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MotoGP, Marquez: “dietro a Martin ero tranquillo, aspettavo il momento di attaccare”

"E' stato un mio errore con il tear off, ma sono stato anche parecchio sfortunato. Al via non sapevo dove ero, ma vedevo Marini e pensavo di essere parecchio lontano. Phillip Island ti permette di fare gare old style, qui conta meno l'aerodinamica"

MotoGP: Marquez: “dietro a Martin ero tranquillo, aspettavo il momento di attaccare”

Marc Marquez ha vinto il Gran Premio d'Australia dopo un bellissimo duello con Jorge Martìn nella parte finale di gara. Ma è stato l'inizio del GP di Marc ad impressionare più di qualsiasi altra cosa, perché dopo una partenza sfortunata, il pilota di Gresini ha dato vita ad un primo giro da cineteca. In griglia lo spagnolo ha tolto il tear off dalla visiera del suo casco, ma questo è finito esattamente davanti alla sua gomma posteriore. Il risultato è stato che allo start, la moto di Marc è passata sul tear off a terra perdendo aderenza e dando vita ad una violenta scodata proprio nel momento peggiore. 

Marquez ha subito perso terreno entrando in 13a posizione alla prima curva, ma ha infilato ben 7 avversari nel primo giro, chiudendolo al sesto posto e salvando di fatto le sue chance di vincere il GP, missione poi portata a termine, 

Ci spieghi cosa è successo in partenza?
"Sono stato sfortunato, ma è stato un mio errore. Non esiste ovviamente alcuna regola in proposito, ma ne abbiamo parlato qualche volta della possibilità di non far togliere ai piloti il tear off in griglia, una misura di sicurezza per tutti i piloti. Ma questa volta non avevo scelta, perché qui in Australia alcuni insetti sono davvero enormi e mentre inserivo il device anteriore in partenza in griglia, mi sono accorto che un insetto sulla visiera aveva creato come un velo per cui non vedevo bene, neanche il semaforo. L'ho rimossa sperando che il vento la portasse via, invece si è attaccata alla mia gomma posteriore. Sul momento ho capito che era caduta proprio lì, ma non avrei mai pensato che potesse innescare quella derapata, cosa che invece ha fatto. Si è creata una situazione abbastanza pericolosa". 

Un primo giro da cineteca. 
"In partenza ho cercato di evitare di spostarmi troppo dalla linea, perché sapevo che mi stavano superando da tutte le parti. Quando ero 13° alla prima curva, vedevo Marini, le Yamaha, e pensavo 'non so in che posizione sono, ma sono lontano'. In due curve ho fatto dei sorpassi e mi sono trovato in ottima posizione, devo riguardare le immagini perché onestamente non so neanche come ho fatto. Ho spinto sulle gomme, perché era l'unica cosa che potevo fare e sono riuscito a tornare in lotta per il podio, soprattutto in lotta con Pecco che era i mio obiettivo perché sapevo di avere un ritmo uguale a quello di Martìn e sapevo che sarebbe stato difficile prenderlo. Poi ho visto che Jorge era lì ed ho iniziato a pensare di poter vincere. Da quel momento ho gestito al meglio le gomme, la mia energia, per arrivare agli ultimi giri ed attaccarlo. E' andata bene". 

Quando hai capito di poter attaccare e battere Martìn?
"Mentre ero dietro a Jorge, stavo pianificando il mio attacco e sapevo di poterlo fare negli ultimi 4 o 5 giri. L'ho fatto, perché lui ha commesso un piccolo errore, ed ero convinto che non mi avrebbe superato di nuovo. Poi sul rettilineo ha sfruttato bene la scia e mi ha passato e lì mi sono detto che avrei dovuto attaccare alla 4. Sono arrivato un po' stretto, ma anche lui è arrivato allo stesso modo. Logicamente abbiamo attaccato, come è normale che sia. Lui aveva più da perdere di me, quindi credo che anche questo mi abbia aiutato un po'. Poi ho solo spinto negli ultimi due giri a gomme finite, ma è andata bene". 

Una gara old style per te, nonostante queste moto così complesse per i sorpassi. 
"Questo tipo di pista, ti permette di fare cose che con l'attuale aerodinamica non puoi fare ovunque. A Phillip Island invece non ci sono staccate fortissime, ma ci sono tante curve veloci verso sinistra che sono perfette per il mio stile di guida. Infatti mentre ero alle spalle di Martìn ero tranquillo, guidavo in modo morbido ed ho potuto semplicemente aspettare il momento per attaccare". 

Sono diverse gare che sei sempre più veloce, immaginavi questo finale di stagione?
"Passo dopo passo, sono sempre più consistente. Anche a Motegi ero molto vicino a Pecco e Jorge, che sono i due più veloci. Anche in Indonesia mi sentivo competitivo. Ma posso dire che dopo Aragon ho iniziato davvero a cercare quella costanza che poi serve passo dopo passo a costruire anche la confidenza che serve. Questo weekend sapevo di avere una grande opportunità, perché è una delle mie piste preferite. Ce l'ho fatta ed ora con tre gare da correre fino alla fine, spero di mantenere questo livello che già sento di avere dal Giappone e Indonesia. Magari possiamo migliorare alcuni punti deboli e migliorare quelli forti. Abbiamo una lotta con Bastianini, e ora ci aspettano gare in cui credo che lui sarà molto veloce. Vediamo se riusciamo a rientrare nei primi tre posti del campionato".  

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