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SBK, Bulega +25: un pilota che ha scelto di essere se stesso, spegnendo i riflettori

IL PERSONAGGIO – Seduto su una panchina dell’aeroporto di Bergamo aspettava un volo che lo portasse verso un nuovo futuro. Arrivato nel paddock della Superbike con la fama “da sborone”, Nicolò ha conquistato la vittoria più grande in attesa di quella contro Toprak

SBK: Bulega +25: un pilota che ha scelto di essere se stesso, spegnendo i riflettori

La prima immagine è quella di lui seduto in silenzio su una panchina dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio. Domenica 22 gennaio 2022: stava aspettando il volo per Faro, da lì avrebbe poi raggiunto Portimao per il suo primo test con la Panigale V2: “Ciao, piacere, sono Nicolò”. Una stretta di mano, poche parole, non una di più, consapevoli entrambi che più di tanto non avessimo da dirci non conoscendoci.   

Nicolò si stava aprendo a un mondo nuovo, tutto da scoprire, dopo anni di difficoltà maturati nel paddock del Motomondiale. Eppure la sua fama era ben nota: etichettato come erede di Valentino Rossi e sovraesposto mediaticamente, la sua stella si è spenta ben presto a tal punto da svanire nel nulla.

Più volte Nicolò ci ha raccontato quei momenti di sofferenza: “Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui diventava difficile tutto, anche solo uscire a mangiare una pizza – ci ha detto – andare alle gare era diventato un peso, infatti non vedevo l’ora di tornarmene a casa”.

Nel paddock del Mondiale Superbike Nicolò ha vissuto una doppia rinascita: la prima dal punto di vista agonistico, grazie ai risultati maturati in pista, la seconda umana, consentendo di farsi conoscere per quello che è.

Ascoltando i rumors provenienti dall’altro paddock, in tanti indicavano Bulega come un pilota sborone, uno che se la menasse. Al tempo stesso altri lo davano per finito, pronto ad appendere il casco al chiodo. Sul tema, il diretto interessato è stato chiaro: “So che spesso risulto antipatico e magari posso passare anche per sborone – ci disse in occasione dei test di Cremona – a volte trapela questa immagine di me semplicemente perché sono chiuso con le persone che non conosco e non tendo a dare confidenza. Inoltre a me non piace stare sotto i riflettori”.

Quei riflettori sotto cui era finito all’età di soli 16 anni, senza nemmeno volerlo, Nicolò li ha spenti in questi ultimi tre anni, tenendo la testa bassa e facendosi conoscere per  quello che è, ovvero un ragazzo a cui interessa fare una sola cosa, correre. Nulla di più… Ha saputo calcolare ogni singola parola, pesandola e dosandola, evitando al tempo stesso di finire in futili polemiche: un esempio può essere il calderone acceso lo scorso anno attorno alla sua Panigale V2, considerata una Superbike, oppure quanto accaduto con Marc Marquez quest’anno al WDW.

Più volte, nel corso di questa stagione, abbiamo tentato in maniera bonaria di provocarlo domandandogli: “Non pensi che Bautista accusi la tua pressione? Oppure: “Non pensi che Bautista non accetti di stare dietro di te?”. Lui ci ha risposto sorridendo: “Questa è una domanda bastarda, ma non te lo do il titolo che vorresti”.

E allora, anche se il titolo del pezzo non ce lo dà, ci accontentiamo di quando al giovedì di gara ci si ritrova in Hospitality Aruba davanti a un piatto di pasta assieme alla sua compagna di vita Camilla Bilancioni (colei che mai lo ha lasciato solo nelle difficoltà e sempre c’è stata), il suo capotecnico Tommaso Raponi e Serafino Foti. È quella l’occasione per vedere il vero Bulega, che per l’occasione si toglie il casco e indossa l’abito da giornalista per percularci e metterci alla prova: “Allora Guglielmetti, mercato? Bautista cosa fa: smette o continua? Ho letto il tuo pezzo, hai fatto proprio un bel titolo del cazzo”. Ovviamente a Nicolò gli si tiene testa, come fa Toprak in pista, rispondendogli colpo su colpo tra battute e sorrisi fino al caffè prima dei saluti...

Già, il sorriso, quello che fa da comune dominatore e che Nicolò può finalmente sfoggiare nel paddock. Forse il Mondiale Superbike contro Toprak non lo vincerà, ma di sicuro Nicolò ha conquistato una vittoria più grande, quella sua personale, ovvero farsi conoscere per ciò che è, spegnendo i riflettori.

Nel giorno del suo 25° compleanno, oltre a fargli gli auguri, ci auguriamo una grande sfida finale di questo Mondiale a Jerez contro Toprak.

A Estoril, poco dopo Gara 2, gli abbiamo domandato provocandolo per l’ennesima volta: “Oh, pensa se domenica vinci il Mondiale a Jerez?” Ci ha risposto col dito medio, convinti però che ci proverà anche se non dipenderà solo da lui...

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