È stato un venerdì più incandescente del solito quello vissuto dal Campionato Italiano Velocità in occasione della Racing Night. Non tanto per le alte temperature registrate in circuito, quanto più per il polverone sollevato dalla decisione di Michel Ruben Rinaldi di non disputare l’intero weekend a Misano dopo aver annichilito gli avversari nelle prove del giovedì con la Ducati Panigale V4R del team Broncos Racing, lasciata libera dall’infortunato Roberto Mercandelli.
Cosa ha portato Rinaldi ad affrontare un turno di prove con il team Broncos, senza avere alcuna intenzione di correre la gara? È il grande interrogativo sollevato dalla vicenda, su cui abbiamo cercato di fare chiarezza chiedendo innanzitutto al team manager del team Broncos Racing, Luca Conforti, di raccontarci come è nata l’idea di girare ieri con il pilota del team Motocorsa.
“Innanzitutto, la nostra priorità era avere Mercandelli e fino all’ultimo abbiamo sperato che recuperasse. Al WDW è salito sulla moto e ci ha detto che la vedeva male e poi a inizio settimana mi ha chiamato per dirmi che non ce l’avrebbe fatta. I ragazzi erano tutti giù perché ci tenevamo a correre la Racing Night, così abbiamo valutato l’idea di Rinaldi, che aveva corso la settima scorsa al WDW e conosce la V4R”, ci ha spiegato Conforti.
“Ci serviva un pilota che aveva già in mano la moto, perché non avevamo tempo per fare un test preparatorio con un pilota proveniente dalla Supersport e non potevamo nemmeno chiedere a Zanetti, che si è rotto la clavicola settimana scorsa - ha continuato - A quel punto ho sentito il team Motocorsa, che mi ha detto che non c’erano problemi, e poi l’ho proposto a Michael. L’ho visto subito molto positivo, ma giustamente voleva valutare la cosa, perché non conosceva né la squadra, né le gomme, né la centralina MoTeC. Abbiamo deciso di girare giovedì per vedere come sarebbe andata e poi valutare. Anche se io ero convinto che non sarebbe arrivato ottavo con questa moto”.
Una valutazione prontamente confermata dai tempi del test, ma che non è bastata a convincere Michael a portare in pista la Ducati della compagine bresciana per l’intero weekend.
“Abbiamo trovato un modo con la Federazione per provare a fare questo test e Michael giovedì ha dato sei decimi a chi quella moto ce l’ha in mano da tre anni, senza aver mai girato di notte. Non so cosa avrei potuto fare di più, ma lui giustamente ha fatto le sue valutazioni” ha osservato il team manager, che pur senza nascondere un certo rammarico ha voluto guardare il bicchiere mezzo pieno.
“È chiaro che noi avremmo voluto goderci un weekend di alto livello, ma d’altra parte, nel nostro piccolo, siamo comunque contenti, perché i risultati di giovedì significano che siamo bravi, che l’abbiamo fatto star bene in poco tempo permettendogli di esprimersi e durante quest’anno abbiamo visto che non è una cosa così scontata - ha sottolineato - È per questo che da un lato sono contento, anche se adesso i ragazzi hanno dovuto ricaricare la moto sul camion e tornare a casa, perché io ho movimentato tutti, anche la Federazione, che ho già ringraziato, anche se la cosa purtroppo è stata abortita. Più di questo, noi non potevamo fare”.
Cosa ha spinto dunque Rinaldi a fermarsi dopo un solo turno di prove? Ce lo ha spiegato il diretto interessato, cercando di fugare ogni possibile dubbio sollevato dalla vicenda.
“Con Luca ci eravamo accordati per fare la giornata di giovedì e poi valutare se fare anche tutto il weekend, ma ho deciso di non farlo perché la moto con le gomme Dunlop e l’elettronica MoTeC è molto diversa da quella che utilizzo nel Mondiale Superbike e gareggiando settimana prossima non mi è sembrato molto propedeutico abituarmi a questo tipo di moto”, ha chiarito Michael.
“Un conto è girare al giovedì da solo e un conto è affrontare due gare, con i relativi rischi - ha concluso - Mi ha fatto piacere provare la moto in configurazione CIV e girare, ma come ho scritto anche nel mio post il mio focus è sul campionato Superbike”.