La domenica dell’Estoril di Nicolò Bulega è stata positiva abbastanza da consentire al campionato di restare aperto fino al gran finale di Jerez. Vincitore per appena tre millesimi della Superpole Race e secondo in Gara 2, l’italiano non può che essere soddisfatto di quanto fatto finora nella sua prima stagione in SBK.
“Mi sono divertito molto stamattina perché ero al limite, ma all’ultimo giro ho cercato di tirare fuori qualcosa di extra e alla fine ha pagato, specialmente perché nell’ultimo settore Toprak non era velocissimo. Praticamente ho guadagnato due/tre decimi all’ultima curva. Sono uscito molto bene e ho vinto con il margine più ridotto di sempre”, ha raccontato il ducatista.
“Dopo la bandiera a scacchi ero contento ma non convinto di aver vinto. Sul rettilineo avevo Razgalioglu attaccato e non riuscivo a capire. Credo che pure lui fosse nel dubbio, poi però alla curva 6 il mio capo ufficio stampa mi ha dato la bandiera italiana e ho iniziato a festeggiare. Il precedente di Rossi ed Elias? Avevo sei anni, è un episodio famoso, ma lo ricordo poco”, ha proseguito.
I sorpassi decisi su Petrucci e Locatelli sono stati la prova della volontà di vincere dell’emiliano. “Mi sentivo bene in sella e ho compreso che dovevo spingere al massimo. Rispetto a Toprak avevo una gomma diversa, ho cercato di stargli vicino e solo all’ultimo giro ho dato oltre il 100%. So che lui è difficile da superare in frenata e quindi ho tentato in un altro punto”, ha spiegato.
Su quei momenti ricchi di tensioni ha poi svelato: “Quando ho visto che stavo guadagnando metri ho solo cercato di stare concentrato e fare in modo di riuscire nella manovra. Ho cercato anche di non fare sbavature con il cambio marce, perché un minimo errore mi avrebbe privato del successo”.
L’esito non era affatto scontato: “Io ho rischiato con le soft, ma il turco pur non avendo azzardato era davvero competitivo. Anche se avevo il vantaggio delle gomme da qualifica, non sapevo come sarebbero arrivate al traguardo. Alla fine hanno tenuto bene, ma onestamente non sono ancora al suo livello”.
Gara 2 è stata tutta un’altra storia. “Forse avrei potuto stare con lui 7/8 giri, però non oltre, in quanto aveva un altro ritmo. Nei primi giri avevo faticato a passare Bautista, mentre sul finale non ero comunque abbastanza veloce”, ha ammesso.
A proposito di Alvaro in qualche modo lo ha aiutato nella manche pomeridiana evitando di dargli fastidio. “Sapevo che era dietro e che non ha provato ad attaccarmi, ma non ne avevamo parlato prima della corsa. Se lo ha fatto lo ha deciso lui”, ha evidenziato.