Jorge Martin inciampa il sabato ma sconfigge i fantasmi del passato, Acosta lo insegue, Bagnaia fa podio con mezzo sorriso. Enea da spettacolo ma sbaglia sul finale, Marquez fa fuoco e fiamme.
IL BELLO - Per poter convivere è fondamentale supportarsi a vicenda. E' quello che avrà pensato Marc Marquez, notando un Bagnaia in difficoltà fermo in pista sulla propria GP24 sotto il cocente sole indonesiano. Lo spagnolo non si è fatto pregare ed ha offerto il braccio al futuro compagno di squadra accompagnandolo ai box: due cuori e un solo motore.
IL BRUTTO - Un inizio non inizio di weekend Indonesiano per Miguel Oliveira, che nella prima sessione di libere del venerdì ha rimediato una frattura al polso destro ed è dovuto correre a casa per operarsi. Non è un caso che una delle doti del portoghese, oltre al manico, sia il sarcasmo. Quando le statistiche degli infortuni ce l'hanno con te bisogna prenderla con filosofia.
IL CATTIVO - Pedro Acosta aveva ragione, essere un rookie conta meno quando si è girato poco su di un circuito. Lo ha dimostrato in gara piazzandosi saldamente in scia a Martin, che avrebbe preferito prendersela comoda. Al pilota della KTM continua a sfuggire la vittoria, anche se a sfuggirgli stavolta è stato anche qualche rutto. Anche meno Pedro.
LA DELUSIONE - Quella del pubblico indonesiano accorso per vedere la gara del rinato Marc Marquez sulla Ducati. Lo aveva preso d'assaltato già all'aeroporto, nel paddock per muoversi probabilmente avrà utilizzato dei corridoi segreti. Sta di fatto che la presenza dello spagnolo prometteva fuoco e fiamme. Le fiamme ci sono poi state, ma non di quelle che uno gradisce avere sotto la sella. Delusione anche per il team Gresini, non viene voglia di ballare quando per spegnere le fiamme ti danneggiano la moto.
LA CONFERMA - Al sabato Jorge Martin si è fatto un giro sul viale dei ricordi, alla domenica si è finalmente lasciato il passato alle spalle, anche se ha ammesso di aver tenuto il fiato sospeso alla curva 16 per la troppa tensione. Lo Spagnolo è sempre competitivo e mantiene il proprio vantaggio in classifica. Buona la seconda.
L'ERRORE - Quando c'è da graffiare in gara BESTIAnini c'è sempre, forse il miglior alleato di Pecco in questo finale di campionato potrebbe essere proprio il riminese, uno dei pochi in griglia a saper essere progressivamente più incisivo negli ultimi giri e a poter contrastare Martin. Peccato non aver visto il finale.
LA SORPRESA - Che la Honda avesse effettivamente fatto dei timidi passi avanti lo avevano dichiarato tutti dopo Misano, perfino Mir si era scusato dicendo di essere saltato a conclusioni affrettate. Ci ha pensato il francese Zarco a dimostrarlo in tutto il weekend, finalmente si intravede una luce in fondo al tunnel.
IL SORPASSO - Le qualifiche per Marc Marquez non sono state delle più rosee, partire 12° per la maggior parte dei piloti è quasi una sentenza. A quanto pare non per lui, che nella sprint ha infilato 7 piloti nelle prime curve e a fine primo giro era già 4°. Ai giornalisti ha commentato estatico l'impresa, meno contenti i rivali: alieno.
LA CURIOSITA' - David Alonso a Mandalika ha conquistato la sua nona vittoria stagionale. Con un distacco di 97 punti, al colombiano ne basterebbero 4 su Holgado per laurearsi campione del mondo Moto3 già a Motegi. Con una vittoria però eguaglierebbe il record di Mir del 2017.
IO L'AVEVO DETTO - Luca Marini continua a stupire con le proprie capacità di analisi, al termine della sprint aveva dichiarato: "abbiamo il ritmo da Top 12, l'importante sarà la partenza". Curioso che al traguardo siano effettivamente arrivati proprio in 12, ci sarebbe riuscito ma non aveva considerato Miller: profetico.