A volte ritornano, verrebbe proprio da dire così. A Portimao c’è un italiano in più al via della SuperSport. Trattasi di Lorenzo Dalla Porta, chiamato da VFT a sostituire l’infortunato Ruiz in sella alla R6 del team capitanato da Fabio Menghi.
Il pilota toscano lo abbiamo intercettato nel paddock scambiando alcune battute in merito a questa opportunità ricevuta last minute senza dimenticare quelli che sono i suoi trascorsi. Il titolo del 2019 in Moto3 resta infatti l’ultimo vinto da un italiano nella minima cilindrata.
“È da tanto che cercavo un’opportunità nel Mondiale SSP e penso che VFT possa essere una grande occasione per me – ha esordito – sono infatti molto contento di questa chiamata e non vedo l’ora di iniziare. Arrivo a questo round dopo la tappa di settimana scorsa al CIV, dove eravamo ad un livello alto dal punto di vista della guida. Purtroppo, dal lato tecnico, eravamo in difficoltà, dato che le Ducati sono cresciute molto. Ora però siamo qua a Portimao e voglio dimostrare di essere un pilota da Mondiale con l’intenzione di tornarci nel 2025”.
Lorenzo, sei stato l’ultimo iridato in Moto3. Penso che ancora oggi sia viva quell’immagine nella tua mente?
“Il mondo delle corse è così: se vinci se il Re del Mondo e se poi fai schifo sei un coglione. Nel momento in cui mi sono infortunato è stato difficile farlo capire alla gente, soprattutto poi recuperare. L’unica cosa che puoi fare è risalire la china”.
Quanto ti ha messo a dura prova la Moto2?
“Dopo la Moto3 sono passato in Moto2 e avevo problemi con la spalla sinistra. Utilizzavo solo la spalla destra in moto e soffrivo. Poi nel momento in cui mi è uscita la spalla sono esploso perché è tosta passare da campione del mondo a mangiare merda per tre anni. Adesso però sono in una nuova situazione e sto cercando il posto in cui merito di stare, che penso sia questo. Sto infatti lavorando per essere nel Mondiale il prossimo anno e penso di meritarlo anche un po’ più degli altri”.
La SSP può essere quindi la nuova sfida 2025?
“In questo lavoro i ci metto tanto sacrificio e impegno, magari da fuori non lo si vede. Come ho detto sto cercando di tornare per ottenere qualcosa di bello”.
Sei ancora toscano oppure sei diventato romagnolo?
“Sono sempre toscano (sorride). Al tempo stesso mi piace però vivere in Romagna, dove mi alleno con Mantovani e Caricasulo”.
Se dovessero darti una bacchetta magica, cosa cambieresti del tuo passato?
“Forse avrei gestito alcune situazioni in maniera diversa, come ad esempio il problema fisico, intervenendo prima senza aspettare. Nonostante le difficoltà, se penso ad esempio all’avventura in Italtrans, siamo comunque stati competitivi a tratti. L’unico problema è che in gara il fisico mi ha condizionato. Poi è arrivato lo scorso anno, dover ero un po’ disintegrato dopo il passaggio dal Mondiale Moto2 alla SSP”
Ora però sei di nuovo qua!
“Devo ringraziare Fabio Menghi perché già a Most gli avevo fatto la battuta per correre. Alla fine ci siamo e faremo del nostro meglio puntando a ottenere un bel risultato”.
Tu la MotoGP non l’hai provata, ma molti sostengono sia più difficile il salto da Moto3 a Moto2 che da Moto2 in top class.
“È vero! Di questo ne parlavo proprio con Bastianini e anche lui era dello stesso avviso”.