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Moto2, 'Caso Gonzalez': il team Gresini toglie lo sponsor QJ Motor dalle carene

"Stiamo discutendo in maniera positiva e si attende una soluzione nel breve periodo. In segno di rispetto per la Cina, correremo senza logo negli ultimi 4 round stagionali"

Moto2: 'Caso Gonzalez': il team Gresini toglie lo sponsor QJ Motor dalle carene

Il ‘Caso Gonzalez’ non accenna a spegnersi. Il pilota spagnolo a Motegi non aveva solo vinto la gara, ma si era reso anche protagonista di un gesto che ha mandato su tutte le furie lo sponsor del team Gresini QJ Motor. Sullo schieramento, infatti, Manuel aveva indossato la fascia hachimaki, un simbolo che offende la Cina perché associato all’invasione del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.

QJ Motor era arrivata anche a chiedere il licenziamento del pilota e la faccenda non è ancora chiusa. In una nota ufficiale, il team Gresini ha spiegato che “A Motegi c’è stato anche un incidente che ha coinvolto Manuel Gonzalez, il quale ha indossato in griglia di partenza una bandana giapponese. Questo gesto, anche se involontario, ha urtato la sensibilità del popolo cinese. QJ Motor e Gresini Racing ne stanno discutendo in maniera positiva e si attende una soluzione nel breve periodo.

Intanto, però, la squadra italiana ha tolto il logo dell’azienda cinese dalla carene delle sue Moto2. 

In segno di rispetto per la Cina, il Team Gresini Racing Moto2 correrà senza logo nei quattro round rimanenti della stagione 2024” la comunicazione ufficiale.

La squadra non avrà quindi il main sponsor in Australia, come accadrà anche in Thailandia, Malesia e Valencia, per poi capire se la collaborazione potrà continuare il prossimo anno.

Gonzalez, da parte sua, ha rinnovato le sue scuse, a QJ Motor: “ci tengo a chiedere sinceramente scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle mie foto in griglia in Giappone. Non è mai voluto essere un messaggio politico, ma solo delle foto legate alla città che ospitava la gara. Non è mai stata mia intenzione il mancare di rispetto o offendere i sentimenti della popolazione cinese, è stato un gesto inconsapevole e involontario, di cui mi pento. Chiedo ancora una volta scusa e spero di poter ottenere il vostro perdono e supporto”.

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