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SBK, Ana Carrasco: “Ho capito come diventare una campionessa imparando dai migliori”

“Ho condiviso il box con piloti come Vinales e Rea, ma fino ai 14 anni ho sempre corso con mio padre come meccanico ed è stato lui a insegnarmi quasi tutto ciò che dovevo sapere sulle corse”

SBK: Ana Carrasco: “Ho capito come diventare una campionessa imparando dai migliori”

Se c’è una pilota che non ha bisogno di presentazioni, questa è senza ombra di dubbio Ana Carrasco. Pioniera del motociclismo femminile, la 27enne murciana è stata la prima donna a vincere un titolo Mondiale contro i maschi, imponendosi nel 2018 in Supersport 300. 

Non tutti, però, forse sanno che Carrasco ha cominciato ad affacciarsi al motociclismo già dalla tenera età di tre anni, incoraggiata dal padre. Meccanico con un passato nel mondo delle corse, il padre di Ana ha avuto infatti una grande influenza sulla sua carriera, standole vicino quando ha cominciato a muovere i primi passi a livello agonistico.

Un percorso avviato nelle categorie junior spagnole, che ha portato ben presto vittorie e soddisfazioni alla giovane murciana, campionessa 125cc del campionato Extremadura nel 2009 e vincitrice, quello stesso anno, anche del campionato Murcia 125cc 2T e della Coppa di Spagna. Continuando ad affinare il suo talento sul palcoscenico nazionale, Carrasco è diventata la prima ragazza ad andare a punti nella classe 125cc del CEV nel 2011. Impresa ripetuta la stagione successiva, nel primo anno di vita del CEV Moto3, e poi ancora nel 2013, quando ha centrato un 8° posto a Valencia nel suo anno d’esordio nel Mondiale Moto3.  

Da chi ho imparato di più nella mia carriera? Mio padre. Ho trascorso molto tempo con lui fino ai 14 anni, quando ho cominciato a lavorare con un team per la prima volta. Ho sempre corso con lui come meccanico, quindi credo che mi abbia insegnato quasi tutto ciò che dovevo sapere sulle corse - ha raccontato Ana - Poi ho sicuramente avuto l’opportunità di lavorare con molte persone di grande esperienza nel Campionato del Mondo. Condividendo il box con piloti come Maverick Vinales e Jonathan Rea, ho avuto la possibilità di imparare dai migliori e questo mi ha aiutata molto nel cercare di capire come diventare una campionessa”.

Obiettivo centrato nel suo secondo anno in Supersport 300. Campionato in cui la spagnola è approdata nel 2017 dopo tre anni nella classe più leggera del Motomondiale, a cui ha poi fatto ritorno nel biennio 2022-2023, e che è stato fin qui il capitolo più fruttuoso della sua carriera, grazie al titolo conquistato nel 2018 e al 3° posto dell’anno successivo.

Pur aver sposato quest’anno la causa del neonato Mondiale Femminile, dove difende i colori del team Evan Bros ed è in piena lotta per il titolo, per la 27enne non è mai stato un problema nemmeno gareggiare contro gli uomini.

“Per me era normale essere l’unica donna, o una delle poche donne. Mi sono trovata nella stessa situazione di quando avevo 3 anni, per tutta la vita è stato lo stesso. In pista sono una pilota, quindi non vedo alcuna differenza tra me gli altri. Mi sono sempre sentita molto rispettata da tutti. Se le persone vedono che sei concentrato sul tuo lavoro, che cerchi di essere professionale e soprattutto sei veloce, tutti ti rispettano”, ha spiegato. 

“Onestamente, mi sono sempre sentita molto sostenuta dai tifosi, sin dal primo giorno in cui sono arrivata nel Campionato del Mondo. C’è sempre qualche persona a cui non piaci, ma magari non apprezzano me, o Marc Marquez, o non gli piace nessuno. Sono felice perché mi sono sempre sentita bene, la gente mi ha sempre supportata, nei momenti belli e soprattutto in quelli brutti. Ho sempre sentito che le persone mi rispettano e mi sostengono”.

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