Visto il grande stato di forma mostrato in questo finale di stagione, Marc Marquez potrebbe essere l’ago della bilancia nella lotta per il titolo tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin. Forte del doppio successo siglato in Australia, lo spagnolo del team Gresini arriva infatti a Buriram con l’obiettivo di confermarsi nella lotta al vertice e puntare a un nuovo successo sul tracciato thailandese, dove aveva già trionfato nel 2018 e nel 2019.
“Sarà difficile, soprattutto perché devi sempre alzare l’asticella per lottare per la vittoria con questi due piloti. Anche perché, quando uno è in lotta per un Mondiale ha sempre un po’ di velocità in più rispetto a una situazione normale. Però abbiamo fatto progressi, le ultime due gare sono andate molto bene, sono stato solido e abbastanza veloce da battagliare per il podio. Vedremo se riusciremo ad essere in lotta anche qui”, ha commentato Marc in conferenza stampa.
L’otto volte Campione del Mondo ha poi espresso il suo parere sulla lotta al titolo tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin.
“Non è una situazione semplice per nessuno dei due. Da quel che ricordo, non è una posizione in cui ti diverti ma in cui soffri soltanto, perché sai che nel giro di tre gare saprai se sarai Campione del Mondo oppure no. A parte questo, sono in ottima forma e sono velocissimi. Ovviamente, Martin ha un piccolo vantaggio e Pecco dovrà probabilmente rischiare un po’ di più per cercare di recuperare, ma lui sa già come si fa a vincere un campionato, visto che ha vinto gli ultimi due Mondiali. Staremo a vedere. Pecco ha più da perdere di Martin in questa lotta” ha affermato il pilota iberico, prima di parlare del rapporto che lega i due contendenti al titolo ed ex compagni di squadra nel team Aspar.
“Non mi interessa. Hanno un buon feeling, sì, ma se poi in pista devono darsele lo fanno. Una cosa non esclude l’altra - ha riconosciuto - È vero che non hanno mai avuto alcun grosso scontro in pista, ma alla fine hanno un buon rapporto. Sanno entrambi che rimarrà e quando poi li vedo lottare in pista tra loro competono al massimo”.
Il maggiore dei fratelli Marquez non ha paura di recitare il ruolo di terzo incomodo e non ha alcuna intenzione di andarci con i guanti di velluto nel caso in cui si trovi a dover superare uno dei due rivali.
“Ovviamente no. Ho abbastanza esperienza per sapere come gestire la situazione. Alla fine, che si tratti dei due contendenti al titolo o di un altro pilota, non cerchi mai il sorpasso pensando di colpire l’altro pilota. Anche se a volte non puoi controllare questo genere di cose. Come abbiamo visto in Australia, cercherò di essere forte, avere fiducia nel mio potenziale e fare del mio meglio. Sono in lotta per il terzo posto nel Mondiale, e pur non essendo il primo, è comunque importante per me - ha puntualizzato il pilota Ducati - Se penso al fatto che stando in mezzo a loro potrei aiutare uno dei due? Anche nel 2015 ero in mezzo e, teoricamente, ho rubato dei punti a qualcuno. Non si sa mai. Non si può controllare questo genere di cose. Io darò il 100%”.
Confermarsi sul podio è proprio la priorità di Marc per questo finale di stagione.
“Ho già raggiunto i miei principali obiettivi per quest’anno, ma si vuole sempre chiudere la stagione al meglio, quindi proverò ad essere costantemente sul podio e se potrò vincere un’altra gara, perché no? Vedremo cosa sarò in grado di fare, ma so dove posso migliorare e dove devo lavorare in vista del prossimo anno, quindi cominciare a farlo già adesso sarà un piccolo aiuto”, ha osservato.
Un podio che Marc ha visto con costanza dall’Austria in poi.
“È l'evoluzione che si ha nel primo anno con una moto e con un tecnico, perché si imparano a conoscere le piccole cose. Si arriva a un punto in cui ci si blocca un po’ e poi si cerca qualche altra cosina. In Austria siamo andati in una direzione che non mi piaceva, ma se non fosse stato per la rottura del motore a Mandalika, in questa seconda parte della stagione sarei stato con i primi due in termini di punti. Ma in un anno ci sono 20 gare e bisogna essere competitivi in tutte” ha commentato l’alfiere Gresini, parlando poi dell’impatto che ha avuto un cambio di componenti sulla sua Ducati dopo il GP in Indonesia.
“Si è notato molto, quello che ci si aspettava. Ducati pensava che la causa fosse un particolare pezzo e quando la Casa decide una cosa, io come pilota la seguo - ha spiegato - Una volta deciso così, non c’è bisogno di stare a pensare che mi abbiano tolto questo o quello, ma che perderò in un punto e guadagnerò in un altro e la verità è che nelle due gare successive mi sono sentito a mio agio. Sono un po’ più a disagio in un aspetto su cui mi sono lamentato, ma ci sono altri punti di forza che poi compensano sul giro”.
Interrogato sul fatto che l’abbia sorpreso che in Ducati tutti i piloti abbiano le stesse condizioni e materiale, Marquez ha poi affermato: “In Ducati c’è un leader, una persona che comanda la barca e dove si dice di andare si va. È molto chiaro nelle linee guida che devono essere seguite e soprattutto nelle condizioni in cui devono essere ogni squadra e ogni pilota, che sono le medesime. Se ti dice una cosa sai che sarà quella per tutta la stagione, in modo che durante l’anno non ci siano confusione e malintesi, ma ci sia una direzione chiara”.
Il ducatista si è poi espresso sul ritorno di Andrea Iannone in MotoGP a Sepang: “Sarà bello rivedere Iannone lì, perché abbiamo avuto delle belle battaglie in passato. Certamente sarà difficile salire su una MotoGP per una sola gara ed essere subito veloci, dopo quattro anni. Però magari Iannone è Superman e può riuscirci, perché è molto talentuoso”.
Marc ha poi concluso tornando sulla questione della sicurezza dell’aerodinamica sollevata dall’incidente tra Bezzecchi e Vinales in Australia.
“Mi ero espresso sull’accaduto subito dopo la gara, ma ho fatto un errore perché ho parlato senza avendo guardato bene le immagini. In quel momento avevo detto che era stato un incidente di gara, ma per me non è così: credo si sia trattato di un errore di Bezzecchi, perché Maverick era già davanti a metà rettilineo. Come è successo quando Martin mi ha superato ed era già parallelo a me prima di arrivare al punto di staccata - ha detto - È vero che in passato mi è successa una cosa simile con Zarco quando l’ho superato in frenata ma eravamo in gruppo. La direzione gara ha preso la sua decisione. Si può dire che sia stata l’aerodinamica, ma credo che quella manovra sarebbe finita allo stesso modo anche senza”.