Una cosa è certa: l’estate che sta per concludersi si è rivelata particolarmente calda in casa Aruba. Tra il rinnovo del contratto di Alvaro Bautista e il futuro di Adrian Huertas non si è certo annoiati. Al tempo stesso lo sguardo è rivolto alla pista con un titolo iridato da rincorrere di fronte allo strapotere mostrato ad oggi da Toprak e BMW.
Di questo e molto altro ne abbiamo parlato con Serafino Foti, team manager della squadra capitanata da Stefano Cecconi in occasione del recente round di Magny Cours, che vede la Superbike strizzare l’occhio alla tappa tricolore di Cremona, in programma il prossimo weekend.
Il punto di partenza è il rinnovo di Bautista, che ha tenuto il mercato con i riflettori puntati fino a poche settimane fa.
“Siamo molto felici di avere Alvaro con noi anche nel 2025 – ha esordito – lui ha vinto due Mondiali e nonostante sia prossimo ai 40 anni, penso sia uno dei piloti più allenati e competitivi della griglia. Dopo la tappa di Most ha saputo performare in sella alla Ducati, riuscendo a trovare quello step che cercava. Pertanto mi domando: come fai a non rinnovare un pilota come lui?”.
Molti si interrogano del fatto di voler rinnovare un pilota prossimo ai 40 anni, che tra l’altro sta faticando. Cosa pensi di queste opinioni? Non era forse meglio un giovane?
“Comprendo ciò che dice la gente, ma una cosa è certa: non abbiamo rinnovato Bautista per riconoscimento, ma l’abbiamo fatto perché convinti che possa vincere ancora tanto con questa Ducati. Inoltre, assieme a Nicolò, formano la squadra più forte della Superbike a mio avviso. Tutta Ducati e ovviamente tutta Aruba voleva il suo rinnovo e alla fine così è stato”.
Immagino ci sia un’opzione nel rinnovo, giusto?
“Certo, c’è un contratto con opzione e a metà 2025. In seguito si deciderà cosa fare per il 2026”.
Quale sarebbe stata l’alternativa?
“La priorità è sempre stata Alvaro pertanto non abbiamo mai valutato di mettere in atto un Piano B o muoverci alla ricerca di alternative”.
Intanto Huertas ha deciso di accettare la Moto2 con Italtrans…
“Huertas aveva un contratto di un anno con Aruba con opzione a scadenza il 30 agosto. Qualora Adrian avesse ricevuto una proposta dalla Moto2 o dalla MotoGP, tale opzione sarebbe decaduta e lui poteva decidere cosa fare, svincolandosi. Al 30 di agosto non c’erano delle opzioni concrete affinché rimanesse in questo paddock perché l’unica era quella avanzata da Italtrans. Voglio però dire una cosa in merito alla vicenda di Huertas”.
Certo.
“Nel caso in cui Bautista avesse deciso di ritirarsi, Huertas era una seria alternativa per il team ufficiale da affiancare a Bulega. Per tutto il mese di agosto abbiamo parlato con il manager di Adrian, che aveva in mano un’opportunità concreta di andare in Moto2 e penso abbia fatto bene a sfruttarla. Alla fine tutti i giovani sognano di andare in MotoGP e a 21 anni ha fatto bene a provarci. Nel caso in cui l’avventura non dovesse andare come sperato, potrebbe sempre tornare di qua a 26 anni”.
E Iannone? Si è sempre parlato di lui…
“La priorità era quella di parlare e rinnovare con Alvaro pertanto non abbiamo mai considerato un Piano B. Andrea poteva essere una delle opzioni, ma non è mai stata valutata perché il nostro sguardo era rivolto esclusivamente a Bautista”.
Pensi vada in Yamaha?
“Sinceramente non saprei e mi dispiacerebbe perderlo. Credo che voglia trattare il rinnovo con Go Eleven e al tempo stesso valutare tutto ciò che ha sul tavolo. Alla fine la decisione è nelle sue mani”.
È vero che chiuderà la SuperSport?
“Dovremo prendere una decisione a breve e nel caso ci dispiacerebbe perché questo progetto ha funzionato, infatti abbiamo aiutato a crescere due giovani come Bulega e Huertas. Ovviamente verranno riposizionati tutti i meccanici e ingegneri coinvolti nel progetto”.
Un anno fa Bautista era lanciato verso il titolo, oggi invece Toprak e BMW stanno dettando legge. Pensi che questo è un Mondiale bilanciato?
“Lo scorso anno tutti si lamentavano perché a vincere era sempre Bautista, adesso invece vince sempre Toprak, pertanto non è cambiato nulla. Cosa dire: non vogliamo certo perdere tempo a piangere perché non l’abbiamo mai fatto. L’unica cosa che chiediamo è un bilanciamento regolamentare al fine di poter lavorare. Ducati sta facendo il suo lavoro come tutte le altre Case e nel 2025 dovremo ovviamente crescere e fare di più”.