La sfida fra Pecco Bagnaia e Jorge Martin riparte domenica da Aragon con i due avversari praticamente appaiati e divisi da un nulla: 5 punti. Non è tutto: Enea Bastianini, dal terzo posto, sta diventando un avversario credibile per il campionato a -61 punti. Non moltissimi tenendo conto che ogni Gran Premio ne assegna 37 e ne mancano 9 alla conclusione per un totale di 333.
Anche Marc Marquez, teoricamente è ancora in ballo, ma i suoi 83 punti di distacco sono già un piccolo Everest tenendo conto che del quartetto è l’unico con la Ducati GP23, e sembra che il divario con l’ultima nata - com’è logico che sia in questa fase del mondiale - si stia allargando.
Detto dei quattro, gli altri saranno protagonisti-spettatori del volatone finale che presumibilmente inizierà dopo Misano 2. Ci possiamo aspettare qualche levata di scudi da Vinales (-136), Binder (-147, e la KTM sembra in difficoltà), come Acosta (-150), o da Aleix Espargarò (-162) o Di Giannantonio (-171, la seconda delle GP23 in pista), ma il più è fatto per le posizioni di vertice.
Diciamo che le ultime tre gare europee prima della finale a Valencia saranno assolutamente fondamentali prima delle cinque flyaway, i round critici di questo lungo incontro di boxe fra quattro avversari profondamente diversi fra di loro.
Il circuito di Aragon si presenta riasfaltato e recenti test effettuati dalle categorie cadette ci informano di un asfalto molto aggressivo sugli pneumatici. Cosa probabilmente poco importante per la Sprint, ma fondamentale per il Gran Premio.
Aragon nel suo ultimo appuntamento, nel 2022 ha visto vincere Enea Bastianini, guarda caso proprio con la Ducati GP22 del team Gresini che gli stessi piloti in più occasioni hanno giudicato addirittura più competitiva della sorella più aggiornata.
In quella occasione, lo ricorderete, la Bestia si prese il lusso di piegare il già ufficiale Bagnaia, in volata per soli 42 millesimi. E dire che l’anno prima Pecco aveva battuto Marc Marquez, al suo rientro con la Honda dopo l’incidente del 2020, ma per poco più di mezzo secondo.
Quell’anno Marquez, fra alti e bassi e con il braccio destro non ancora a posto aveva comunque vinto sui suoi circuiti: Sachsenring, Austin e Misano oltre ad aver centrato un secondo posto proprio ad Aragon.
Già perché il Motorland, progettato dal noto architetto tedesco Hermann Rilke, è fra i favoriti del pilota di Cervera, nonostante la quasi totale eguaglianza fra curve a destra ed a sinistra, ma con alcuni punti del tracciato di 5.334 Km come la 9, 10 e 11 favorevoli al pilota del team Gresini che infatti qui in motoGP ha vinto all’esordio nel 2013 e poi consecutivamente, dal 2016 al 2019, nei suoi anni Honda prima dell’incidente e della pandemia.
E’ lecito dunque, qualora le cose dovessero girargli bene fin dal venerdì, attendersi un Marquez combattivo. Il che potrebbe andare a favore o contro del campione del mondo in carica e futuro compagno di squadra, qualora, senza riuscire a puntare al bersaglio grosso, Marc riuscisse a frapporsi fra i contendenti.
Un Gran Premio dunque dalle grandi attese e aspettative per il quartetto di testa di questo mondiale dominato nel senso più letterale del termine dalla Ducati che proseguendo nel suo cammino trionfale del 2024 scommette, viste le premesse, sull’occupazione totale del podio.