Nella prima giornata di prove a Motegi, Brad Binder ha messo la KTM davanti a tutti, Acosta è stato 4° e Miller ha mancato l’accesso diretto in Q2 di 3 centesimi di secondo a causa di una caduta. Il team manager Guidotti è contento di commentare il risultato. “Era da un bel po’ di tempo che non finivamo il venerdì al primo posto. Evidentemente la pista viene in contro a Brad, Jack è rimasto fuori dai 10 per poco senza il secondo tentativo, è un circuito che si addice alla nostra moto, ma soprattutto ai nostri piloti. Poi c’è Acosta, che ultimamente è sempre nei 10, quello mi mi sorprende meno. Il passo è ancora un’incognita, la pioggia non ci ha permesso di lavorare molto”.
Purtroppo, non vedremo più Francesco nel box arancione il prossimo anno. KTM gli ha preferito Aki Ajo e queste sono le ultime gare nell’attuale ruolo per il team manager.
Come stai vivendo questi ultimi 5 Gran Premi nel box KTM?
“Lì per lì, la notizia mi aveva un po’ shoccato. Poi però, rimettendo tutti i pezzi del puzzle al posto giusto, non posso biasimare l’azienda che nei prossimi due anni, in cui si concluderà questo ciclo per quanto riguarda il regolamento tecnico, voglia fare un all in con tutto quello che ha a disposizione e con le persone con cui ha più fiducia. Il rapporto di Aki con Acosta, con cui ha vinto due Mondiali, è chiaro possa avere avuto un’influenza sulle decisioni”.
Hai parlato con Ajo?
“Essendo lui il manager di Miller, lo facciamo spesso. Ci siamo confrontati molte volte e, 99 volte su 100, abbiamo la stessa opinione, la stessa visione. Se io a volte ci metto un mese a convincere l’azienda a venirmi dietro, grazie alla sua credibilità a lui potrebbe bastare un’ora e può essere utile con il lasso di tempo ridotto per cercare di vincere il Mondiale. Io sono entrato nell’ordine di idee per cui sono convinto che è meglio prenda in mano il team una persona che possa dare la ultima accelerazione e che possa dare anche valore al lavoro fatto negli ultimi 3 anni, invece di cercare soluzioni impossibili che rischiano di rallentare il processo e magari lavorare anche il lavoro fatto. Questo è quello che vivo in questo momento”.
Da come parli, mi è sembra sia stata una separazione ‘dolce’.
“Se guardiamo i termine del contratto, non hanno fatto nulla che non potevano fare. Chiaramente io ho subito questa decisione, non era nei programmi, ma a questo livello i programmi possono anche essere rivisti e corretti quando meno te lo aspetti. Ripeto, spero che questo cambiamento porti a una valorizzazione del lavoro fatto negli ultimi 3 anni. Tre o quattro mesi fa, quando c’era il mercato piloti, avevamo la fila fuori dall’ufficio, parliamo anche di top rider. Penso che sia una cosa che non sia mai successo prima e significa che abbiamo lavorato bene negli ultimi anni”.
Che KTM avevi trovato e che KTM lasci ad Ajo?
“Non ne faccio un discorso personale di quello che ho fatto, ma di quello che è stato fatto a livello aziendale. Avevo trovato un progetto abbastanza sbilanciato, sia a livello tecnico sia a livello sportivo, c’erano aree su cui puntavano molto e altre che erano state completamente tralasciate. Penso di lasciare qualcosa di più equilibrato che ha bisogno solo dell’ultima accelerazione. È quello che mi sento di dire senza presunzione, ma sottolineo che è stato un lavoro di gruppo a cui io ho chiaramente contribuito”.
Qual è stata la maggiore soddisfazione e quale il rimpianto?
“Ci sono stati tanti momenti belli, siamo cresciuto in maniera costanti sia come prestazioni che come credibilità. Sono state delle belle soddisfazioni il 4° posto in campionato di Brad, il suo migliore risultato finora, come il 2° posto nei costruttori Il rammarico più grande è non avere vinto nemmeno una gara l’anno scorso perché, per me, ci sono state almeno 4 chiarissime occasioni per riuscirci”.
Sei stato in KTM per 3 stagioni, non sono poche per un manager per dare la sua impronta?
“Sono un po’ pochi, ma in questo brevissimo tempo siamo riuscito a fare delle belle cose, significa che abbiamo lavorato bene. La crescita che abbiamo fatto da metà 2022 all’inizio del 2024 ci fa essere contenti. Uno dei motivi per cui ci lasciamo bene e un punto su cui siamo d’accordo, è che KTM non mi hanno dato del tutto la possibilità di fare quello che avrei voluto, sia per una mancanza di tempo che di visione comune. Mi è stato riconosciuto che ho fatto meno di quello che avrei potuto perché… non me lo hanno lasciato fare (sorride). È comunque un riconoscimento e un attestato di stima, forse si sono accorti che con più libertà sarebbe potuta andare ancora meglio. Certo, con il senno di poi siamo tutti bravi”.
Ti dispiace non lavorare con Acosta?
“Quando incontri un talento del genere, lasciarlo brucia. Un po’ mi dispiace, ma sono sicuro che troverò un altro posto dove potrò fare bene”.
Quindi non stati pensando di andare in pensione?
“Magari! Non me lo posso ancora permettere! (ride) Spero di trovare un posto dove potere continuare a lavorare a un certo livello, vedremo se ci saranno delle opportunità”.