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MotoGP, Gran Premio di Aragon: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez domina e torna a far tremare tutti, Martìn vola nel mondiale, Bagnaia vola nella ghiaia assieme ad Alex Marquez. Al Motorland ne sono successe parecchie

MotoGP: Gran Premio di Aragon: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Quando le cose girano nel verso giusto Marc Marquez ha una marcia in più di tutti, ma il verso deve essere il sinistro e Aragon gira quasi tutta in quella direzione. Ma davvero serviva solo qualche curva a sinistra in più per ritrovare il re Marc, oppure bastava semplicemente attendere un momento che per forza di cose sarebbe dovuto arrivare? Ma detto di Marc, cosa ci ha lasciato in eredità questo round al Motorland di più evidente dei musi lunghi di Pecco Bagnaia e Alex Marquez a fine gara? In realtà tantissime altre cose, perché nascoste sotto la cenere del dominio del 93, sono rimasti tanti episodi più o meno grandi che rischiano di cambiare questo mondiale. Anche in Moto2 e Moto3. 

IL BELLO – Doveva vincere ed ha vinto. Mai come questa volta il nome su cui puntare era palese, ma un conto è crederci, un altro riuscirci. Dopo 1043 giorni senza andare in bici, forse tutti avrebbero qualche difficoltà a tornare a pedalare. Immaginate quanto sia difficile cercare di vincere di nuovo un Gran Premio in questa MotoGP dopo tutto questo tempo, dopo le operazioni, i dubbi, le scelte difficili. Marc Marquez però non ha mai smesso di crederci ed aveva ragione. Il primo passo è fatto, ora gli tocca tornare serial winner ed è uno scenario che oggi pare molto più concreto rispetto ad appena due gare fa. 

IL BRUTTO – Quando c'è un contatto in gara, c'è sempre il rischio di farsi male. Di brutto. Per fortuna Alex Marquez e Pecco Bagnaia si sono cimentati solo in un gran numero da stuntman, ma oltre a qualche botta e graffio, non c'è stato altro. Sembra che sia più l'animo di entrambi ad aver subito conseguenze. Chi ha ragione? Chi ha torto? Ma è davvero così che funziona, davvero è sempre bianco o nero? Oppure in quei pochi decimi di secondo può diventare tutto grigio? Brutto è pensare che in quel grigio ci sia la volontà, la premeditazione. Pecco ha invece voluto gridarlo ai quattro venti incolpando Alex. Lo ripetiamo, non è facile stabilire torti e ragioni, ma è facile comprendere che nessun essere umano sano di mente si lancerebbe a gas spalancato ad oltre 200 km/h verso la moto di un rivale per abbatterlo. Non è la Nascar ed Alex non è un matto. 

IL CATTIVO – Forse a questo giro il cattivo non è un pilota, nè una moto. Perché il vero cattivo è stato il nuovo asfalto del Motorland che ha mandato in pappa tutti gli ingegneri del paddock. Tra la pioggia, la mancanza di informazioni, la pioggia ulteriore, i passaggi con le pulitrici sul traguardo, bastava fare 100 metri a piedi di fianco alla pista per capire quanto sia stata cattiva la gestione di questa novità. Magari un test con Michelin sarebbe stato il caso di organizzarlo, in pratica anche il gommista è finito in balia di condizioni talmente variate e variabili da essere totalmente imprevedibili. 

LA DELUSIONE – Facile: l'Aprilia! Dispiace perché i ragazzi di Noale si stanno impegnando in modo impressionante, lavorando tantissimo in pista ed a casa, sulle RS-GP spuntano continuamente novità. Però resta una moto con un potenziale elevatissimo che riesce ad esprimere solo a tratti. Lo diceva spesso Vinales, adesso inizia a dirlo anche Aleix. L'aerodinamica da Formula 1 la rende una lama affilatissima in certe condizioni, ma il sospetto che sia proprio questa configurazione così avanzata a penalizzarla in altri frangenti si fa avanti con insistenza. Magari serve un passo indietro per farne due in avanti. 

LA CONFERMA – Jorge Martìn è un pilota diverso rispetto alle ultime due stagioni. Ha capito subito di non poter battere Marquez, si è concentrato sul battere tutti gli altri e ci è riuscito. Ha un vantaggio di 23 punti che non sono di certo molti, ma l'anno scorso fu proprio da Misano che iniziò letteralmente a volare nel finale di stagione. Questo Martìn ha più chance di quello edizione 2023 e Aprilia si sfrega le mani sognando di sfoggiare il n°1 sul cupolino

L’ERRORE – Enea Bastianini si è fatto fregare di nuovo e l'ha fatto due volte. La prima volta dalla bandiera gialla per la caduta di Miller a fine sessione venerdì pomeriggio, la seconda volta quando è passato sul traguardo e pur non avendo preso bandiera ha visto il timer a 0 ed ha pensato che la sessione fosse finita. Enea aveva il passo per stare con Martìn e Bagnaia, ma ha sprecato un weekend nei 5 minuti finali della practice di venerdì pomeriggio. Magari deve iniziare a tirare quando di minuti ne mancano 15, come ha fatto un certo Zarco

LA SORPRESA – Eccolo il francese che non ti aspetti. Johann che porta la Honda in Q2 senza che siano caduti in 15 è un mezzo miracolo. Johann è un mastino, quando ha l'occasione la sfrutta, quando lo incontri nel paddock è sorridente nonostante la stagione sia poco esaltante. Ma lui vede sempre il bicchiere mezzo pieno e si diverte, perché alla fine sta facendo quello che ama, ovvero cercare di andare forte in moto e possiamo dire con tranquillità che venga pure pagato bene per farlo. Se poi piazza ogni tanto la zampata...

IL SORPASSO – Erano andati larghi, ma quando Enea Bastianini ha raggiunto Quartararo e Bagnaia nella Sprint, ha infilato due piloti tra i più vincenti della storia recente del mondiale, all'esterno e dopo essere partito 14°. Bestiale. 

LA CURIOSITA’ – Nel paddock di Aragon c'è il toto calendario per capire quale sia la successione di gare. Che si inizi in Thailandia è ufficiale, ma dove si prosegua resta un grande dubbio. L'India sembra la candiata n°1, ma c'è chi punta su altri lidi. Non resta che aspettare, ma di una cosa sono tutti convinti: vada come vada, per la SBK dovranno aspettare un giorno in più e accettare quello che viene. E non sarà piacevole. 

IO L’AVEVO DETTO – Luca Marini: "Impossibile pensare che una Honda finisca in Q2 senza che accada qualcosa di sconvolgente". A me non sono ricresciuti i capelli ma Zarco ha piazzato lo stesso la sua RCV in Q2. 

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