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SBK, Iannone: “Rossi mi ha dato il soprannome The Maniac: credo in Ducati e nella perfezione”

Parla Andrea: “Prima di Misano avrei potuto cambiare squadra, ma Ducati è sempre stata la mia priorità perché non avevo tempo da perdere nel ripartire da zero. So cosa voglio e la gente attorno a me deve aiutarmi a capire dove sbaglio, quando sbaglio e perché”  

SBK: Iannone: “Rossi mi ha dato il soprannome The Maniac: credo in Ducati e nella perfezione”

Alla vigilia del round di Jerez è arrivata la notizia legata al rinnovo di Andrea Iannone con Go Eleven. Dopo mesi di trattative, The Maniac e la squadra capitanata da Gianni Ramello hanno deciso di proseguire assieme anche per il 2025.

Nella giornata odierna, il pilota di Vasto ha voluto parlare con i media, spiegando qual è la ragione che lo ha portato a maturare questa decisione.

“Come già sapete ho deciso di continuare anche il prossimo anno con Go Eleven – ha esordito – è facile pensare che nel 2025 le cose possano migliorare, dato che avrò un anno in più di esperienza. Al tempo stesso però non è scontato anche se ci saranno alcune novità all’interno del team. Una di queste sarà la presenza di un nuovo elettronico perché quello attuale ha deciso di sposare un nuovo progetto”.

Andrea, come mai hai scelto di restare in Ducati? Sul tavolo c’erano altro proposte…
“La mia priorità è sempre stata Ducati, perché so qual è il rapporto che ho con questa Casa e la gente che ci lavora. Ovviamente avevo sul tavolo delle proposte già prima di Misano, ma dentro di me volevo proseguire con questi colori per una mia convinzione. Cambiare sarebbe significato ripartire nuovamente da zero, ma io non volevo iniziare tutto da capo. Più volte ho detto quanto sia importante per me capire l’importanza di un progetto. Dentro di me sono infatti consapevole di poter esprimere il mio talento e fare anche la differenza in alcune occasioni. Pertanto, credo nella Ducati e rimango qua con loro”.

Cosa non ti ha convinto della proposta Yamaha?
“Non è tanto questione di cosa non mi abbia convinto della Yamaha o della BMW. Semplicemente non volevo ricominciare dall’inizio, perché voglio arrivare più pronto su ogni pista. Dentro di me penso a fare bene in questo Mondiale, perché se no non impegnerei tutto questo tempo, che ho capito essere fondamentale”.

Guardando al 2025, cosa vorresti?
“Sicuramente meno stress, dato che quest’anno sono rimasto molto stressato da alcune cose. Io però sono contento di quanto fatto nel corso di questa stagione ed è stato comunque giusto poter dare qualcosa in più per mostrare il mio potenziale e convincere chi nutriva dubbi nei miei confronto. Nel 2025 sono però dell’idea che lo stress diminuirà e ringrazio PATA per il suo contributo, dato che ci aiuterà mettendoci grande forza. Sulla carta avremo più supporto da Ducati e il team vuole migliorare. Sono quindi dell’idea che questa sia la scelta più intelligente che potessi fare”.

Dal punto di vista tecnico, invece?
“Il pacchetto non cambierà molto il prossimo anno, ma quel che conta è utilizzare al meglio ciò che si ha. Nelle ultime gare siamo migliorati e il discorso riguarda anche le persone nel box. Io cerco sempre di spingere affinché la gente mi aiuti ad estrarre il massimo dal pacchetto di cui dispongo, aiutandomi a capire dove perdo e perché soffro in quel punto piuttosto che in un altro. Su questo tema voglio essere chiaro: non ho bisogno di uno staff diverso, ma di un metodo. Prima che arrivassi in questo paddock alcuni membri del team non erano a conoscenza di un determinato tipo di lavoro, considerando che io arrivavo da team factory in MotoGP. Pertanto non è stato facile comprendere determinate dinamiche. Nel corso della stagione però le persone al mio fianco sono migliorate, dato che in certi momenti ho spinto per avere di più. Non voglio quindi criticare il team perché unendo tutti i puntini siamo migliorati e possiamo fare ancora di più”.  

È anche per questo che sei The Maniac?
“Sono The Maniac perché voglio tutto perfetto, dato che nel mondo delle corse i decimi fanno la differenza e in passato ho perso delle gare per millesimi. Quel soprannome me lo ha dato Valentino”.

Ti aspettavi questo livello in Superbike?
“Sì e penso di aver anch’io contribuito ad alzare il livello. Lo scorso anno, prima di arrivare, la gente nel paddock diceva che avrei girato sull’1’42”, poi dopo il primo giorno sono arrivato sull’1’40”, facendo cambiare idea a tanti. A tal proposito vorrei citare Petrucci, che quest’anno è stato bravissimo e più volte l’abbiamo visto sul podio. Se vedo lo step che ha fatto Danilo in questa stagione mi viene il sorriso”.

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