Sesto al termine della prima giornata di azione sul circuito di Mandalika Fabio Quartararo ha tirato un sospiro di sollievo. Sebbene una rondine non faccia mai primavera, l'ingresso diretto al Q2 gli ha dato almeno la speranza di poter essere sulla strada giusta verso il ritorno alla competitività.
“Anche se il grip dell'asfalto non era male,la carenza che ha la M1 influenza le nostra prestazione e l'ho notato chiaramente alle curve 4 e 14 quando ero dietro a Bastianini. Manchiamo molto di velocità. Ovviamente oggi è inutile lamentarsi visto com'è andata. Qualora dovessimo confermarci anche venerdì prossimo in Giappone allora potremo dire di aver fatto un passo avanti".
Ogni volta che la Yamaha scende in pista è come se fosse impegnata in un test a ciclo continuo. "Stamane sulla prima moto ho riprovato il telaio usato a Misano 1 dato che nel secondo weekend in Emilia Romagna ne avevamo verificato un altro; poi siamo passati ad uno nuovo e tra le due sessioni siamo tornati a quello standard. Un po’ di confusione, ma questo è ciò che ci serve per progredire", ha riconosciuto prima di concentrarsi sugli aspetti positivi.
"Siamo migliorati nella maneggevolezza. Adesso dobbiamo trovare quella potenza extra senza perdere in agilità. La priorità è il grip, poi c’è il motore e quindi l’elettronica", ha spiegato.
In ultimo un pensiero sulle gomme non particolarmente apprezzate. "La media anteriore che è stata portata. la D, secondo me è molto pericolosa. Non ha aderenza e non dà avvisi per cui ti trovi per terra. Non andrebbe inserita tra quelle assegnate in quanto come si è visto dagli incidenti è facile arrivare al limite, specialmente qui alla seconda e all’ultima curva dove è molto stressata. Di solito le Michelin sono molto valide, ma non in questo caso", ha espresso la sua visione sul fronte pneumatici.