Settimo alla bandiera a scacchi del GP del Giappone, dopo aver terminato la Sprint Race in decima piazza Marco Bezzecchi ha chiuso il suo secondo fine settimana asiatico nel complesso soddisfatto.
“E’ andata un po’ meglio di ieri - ha confidato - Sono partito molto bene, ma mi sono toccato con Alex Marquez alla prima curva e ho perso posizioni. Mi sono ritrovato dodicesimo e da lì ho cominciato a recuperare passando Quartararo, le due Aprilia e Jack Miller. In generale è stata una bella gara, peccato non fosse per posizioni di vertice".
La corsa vista dalla tv non è stata delle più avvincenti, ma in gruppo le sensazioni potrebbero essere state diverse. "Salvo le prime otto tornate è stata noiosa anche per me. Sono rimasto tutto il tempo settimo e sono solo riuscito ad avvicinarmi un po’ a Morbidelli, poi lui ha preso Binder e io mi sono avvicinato un altro po’ perché lottando si sono dati fastidio. Ormai però mancavano due giri e a quel punto ho solamente cercato di difendermi da Diggia. Diciamo che abbiamo fatto un po’ di elastico”.
A proposito del contatto al via con il pilota della Gresini Racing, il riminese ha gettato acqua sul fuoco. “Le prime fasi sono fondamentali perché ti svoltano la corsa. Tutti sono molto aggressivi ed è giusto che sia così. Ovviamente non sempre va tutto bene, anzi, se parti un po’ indietro la maggior parte delle volte devi essere bravo e fortunato. A me ha toccato un po’ alla prima curva, ma non mi sento di criticarlo, anche se in seguito l’ho visto fare delle manovre un po’ impiccate. Mir si è arrabbiato con Alex? Non posso dire lo stesso. Non ho visto le immagini ancora, tuttavia lo capisco perché se è stato coinvolto in una caduta è normale”.
La pioggerella non ha aiutato il ritmo. “Rispetto a ieri oggi non è venuto niente, anzi ad un certo punto ci ho sperato, non tanto per il bagnato, ma perché soprattutto per chi è in testa diventa più difficile, mentre chi è dietro ha un riferimento. Magari poteva accendersi la gara, cambiare tutto, come non cambiare niente. Personalmente ho spinto per tutti i giri e tenuto il passato che sapevo di avere", ha sostenuto.
Ora si va in Australia. "Sono contento perché Phillip Island è un circuito che amo. Adesso approfitteremo dei giorni di pausa per analizzare tutto con calma", ha chiosato.