Il weekend indonesiano si è concluso prematuramente per Luca Marini, con una carambola innescata da Miller che ha posto fine alla gara prima del previsto. Un peccato se si osservano le prestazioni di uno Zarco che sul caldo tracciato di Mandalika ha dimostrato alcuni passi avanti della Honda che a Misano erano stati più difficili da scorgere. E' con queste premesse che Luca Marini e la Honda affrontano ora il GP di casa, il più importante per la casa dell'ala dorata all'interno del calendario.
Le aspettative sono però di un cauto ottimismo, consci che il layout del tracciato favorirà le case rivali. Ciò nonostante ci sono ancora margini di miglioramento, e la presenza più numerosa di tecnici giapponesi qui a Motegi è forse l'espressione più chiara dello stato d'animo della casa dell'ala dorata, che in questa annata ha faticato a trovare una quadra.
"Questa è la gara di casa ed il team è molto carico - ci racconta Luca Marini - c'è un bel clima nel box, ma anche tanti giapponesi e tanti ingegneri che di norma non vediamo. Cercheremo di fare una buona prestazione ma sappiamo che non sarà facile. Sarà una gara molto diversa da Mandalika per tanti fattori, dal tracciato alle gomme, grazie alle quali eravamo tutti molto vicini. Motegi è un tracciato stop&go dove le frenate faranno la differenza. Noi cercheremo di puntare come primo obiettivo alla Q2".
Si arriva dall'Indonesia con uno spirito diverso.
"In Q1 Johann ha fatto un ottimo giro, questo gli ha permesso di fare una bella gara anche se anche noi non eravamo lontani.E' anche migliorato in frenata, qualcosa che quando era in Ducati non riusciva a fare, perdeva due decimi in frenata e ne riguadagnava in uscita. Ora guadagna ancora in uscita ma non perde quasi nulla in frenata. SFortunatemente a Mandalika ci sono state moltissime cadute quindi alla fine sarebbe bastato non cadere per fare un buon risultato" - ammette poi con ironia l'italiano.
C'è quindi una cauta positività.
"Si, so che tutti si impegneranno al massimo per fare un buon risultato qui in Giappone, ma per come è fatta la pista non mi aspetto che saremo così vicini come lo eravamo in Indonesia. Da inizio anno abbiamo continuato a lavorare, la mentalità è sempre la stessa ma ciò che è cambiato è che ora bene o male il setup della moto è bene o male lo stesso. Ora ogni volta che abbiamo degli aggiornamenti li proviamo sulla moto. Arriviamo con una moto che secondo me ora ha un buon equilibrio ma a cui mancano ancora le prestazioni. Ora posso lavorare al mio stile di guida senza però interrompere il lavoro di sviluppo".
C'è un fattore che potrebbe aiutare la Honda in questo weekend?
"Probabilmente il meteo incerto potrebbe fare la differenza se ci cogliesse tutti impreparati, se piovesse mentre giriamo con le slick, oppure molta pioggia perchè quando è molto bagnato siamo più vicini con le altre case, eccetto Ducati che hanno sempre qualcosa in più".
Da Misano la Honda ha fatto dei passi in avanti.
"Si, affrontiamo questo GP con la consapevolezza di ciò che possiamo ottenere, penso che siamo ancora lontani dalla prestazione che ci renda facile chiudere sempre nei primi dieci. Quindi l'augurio è di fare un altro step da qui a Valencia".
Che impatto avrà per la Honda la presenza di molti più ingegneri qui in Giappone?
"A livello tecnico non penso cambierà molto, il lavoro è lo stesso. Ciò che però potrebbe fare la differenza sarebbero i rapporti umani. Poter parlare io stesso come pilota direttamente con loro per far arrivare meglio le mie idee e le mie sensazioni, senza filtri".
Per poter dire di aver lavorato nella giusta direzione, sotto quali aspetti vorresti vedere dei passi in avanti per la Honda qui in Giappone?
"E' difficile definire un solo aspetto. Sicuramente per la conformazione del tracciato penso che lavoreremo molto sulle frenate sul dritto che penso che sia un altro degli aspetti su cui dobbiamo concentrarci. Al momento è un aspetto che la Ducati sta sfruttando meglio di tutti".