La MotoGP sbarca ad Aragon, e per la Honda di Luca Marini, fresco dei test a Misano, è tempo di mettersi nuovamente alla prova in una stagione sino ad ora difficile che ha visto le case giapponesi occupare in pianta stabile le retrovie. All'orizzonte sembra però che le nubi attorno al futuro della casa giapponese stiano per iniziare a dissiparsi, i test di Misano sembrano aver prodotto dei passi in avanti, e la nuova aerodinamica da omologare dovrebbe portare ulteriore benefici. Del resto l'aerodinamica la fa ormai da padrone, "è l'aspetto migliore su cui lavorare in termini di costi-benefici", dirà Marini, che guarda ai due appuntamenti prossimi di Misano come un momento cruciale per lo sviluppo della casa giapponese.
Qui ad Aragon correrete su un asfalto nuovo.
"Si, non ho ancora avuto modo di vederlo - esordisce Luca Marini - so che Acosta e Miller l'hanno provato ed è davvero fresco, infatti hanno avuto alcuni problemi con la temperature delle gomme, ma forse con le Michelin non avremo lo stesso problema".
Sei reduce dai test di Misano, su cosa avete lavorato?
"Si, all'inizio non sembrava un programma troppo fitto, ma alla fine abbiamo provato molte cose diverse ed a fine giornata avevo fatto 100 giri. Quindi è stata una giornata impegnativa ma è stato anche positivo, perchè credo che abbiamo fatto un passo in avanti in termini di aerodinamica. Sento che stiamo raggiungendo un buon equilibrio sulla moto, anche se le conferme le avremo nei test ufficiali a Misano dove proveremo di nuovo il pacchetto in carbonio, l'idea è di omologarlo per la seconda gara di Misano".
Il prossimo mese quindi sembra essere cruciale per il futuro del progetto.
"Non la penso esattamente così, credo che ogni gara abbia la sua importanza, anche se ovviamente quelli di Misano saranno dei test importanti che sono stati pianificati a inizio stagione. Per gli ingegneri si tratta ovviamente di un momento chiave in cui concentrare molto dello sviluppo, in termini di componenti e di pacchetti. I test tra una gara e l'altra ovviamente hanno la loro utilità ma non avendo quel tipo di pianificazione abbiamo meno cose su cui poter lavorare, quindi cerchiamo di sfruttarli al massimo come possiamo. Spero che le sensazioni in moto migliorino molto e non soltanto un poco come è stato fino ad ora. Abbiamo fatto dei passi in avanti, ma sono stati piccoli passi ed abbiamo bisogno di qualcosa di più. L'ideale sarebbe riuscire a trovare quei pochi decimi che ci permetterebbero di lottare almeno per la Q2".
Nel lavoro con l'aerodinamica è giusto dire che la Honda non abbia ancora trovato quell'equilibrio che vi permette di sondare i limiti della moto?
"Non è così, rispetto a inizio anno ora la moto si guida, mentre prima c'erano delle cose strane e si faceva fatica a guidare bene. Ora la moto funziona come dovrebbe, il trasferimento di carico sul posteriore è migliorato ma ci sono ancora molti lati negativi da rifinire, e questo è uno dei problemi perchè non possiamo concentrarci su un solo aspetto. Piano piano stiamo lavorando su ognuno di essi, i passi in avanti li abbiamo fatti, magari abbiamo guadagnato anche alcuni decimi, ma lo stesso vale anche per le altre case e quindi alla fine rimaniamo laggiù in fondo alla classifica. Con l'aerodinamica invece possiamo limare di più, la moto gira meglio ed è più stabile, frena meglio, ed il pilota può spingere di più perchè il limite della moto si è spostato. Prima invece dovevi rischiare e non sapevi se ne sarebbe valsa la pena".
Quartararo ha fatto notare che in quanto a motore il quattro in linea non è messo così peggio del motore della Honda. Nella MotoGP odierna è ancora possibile non dover seguire la strada delineata dagli altri? Il costruttore può ancora concedersi delle libertà nello sviluppo?
"E' una domanda complessa e avrebbe bisogno di una risposta lunga. Il motore ovviamente è la parte più importante di una moto, ed è difficile raggiungere certe potenze senza compromettere altri aspetti. Quello della Yamaha va fortissimo, sono stato dietro a Rins nella Sprint e va forte come quello delle KTM e delle Ducati, ma probabilmente hanno problemi sotto altri aspetti di guida. Noi allo stesso modo facciamo gli stessi sforzi, portandoci però dietro dei lati negativi che al momento le case giapponesi non sono in grado di sistemare. Per me l'aerodinamica è quell'elemento che in termini di costi benefici è ciò che rende maggiormente, non a caso tutti si concentrano molto su di essa. Noi siamo rimasti più indietro, ma secondo me con la carena che avremo a Misano saremo allineati e saremo molto più vicini. Poi ovviamente c'è l'elettronica anche se in questo la Honda è la migliore a mia avviso, anche se la centralina unica ci limita".
I test sono aumentati ma le gomme a disposizioni sono comunque limitate, questo è un problema?
"Si, cerchiamo di utilizzare tutto ciò che abbiamo a nostra disposizione, sfruttiamo le gomme usate da Bradl e le usiamo fino all'ultimo giro di vita che hanno, ma chiaramente dipende anche dal circuito quindi stiamo gestendo anche quell'aspetto. Nel complesso è meglio avere delle sensazioni diverse con le gomme durante i test che durante le gare. La Michelin ha apportato delle modifiche ottime alle gomme quest'anno quindi teniamo in considerazione ogni dettaglio".
Nakagami ha annunciato che dal prossimo anno vi farà da collaudatore ufficiale in Giappone.
"E' positivo, è un punto a nostro favore. Avere un pilota giapponese in grado di comunicare con gli ingegneri nella stessa lingua migliorerà la comunicazione, senza contare che è ancora un pilota molto veloce quindi sarà in grado di fornire il feedback giusto alla casa, mentre lui personalmente avrà modo di restare vicino alla famiglia".
Tra le case giapponesi si avverte una rivalità in questa fase di sviluppo?
"Penso di no, alla fine se non lotti per vincere non serve, l'unico obiettivo è quello. Il clima nel box per quanto mi riguarda è fantastico, mi sono ambientato benissimo e diamo il massimo per quanto possiamo, anche se poi a fine giornata i risultati non sono ancora soddisfacenti come si vorrebbe".
Quest'anno ci si aspettava più competitività anche dalle altre case rivali della Ducati, ma non c'è stata. A cosa è dovuto, c'entrano anche la capacità di sfruttare le Michelin?
"Il salto in avanti lo hanno fatto tutti, ma Ducati partiva da una base migliore. Probabilmente hanno fatto lo stesso passo in avanti, forse qualcosa in più, ma le distanze sono rimaste le stesse e questo li sta portando a vincere tutto. Sicuramente anche le gomme hanno influito, perchè nei tracciati con molto degrado come Barcellona l'Aprilia solitamente faceva la differenza, ma quest'anno non è stato così".