La Yamaha ha svelato nella serata di venerdì la R9 da gara. L’ultima evoluzione portata in pista dalla Casa dei Tre Diapason rappresenta un netto taglio con il passato e l’obiettivo è quello di vincere in SuperSport. L’attesa è grande e le prime sensazioni sono positive come confermato da Stefano Manzi.
“La Casa ci ha messo un grande impegno in questo progetto e sono felice di proseguire con Ten Kate anche nel 2025 – ha esordito - tre anni fa ero a casa senza sella, oggi invece sono qua a sviluppare una moto. Direi che sono molto felice di questo percorso nel Mondiale Superbike con Yamaha, perché ha riposto grande fiducia in me”.
Cosa puoi dirci di questa R9? Quanto è grande il salto dalla R6?
“Io ho provato una versione a metà tra quella standard e quella da gara vista oggi. Devo dire che la R9 è una moto impressionante e al tempo stesso imparagonabile alla R6. Alla fine sono sempre due Yamaha, ma ben diverse, dato che la filosofia con cui è stata concepita è diversa. La R9 spigola molto meglio e la schiena del motore è impressionante soprattutto se consideriamo che non è nemmeno la versione definitiva. L’aspettativa è grande e vedremo il prossimo anno quale sarà il nostro livello”.
Quale ricordo conservi della R6?
“Quando ero in Moto2 tutti si allenavano con la R6 e avevamo grandissima fiducia, perché quella moto andava bene in qualunque situazione. A livello di ciclistica e di motore c’è un miglioramento importante, ma questo non significa che la R6 sia una moto non competitiva. L’unica cosa è che col rinnovamento della categoria l’asticella si è alzata, ma tra le 600 la R6 rimane il riferimento. A novembre faremo un primo test e sono curioso”.