Come già previsto da lui stesso venerdì pomeriggio Luca Marini è riuscito a limitare i danni almeno nella Sprint Race di questo sabato sfruttando le caratteristiche del Red Bull Ring. Diciasettesimo al traguardo il portacolori della HRC ha accolto con favore il risultato nonostante uno start non ottimale.
"Gara fantastica se si considera che la moto mi si è quasi spenta in partenza - ha confidato - Diciamo che ci può stare perché con la frizione in carbonio non appena le temperature sono fuori dal range di utilizzo perfetto o troppo alte, è difficile partire bene. Anche Zarco è scattato male, comunque spero di non commettere lo stesso errore domani. Riguardo il passo, invece, non sono mai riuscito ad esprimerlo pienamente in quanto mi sono sempre trovato alle spalle di qualche pilota e per superare ho perso tempo".
Tratteggiando un quadro generale della sua prova, il marchigiano ha commentato: "La cosa positiva è che abbiamo raccolto dati per la gara e per lo sviluppo della RC213V, quella negativa è che si sono ripresentate le vibrazioni di Silverstone e questo mi ha impedito di essere più veloce. Infatti dopo qualche giro la moto ha cominciato a vibrare e non è più stato possibile usare la gomma dietro per far girare la moto, oltre che sono stato costretto ad entrare in curva più lentamente. Dobbiamo quindi capire la ragione per cui la posteriore, quando si consuma,cambia forma. Sarebbe inoltre interessante scoprire se succede anche ad altri team".
Interrogato sui tempi che si sono abbassati di 7 decimi rispetto al 2023, ha invece spiegato: "Merito di chi guida e degli pneumatici. La Ducati ha fatto il salto avanti più importante. Noi invece siamo andati indietro a dispetto di coperture migliorate. Michelin ha fatto un ottimo lavoro, ma a Borgo Panigale sono agevolati dal poter confrontare i dati tra tante moto".
Parlando della scelta mescole per domani ha rivelato: "Media al posteriore, con qualcuno che davanti sceglierà la dura, mentre altri la media a seconda della temperatura. Pioverà? Non so, il meteo me lo comunicano gli ingegneri". Il motore resta uno degli handicap della moto giapponese. "Oggi ero alle spalle di Rins che montava la nuova specifica Yamaha ed era più veloce di noi. E' qualcosa su cui dobbiamo ancora lavorare".
Infine a proposito del Long Lap Penalty, su questo tracciato particolarmente penalizzante, il 27 ha considerato: "Forse si perde troppo poco altrove, ma a causa della differenza dei layout è difficile avere uniformità".
Soltanto diciannovesimo il compagno di squadra Joan Mir. "C'è ancora da fare a livello propulsore, ma rispetto alle qualifiche abbiamo fatto un piccolo passo avanti. Sono partito molto bene e ho recuperato delle posizioni, poi però ho avuto un contatto con Raul Fernandez alla curva 4 e ne ho perse altre quattro dovendo quindi rimontare di nuovo. Il Long Lap Penalty mi è costato altro tempo, tuttavia il passo si è rivelato solido. Le condizioni di oggi sono state complicate per tutti ed infatti si faceva fatica a frenare la moto. Per quanto ci riguarda abbiamo patito ancora di più non avendo molto grip. Ci sono stati tanti warning per aver toccato il verde? Ne dovremo discutere perché è un controsenso alla luce dello stato della pista. Ad esempio se vai fuori con le ruote alle curve 1 e 2 non guadagni nulla", ha analizzato.
Alla domanda sul prossimo ingresso di Fabiano Sterlacchini, ex Ducati e più di recente KTM ha quindi detto: "Non lo conosco, ma poter contare su qualcuno che arriva da fuori è molto importante. C'è voluto del tempo a far comprendere al costruttore che l'approccio deve essere questo, dunque la notizia mi fa essere ottimista e fiducioso. D'altronde ho un contratto biennale e due anni senza alcun cambiamento sarebbero decisamente lunghi".