Qualcuno lo aveva dato come potenziale nuovo team manager della KTM MotoGP, ma poi, come si sa, le cose sono andate diversamente e ad essere promosso all’impegnativo compito è stato il veterano Aki Ajo. Ciò malgrado il peso di Dani Pedrosa all’interno del garage austriaco è certamente importante e rispetto agli altri collaudatori vanta un ruolo decisionale che va ben oltre la semplice prova di nuove componenti per la moto, oltre che di mentore soprattutto dei piloti più giovani come Pedro Acosta, poleman a Motegi, ma poi vittima di una doppia caduta tra Sprint Race e GP.
Interrogato per il podcast di Jorge Lorenzo Duralavita proprio sul talentuoso 20enne, l’ex Honda ha spiegato: “Cosa gli manca? Dobbiamo aiutarlo un po’ con la moto, questo è chiaro, ma i cambiamenti apportati in estate gli stanno dando una mano e lo ha dimostrato nelle ultime corse. Va detto che il livello dei ducatisti è molto elevato, per cui deve solo crescere un po’ di esperienza”.
Sebbene tutti si aspettassero grandi cose dal campione Moto2 uscente nella sua prima stagione nella classe regina, la sua competitività ha comunque sorpreso.
“Mi ha stupito positivamente. Non lo conoscevo molto, ma mi sta piacendo molto come sempre di più stia diventando un leader all’interno della squadra. L’anno prossimo sarà nel team ufficiale e questo lo aiuterà a fare un passo avanti”, ha evidenziato la sua propensione a prendersi delle responsabilità nonostante sia appena arrivato e sia ancora molto giovane.
Un altro aspetto che si sta rivelando vincente è la capacità di Pedro di comunicare con gli ingegneri e di spiegare in modo chiaro ciò di cui necessita. “Quello che ci ha chiesto è di non apportare tante modifiche alla moto e di non fargli provare pezzi nuovi durante i weekend di gara in quanto per lui ogni circuito rappresenta una novità e deve imparare velocità, frenate, cambi di marcia e ovviamente deve passare al Q2”, ha rivelato il 39enne.
Infine, facendo un discorso più ampio, il tre volte iridato ha ammesso che sulla RC16 sono stati costretti a modificare diversi aspetti per reggere il ritmo della concorrenza. “Alla luce dell’evoluzione degli altri, da metà campionato siamo dovuti intervenire con cambiamenti radicali per far sì che i risultati tornassero. Abbiamo selezionato le parti che potevano essere migliori e lo stesso Acosta, con il suo modo di guidare, è stato in grado di approfittarne”.