Agosto, se non addirittura la prossima settimana, sarà un momento decisivo per il futuro di Andrea Iannone nel Mondiale Superbike. In questo periodo di vacanza che separa i piloti delle derivate di serie dal prossimo appuntamento in Francia, in scena a Magny-Cours nel fine settimana del 06-08 settembre, The Maniac sarà infatti chiamato a prendere una decisione sulla squadra, e il costruttore, con cui continuare la sua carriera tra le derivate di serie.
Da un lato Go Eleven e Ducati, dall’altro GRT e Yamaha. Un bivio, davanti a cui Iannone intende ponderare con attenzione i passi da compiere. Senza escludere anche la remota opzione di restare a casa il prossimo anno. “Al momento non c’è nulla di chiaro. Sto valutando delle cose, non ho alcuna idea e non voglio stressarmi. Penso che per Magny-Cours ne sapremo di più”, ha ammesso il 35enne a Portimao.
In attesa di conoscere l’esito delle sue valutazioni, cerchiamo di capire quali potrebbero essere i pro e i contro da soppesare sui piatti della bilancia.
Ducati e Go Eleven
Pro
Sfumato il passaggio nel team Aruba, continuare con Go Eleven sarebbe senza dubbio la migliore opzione per Iannone, per dare continuità al percorso intrapreso con la Ducati e con la struttura piemontese. Un sodalizio che ha portato tre podi nei primi sette Round della stagione, dimostrando di avere tutte le carte in regola per lottare stabilmente per le posizioni di vertice.
Risultati che sarebbe ancor più facile ottenere la prossima stagione, visto che Andrea avrebbe dalla sua l’esperienza e i dati accumulati in questo primo anno sulla Panigale V4 di Go Eleven. Non una moto factory, ma comunque una delle più prestazionali di tutto lo schieramento.
Contro
Andrea l’ha detto e ripetuto in tutte le salse che vuole una moto e una squadra ufficiale nel 2025, ma Ducati sembra fare orecchie da mercante. Nessuno mette in discussione il talento e la fame dell’abruzzese, ma è altrettanto vero che non rappresenta il fulcro del progetto SBK della Casa di Borgo Panigale. Le cui attuali priorità consistono nel mettere nero su bianco il rinnovo di Bautista e poi capire come e quando far debuttare nella classe regina Adrian Huertas. L’erede designato del campione spagnolo.
“Dispiace per Andrea, ma come dice sempre Dall’Igna non abbiamo le moto per tutti e bisogna fare delle scelte, che a volte accontentano e altre scontentano”, ci aveva detto sibillino Michele Pirro. A conferma dello scenario da pilota Indipendente che si prospetta per Iannone, qualora decida di continuare con Ducati e in una squadra a gestione famigliare come quella di Gianni Ramello.
Una soluzione che non sconfinfera The Maniac, che vuole, e ha bisogno, di qualcosa in più per centrare il suo obiettivo di lottare per il Mondiale. Soprattutto in un anno come il 2025, in cui i piloti Ducati dovranno cercare di limitare i danni con l’attuale V4. Al netto di sorprese a livello regolamentare.
Yamaha e GRT
Pro
Non sarà sulla carta la prima squadra della Casa di Iwata in Superbike, ma GRT non ha niente da invidiare al team Pata Prometeon Yamaha. Non più squadra Indipendente già da quest’anno, la struttura diretta da Filippo Conti è pronta a offrire a Iannone una moto del tutto identica a quelle factory di Jonathan Rea e Andrea Locatelli e un vero e proprio progetto per il futuro, grazie a un contratto gestito direttamente da Yamaha Motor Europe.
Un elemento importante per il futuro di The Maniac. Sia perché potrebbe permettergli di approdare nel team ufficiale nel 2026, dove ritroverebbe anche i suoi sponsor Pata e Prometeon; sia perché terrebbe vivo il suo sogno di tornare un giorno in MotoGP, anche per una semplice wildcard. Agevolando eventuali test e rapporti con il team Pramac Racing, che dal prossimo anno sarà la seconda squadra factory Yamaha nella classe regina del Motomondiale.
Contro
Inutile girarci intorno: salire sulla R1 è un grosso azzardo. Pur avendo la reputazione di una moto facile e gentile, la SBK giapponese non è una delle moto più semplici da spingere al limite. E, al momento, non è nemmeno la più prestazionale in griglia. Quantomeno sul dritto.
Unirsi al team GRT, quindi, non vorrebbe soltanto dire ripartire da zero. Ma anche mettere in conto l’eventualità di non poter lottare da subito per podi, vittorie e, conseguentemente, per il titolo. Prestazioni e risultati, oltretutto, non sarebbero un’incognita solo per il prossimo anno, ma anche per il prossimo futuro.
Più che nello sviluppo del progetto Superbike, gli sforzi della Casa dei Tre Diapason sono infatti concentrati sulla missione di riportare al successo la M1 in MotoGP e, mentre Ducati ha già pronta la nuova Panigale V4 per il 2026, ad oggi non è dato sapere se e quando arriverà una versione completamente nuova della R1. La cui versione stradale uscirà dai listini europei a partire dal 2025.
Continuare con Ducati e Go Eleven, o abbracciare la sfida Yamaha con GRT? Difficile ipotizzare quale sarà la scelta di Iannone, che avrà certamente tanti elementi su cui riflettere in questi giorni di vacanza.