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SBK, Bautista-Bulega, niente gioco di squadra Ducati, ma Dall'Igna fece l’opposto con Biaggi

A Cremona la Ducati ha lasciato liberi i propri piloti e Alvaro non ci ha pensato due volte a superare Nicolò, soffiandogli quattro punti nella volata mondiale. Perché la Rossa non è intervenuta per aiutare il diretto rivale nella corsa iridata contro Toprak?

SBK: Bautista-Bulega, niente gioco di squadra Ducati, ma Dall'Igna fece l’opposto con Biaggi

Gara 2 a Cremona si è conclusa con tre Ducati sul podio. C’è quella di Petrucci sul gradino più alto e sotto quelle di Bautista e Bulega. Nel finale di gara, lo spagnolo non ci ha pensato due volte a infilare il proprio compagno, soffiandogli quattro piloti nella corsa iridata su Toprak, assente a Cremona.

In un finale di stagione dove ogni singolo punto rischia di fare la differenza, Bulega si ritrova ora a 13 lunghezze di distacco dal turco, ma se Bautista avesse preferito accontentarsi, i punti sarebbero 9. La scelta di Ducati nel lasciare i propri piloti liberi di lottare può fare discutere, perché togliersi punti a vicenda è come giocare a favore di Toprak.

Sta di fatto che in passato, quando ancora era in Aprilia, Gigi Dall’Igna non ci pensò due volte a intervenire per fermare Laverty a favore di Biaggi. Era il 2012 e si correva a Mosca. In occasione dell’ultimo giro di Gara 1, Max Biaggi era in quarta posizione mentre Marco Melandri secondo.

Tra i due rivali per il Mondiale c’era Eugene Laverty, che al penultimo giro aveva 1”6 di margine sul proprio compagno. Nell'ultimo rettilineo che porta verso il traguardo, il nordirlandese si spostò e fece sfilare Biaggi.

In questo modo Max raccolse quattro punti in più, che a fine stagione fecero la differenza nella corsa al titolo contro Tom Sykes, vinto poi per mezzo punto.

In merito a quanto accaduto tra Bulega e Bautista c’è un motivo ben chiaro per cui Aruba non è intervenuta: dal momento che l’aritmetica tiene ancora in lotta per il titolo Alvaro, non sarebbe stato giusto chiedere allo spagnolo di non attaccare il compagno di squadra.

Questo è il motivo, che piaccia o meno.   

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