di Lucia Damiata
L’abbiamo conosciuta a Lanzarote e ci ha stregato il cuore. È stato quindi innegabile lo stupore di ricevere una nuova chiamata da Yamaha, poco prima di Eicma 2024, per presentarci una sua novità.
Oggetto del test: Y-AMT: Yamaha Automated Manual Trasmission, ovvero cambio manuale automatico di casa Yamaha, ora presente sul modello di punta della casa Giapponese.
Dopo un primo momento di perplessità, ci guardiamo tutti e realizzando l’assenza del pedale del cambio e della leva della frizione, ci prepariamo a testare questa novità.
Dalla presentazione stampa ci promettono la stessa sportività conosciuta a Lanzarote, portata però ad un livello di coinvolgimento completamente nuovo. La ragione è presto spiegata nella simbiosi che si viene a creare tra moto e pilota, in perfetta filosofia Jin-Ki Kanno, ma anche alla creazione di una nuova dimensione nella guida sportiva, perseguibile proprio grazie all’eliminazione della leva della frizione e del pedale che cambio. Questo è infatti un grosso vantaggio nella guida sportiva, poiché consente innanzitutto di tagliare notevolmente i tempi necessari per il cambio marcia, ma aiuta anche a focalizzarsi meglio sulla posizione del corpo, sull’inserimento in curva, sulle traiettorie e più in generale, sul piacere di guida.
Per la prima volta Yamaha si discosta leggermente dal suo concept urban The Dark Side Of Japan, introducendo un po’ di luce nei suoi trailer dei video di presentazione, sintomo che qualcosa sta cambiando. Adesso non esiste più l’idea di sola città, che viene lasciata alle spalle a favore di una nuova dimensione extra-urbana.
Ma andiamo per gradi. Immersi nella natura delle strade nell’entroterra di Barcellona inizia il nostro giro a bordo del cavaliere oscuro. Alla partenza, ci troviamo di fronte a due modalità da poter utilizzare: modalità completamente automatica (AT) e sequenziale manuale (MT).
Decidiamo di goderci la prima parte del giro in modalità completamente automatica (AT) e partiamo. In questa modalità, si hanno a disposizione due mappe: la mappa D o D+, a seconda delle preferenze e della tipologia di percorso che stiamo affrontando. Per lunghe distanze in autostrada o per l’utilizzo nel traffico alle basse velocità, è più indicata la mappa D, che offre un’esperienza di cambio più morbida mantenendo bassi i giri/minuto. Se invece si ricerca un po’ di brio in più, è indicata la modalità D+ che offre un cambio di marcia sportivo ideale per una guida extraurbana divertente.
Durante l’utilizzo in modalità automatica, ci dimentichiamo totalmente di qualunque pensiero legato al cambio marcia e riusciamo a godere del carattere dell’MT-09, immutato rispetto a quello che abbiamo conosciuto a Lanzarote, in un mood di totale relax.
Entriamo così in una dimensione nuova, in cui il piacere di guida e la precisione assoluta del cambio, ci fa dimenticare completamente di essere a bordo di una moto “impegnativa” come la 09. A bordo le marce scorrono fluide in innesto e scalata, il CP3 risuona corposo nella nostra mente e riusciamo a pennellare ogni curva focalizzandoci solo e unicamente sulla guida, che diventa pulita e precisa. La praticità risulta estrema, senza però andare a penalizzarne la sportività. Quindi Yamaha ha mantenuto la sua promessa.
Unico neo? Forse il nostro essere ancora troppo legati al cambio tradizionale. La modalità completamente automatica necessita di uno sforzo di fiducia nei confronti del computer di bordo, che sarà l’unico a decidere di inserire la marcia giusta al momento giusto. Tutto ciò che possiamo fare noi motociclisti, è fidarci ciecamente della tecnologia, che sicuramente non ci deluderà. Chiaro è, che si ha bisogno di un pelino di abitudine: 10 minuti sono necessari per abituarsi a non ricercare più la leva della frizione e per abbandonarci alla tecnologia.
Ma come funziona questa tecnologia? Il sistema di cambio che potremmo definire “robotizzato”, dialoga grazie ai due attuatori elettrici della “leva della frizione” e del “pedale del cambio” con la piattaforma inerziale a 6 assi. Grazie alle informazioni fornite dalla piattaforma inerziale, combinate al numero di giri del motore, all’acceleratore e ad un sistema di tipo adattivo, la magia di Yamaha è presto compiuta ed il computer di bordo sarà in grado di comprendere perfettamente le nostre esigenze. In ogni caso, se il sistema non dovesse soddisfarci al 100%, potremmo sempre richiedere una marcia differente agendo sul selettore che troviamo vicino alla mano sinistra.
Nonostante il nostro sforzo nel provare a trasmettervi le nostre sensazioni a bordo, ci rendiamo conto che è davvero complesso comprendere appieno tutte le emozioni che è in grado di regalarci questo nuovo Y-AMT. Quindi, il nostro consiglio è quello di prenotare un test ride già a partire dai primi di ottobre, per capire bene ciò a cui ci riferiamo.
A questo punto, arriva il momento di provare la modalità manuale (MT). Presto, fatto! Un click con la mano sinistra sul bilanciere e siamo subito pronti per partire. È sì, con la velocità di cambiata di 0,1 secondi, il vantaggio è sicuramente quello di diventare gli Speedy Gonzales del semaforo verde, ma restiamo umili.
Scherzi a parte, i cambi di marcia sono davvero lineari, costanti e soprattutto veloci, aspetto giustificato dal fatto che rispetto ai piedi, le mani hanno una migliore connessione con il cervello ed anche a livello neuromuscolare, una combinazione piede-mano sarà sicuramente più complessa di un semplice click col dito indice.
Partiti in modalità manuale, riassaporiamo immediatamente il piacere di guida dell’MT09 classica. Giusto il tempo di abituarsi al nuovo bilanciere del cambio e siamo subito pronti a scalare ed innestare le marce in un tempo brevissimo. La guida si dimostra subito un po’ più impegnativa, ma la soddisfazione di poter nuovamente scegliere in autonomia la marcia desiderata e di poter giocare un po’ col freno motore non ha prezzo per noi motociclisti “di vecchio stampo”. In ogni caso, nulla ci impedisce di cambiare e scegliere l'altra modalità con un semplice click sul selettore.
Un’altra scelta che possiamo operare nella modalità manuale, è tra le varie mappe: la street, la sport, la rain e le mappe personalizzabili, esattamente come avveniva per la 09 presentata lo scorso febbraio.
In modalità manuale, i cambi di marcia vengono attivati tramite un interruttore a bilanciere tattile e si può decidere di utilizzare una combinazione di indice e pollice per muoversi tra (+) e (-), oppure scegliere di utilizzare semplicemente l’indice per muoversi in scalata ed in innesto marcia.
Nel mio caso specifico di donna motociclista con una manina da donzella, raggiungere il bilanciere in scalata con il pollice crea qualche problemino, perché si opera un movimento leggermente innaturale che crea tensione alla base del pollice. Poco male in ogni caso, perché utilizzando semplicemente l’indice si è molto più veloci e perché siamo sicuri che il motociclista medio, non riscontrerà particolari problemi relativi all’ergonomia dei vari blocchetti.
Il carattere coinvolgente della MT-09 e le performance di altissimo livello della Hyper-naked più amata della casa giapponese si confermano sempre gli stessi, ma non ci soffermiamo sulle caratteristiche tecniche, perché ne abbiamo già ampiamente parlato qui.
Tra le novità, oltre chiaramente alla nuova tecnologia Y-AMT, c’è da segnalare il sistema Smart Key per l’accensione Keyless. La variazione di peso per i modelli dotati della nuova tecnologia Y-AMT si attesta sui 2.8 kg, per un totale di 196 kg in ordine di marcia. Il sistema è comunque disposto in maniera ottimale, non determinando modifiche nella ciclistica o nel peso complessivo percepito.
Alcune indiscrezioni parlano del lancio di questa nuova tecnologia anche su altri modelli della casa giapponese, ma per averne certezza dovremmo aspettare Eicma 2025.
Certo è, che aver lanciato questa nuova tecnologia su uno dei modelli più amati della famiglia The Dark Side Of Japan, non è una scelta casuale. Yamaha, ha infatti confermato che la sua idea era quella di entrare a gamba tesa in questo settore del mercato motociclistico e poi di posizionarsi in una categoria in cui non esista competizione, perché non esiste sul mercato qualcosa che effettivamente somigli all’amatissima MT-09. Inoltre, la direzione del mercato è sempre più verso motociclisti che apprezzano o nascono con la guida automatica e Yamaha, non poteva non tenerne conto. Niente paura però, per i motociclisti smaliziati ed affezionati alla guida tradizionale con pedale del cambio e leva della frizione, non c’è nulla da temere! La versione tradizionale sarà sempre disponibile e costerà 500€ in meno della versione Y-AMT.
Ma a chi è rivolta questa nuova MT-09 Y-AMT? Il pubblico si va decisamente ad ampliare a questo punto. Resta sicuramente una moto da non consigliare ai neofiti, ma grazie alla possibilità di essere utilizzata con la modalità automatica, ne rende molto più accessibile l’utilizzo anche per motociclisti meno esperti. Resta comunque un prodotto dedicato ai motociclisti sportivi che non vogliono rinunciare al brivido di una guida divertente, ma diventa meno estrema per chi vuole gradualmente avvicinarsi alla guida del cavaliere oscuro, procedendo per step, prima utilizzando il set-up manuale e poi introducendo gradualmente il sequenziale manuale. Il che, se utilizzato in modo coscienzioso, può addirittura essere formativo per coloro che desiderassero approcciare una cilindrata più impegnativa.
Le livree disponibili sia per la versione standard che per quella depotenziata e per la tradizionale sono: Midnight Cyan, Icon blue e Tech Black. La MT-09 Y-AMT avrà un costo di 500€ in più rispetto alla versione tradizionale, per un totale di 11.399€ f.c. e sarà disponibile presso i concessionari a partire dal 4° trimestre del 2024.