Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, perché già da alcuni mesi erano note le difficoltà di Energica, che era passata dall'avere circa 150 dipendenti a poter contare solo 45 di questi attivi e pagati solo dall'INPS per via delle difficoltà finanziarie dell'azienza. Le moto elettriche prodotte a Soliera non hanno purtroppo raggiunto gli obiettivi di vendita sperati ed è un peccato che un'azienda italiana che ha rappresentato la voglia e la capacità di innovare, sia costretta a chiudere i battenti.
La notizia è stata diramata ieri sera, dopo che il CDA si è riunito per deliberare ed ha raggiunto un accordo riguardo la messa in liquidazione giudiziaria. Questo il comunicato diramato dall'azienda:
"Nonostante gli sforzi diretti da parte della dirigenza e la ricerca da parte degli stessi di ulteriori nuovi investitori, il management ha dovuto purtroppo riscontrare, financo in queste ultime ore, la sopravvenuta impossibilità di coltivare proficuamente le trattative così avviate, e proseguite al fine di ricercare la migliore valorizzazione degli attivi legati alla continuità aziendale, nell’interesse dei creditori. In tale contesto di assenza di alternative praticabili, la liquidazione giudiziale rappresenta un atto dovuto che consentirà la distribuzione degli attivi liquidatori ai creditori, nel rispetto delle cause legittime di prelazione e della loro par condicio".
La notizia ci rattrista profondamente, perché Energica ha avuto il merito di provare fino alla fine a creare dei prodotti innovativi nell'ambito della mobilità elettrica a due ruote ed ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita del campionato MotoE, essendo stata scelta come fornitrice unica delle moto per il campionato nel suo primo ciclo, prima che il testimone passasse a Ducati.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare in diverse occasioni Livia Cevolini, AD dell'azienda (QUI la nostra intervista al Sachsenring nel 2019). Come ci aveva detto Livia, affrontare la sfida della MotoE significava dover superare tante barriere, tanta diffidenza. La fortuna di certo non si è fatta viva, ricordiamo bene l'incendio di Jerez del 2019 che non fu causato da problemi alle moto, bensì dalle stazioni di ricarica. Da lì il progetto MotoE era letteralmente risorto, con l'azienda in grado di consegnare le moto e dare il via al campionato.
Onestamente un ruolo in questa vicenda l'ha svolto anche Dorna, che forse non ha dato la giusta visibilità ad Energica investendo poco nella copertura della MotoE e relegandola troppo spesso ad uno spazio di mero contorno senza mai dare giusto spazio ad una categoria che invece ci ha sempre fatto divertire in pista con gare molto spettacolari e campionati combattuti. Chi scrive questo articolo era presente a Valencia, quando le Energica MotoE hanno svolto i primi test dopo la ricostruzione ed hanno effettuato la prima vera gara, seppure di prova.
Si deve poi considerare che l'elettrico a due ruote, inteso soprattutto nell'ambito delle moto ad alte prestazioni, è forse uno scenario ancora lontano dall'essere concretizzato con la giusta tecnologia e la sfruttabilità necessaria per diventare una vera alternativa alle moto tradizionali. Daremo sempre merito ad Energica di aversi provato, di aver forse anche azzardato, volendo a tutti i costi aprire una strada. Forse il marchio sarà rilevato ed il sogno proseguirà sotto una guida diversa, ma nel frattempo non possiamo che constatare che in questa vicenda ci abbiamo perso tutti, perché l'azienda costituiva in ogni caso un motivo di vanto per l'ingegneria italiana.