Marc Marquez dovrà fare qualcosa di davvero speciale in Austria per tentare di restare aggrappato al trenino di piloti che puntano al titolo 2024. Non è mai stata una impresa semplice, ma di certo il Marquez che abbiamo visto in pista nelle ultime gare non è lo stesso di inizio stagione, o almeno la sua GP23 sta iniziando ad accusare anche più di prima il divario con le tre GP24 che lo precedono in classifica e semplicemente Marc non riesce a fare la differenza a sufficienza da colmare quel gap.
Lo zero a Silverstone nella Sprint ha avuto un peso in classifica, facendolo retrocedere dalla 3a alla 4a posizione, perché ora in terza posizione si trova Enea Bastianini, che grazie alla doppietta in Gran Bretagna si è rilanciato nella corsa al titolo. In Austria poi Marc ha alcuni ricordi belli, ma è anche il tracciato su cui ha incassato diverse sconfitte all'ultimo giro.
"Ho perso tre volte qui all’ultimo giro - ha ricordato in conferenza - E’ una pista che mi piace molto, su cui ho sempre guidato bene. Adesso sono in sella alla migliore moto possibile al Red Bull Ring, che è la Ducati. Ma chi è al mio fianco oggi in conferenza guida la mia stessa moto ed oggi sono tutti e tre più veloci di me, quindi direi che devo continuare a spingere ed imparare per cercare di chiudere questo gap".
Chi preferiresti affrontare in un duello all'ultimo giro qui?
"Non vorrei battermi con Enea, perché è sempre fortissimo negli ultimi giri. Io non direi nessuno, perché al momento onestamente non mi sento pronto per lottare fino all’ultimo giro con nessuno di questi tre piloti, ma ci proverò. Durante il fine settimana sono un passo in avanti, l’abbiamo visto negli ultimi GP e sappiamo di dover fare un vero passo in avanti, specialmente per poter lottare con Martìn e Pecco, che al momento hanno la costanza per essere sempre davanti".
Nel 2025 arriverai tu nella squadra di Bagnaia. Sarà una cosa diversa rispetto al passato per te.
"Si, per me sarà una nuova esperienza. Di solito ero quello che doveva difendersi da chi arrivava, come Lorenzo e poi Mir. Erano entrambi campioni, ma era una situazione diversa perché io ero quello che conosceva meglio la moto. Nel 2025 sarà una esperienza molto diversa per me, perché Pecco è il riferimento di Ducati, ha il numero 1 sul capolino. So che dovrò imparare molto da lui, anche se già oggi ho tutti i suoi dati, ma quando sei nello stesso box cambia tutto. Io spero che ci potremo aiutare a vicenda, siamo entrambi molto competitivi e questo penso che possa aiutarci a far alzare il livello nel box. Quando ci sono due piloti molto forti nel box, penso che si aiutino a vicenda. La vedo una competività sana, che può aiutare".
Qui avrete una gomma diversa al posteriore (dovrebbe essere più resistente alle alte temperature N.d.R.) , tu pensi di poterla sfruttare?
"Sarà interessante, perché sarà la prima volta che usiamo questa gomma nel 2024. In passato ci avevo sofferto molto con la Honda. Non saprei cosa dire ora, perché qui sappiamo che il consumo gomme è molto elevato, ma so anche che servirà trovare il modo per tirare fuori il massimo dalla moto in accelerazione, che è il suo punto forte qui".
Sei a metà stagione il pilota con più cadute in MotoGP, da cosa dipende?
"E’ vero che nella prima parte della stagione sono caduto molte volte e spesso era semplicemente colpa mia. Ma nelle ultime gare ho fatto alcune cadute che non sono dipese da me e questo mi ha tolto un po’ di confidenza. Ma adesso sto di nuovo lavorando per cercare il limite nel mio solito modo. Almeno sono state cadute che sono successe per la maggior parte dei casi nelle libere. In gara sono caduto a Silverstone nella Sprint. Di certo mi piacerebbe cadere di meno, ma al momento non è un numero a cui penso molto".
Il fatto che tu abbia una GP23 incide?
"Io penso di avere una ottima moto, con cui è possibile fare molto bene. Non credo che sia giusto dire che dipenda dalla moto, anche perché sono sempre stato molto critico con me stesso ed oggi Pecco e Martìn stanno andando più forte, sono un passo in avanti. Certe volte arrivo su una pista e mi trovo bene da subito, già dal venerdì mattina. Altre volte l'assetto di base con cui partiamo al venerdì, non funziona, come ad esempio a Silverstone. Noi cambiamo poco da una pista all'altra, quando trovo una base buona so di poter lottare anche con i piloti che stanno lottando per il titolo, altrimenti è difficile".
Adesso sappiamo che VR46 sarà il riferimento in Ducati come squadra satellite. Tu ci avresti fatto un pensiero?
"No, la mia opzione era la squadra ufficiale o Gresini. Non sarei passato da una squadra satellite ad un’altra. Per me il livello di Gresini Racing è molto vicino a quello ufficiale, quindi sarebbe stata una buona opzione per restare lì avendo una moto ufficiale, ma sfortunatamente non ho avuto questa chance. Ma ho avuto un’altra strada per me che è la migliore, ovvero quella che mi ha portato in Ducati Factory".
Non c'erano altre strade per te? Dovrai rinunciare a Red Bull.
"No, perché sono in un punto della mia carriera sportiva in cui l'unica cosa davvero importante è trovarsi nel posto giusto per ottenere il massimo in pista e questo posto oggi è la squadra ufficiale Ducati. Sono stato con Red Bull dal 2018 e mi avrebbe fatto piacere continuare a lavorare con loro. Ma adesso le chiavi sono in mano a Ducati".
Ci sapresti dire chi è il compagno di squadra più temibile che hai avuto in questi anni?
"Per me è stato Dani Pedrosa, che è anche quello da cui ho imparato di più. E' quello da cui ho imparato di più perché me lo sono trovato come compagno al mio debutto in MotoGP, ma è anche stato quello che ho temuto di più perché nel 2013 e 2014 era velocissimo. La differenza c'era, ma era davvero forte. Jorge Lorenzo è arrivato ma non si è mai trovato bene con la Honda, veniva da una Ducati con cui aveva anche iniziato a vincere, ma in HRC è stato diverso. Di certo lo rispettavo molto come pilota, però non aveva la velocità per temerlo".