la moto scende e poi, dopo la frenata della curva 1 risale e in uscita si riabbassa. Per evitare che il processo si replichi nelle curve veloci lo si blocca. E’ utile sui circuiti con molti rettilinei. E’ uno strumento meccanico. Quando la sospensione davanti si estende ad X millimetri si abbassa. A me non dà fastidio doverla attivare e bloccare, è chiaro che lo si fa molte volte".
Gli obiettivi sono chiari anche per lui: "Non è realistico pensare di poter vincere, ma la mentalità deve essere quella, bisogna scendere in pista pensando alla vittoria. Credo in ogni caso che si possa essere nel secondo gruppo. C'è tensione tra Pecco e Jorge? No, il loro è un duello pulito", ha quindi concluso.