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MotoGP, Martinez: "Marquez è stato toccato da Dio, deve essere una ispirazione per i giovani"

PARLA IL MANAGER DI MARC "Nonostante le difficoltà non ha mai perso la motivazione accettando anche di lasciare Honda pur di tornare competitivo. Il contratto con la Ducati ufficiale? Figlio dei risultati e per il 2025 potrebbe esserci l'addio a Red Bull"  

MotoGP: Martinez:

Per tornare sul primo gradino del podio Marc Marquez ha impiegato 1.043 giorni, ecco perché il suo weekend magico di Aragon è stato accolto da un po' tutto il paddock con il sorriso. Che possa stare simpatico o meno, il pilota di Cervera ha segnato in maniera innegabile la MotoGP contemporanea, dando vita ad un sodalizio vincente con Honda interrotto soltanto dalle conseguenze dell'incidente patito a Jerez nel 2020 che lo hanno portato ad una presenza in griglia ad intermittenza, dovuta. a ben quattro perazioni al baraccio destro, fino al divorzio dalla sua squadra per tentare la strada Ducati col team Gresini.

Ed è proprio con loro che l'otto volte iridato ha interrotto il digiuno facendo tirare un sospiro di sollievo alle persone a lui vicine, a partire dal manager personale Jimmy Martinez, campione spagnolo di wakeboard che ad AS, ha confessato: "Sono molto felice perché come tutti sanno è stato un cammino davvero difficile. Spero possa essere considerata come una lezione, specialmente per i più giovani, a non gettare mai la spugna e di andare avere davanti con altre celebrezioni del genere".

Protagonista di un vero e proprio calvario, il 31enne è riuscito a tornare pian piano al livello a cui era abituato. "Marc è un ragazzo che è stato toccato da Dio e questo è chiaro. Non so se ci sono molti sportivi che hanno passato quello che ha passato lui e hanno mantenuto la motivazione, Non so se ci siano molti sportivi che abbiano vissuto quello che è toccato a lui e siano stati in grado di mantenere alta la motivazione, accettando di interrompere uno dei contratti più lunghi della storia della sport e rinuciare a tutto. Lo vediamo in molti sport, come il golf, il calcio e così via: quasi tutti vanno nei Paesi arabi e questo ragazzo ha fatto esattamente il contrario solo per vincere. Ci sono pochissimi sportivi nella storia che lo hanno fatto e credo che meriti molto rispetto e ammirazione", ha proseguito l' erede di Alzamora tirando una stoccata a chi, in altre discipline, accetta le lusinghe degli arabi per una mera questione economica.

Proprio questo suo carattere coriaceo e la capacità di entrare immediatamente in sintonia con la Desmosedici potrebbero essere stati i due elementi decisivi per la sua promozione nella scuderia ufficiale ai danni di Jorge Martin. "Senz'altro l'essere stato subito forte e competitivo con una moto completamente nuova ha aiutato", ha rimarcato, prima di non escludere una separazione da Red Bull.

"Abbiamo già detto addio a grandi compagni di viaggio come Repsol e Honda, per cui non si può mai sapere. Vedremo cosa succederà dato che mancano ancora diversi mesi. Da subito ci siamo mossi per cercare il massimo delle prestazioni. La categoria si è evoluta parecchio e adesso se non hai una moto forte è difficile lottare per la vittoria", ha concluso.

 

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