A Silverstone c'era anche lui, John McGuinness, il pilota 51 enne famoso per i suoi 23 successi al TT dell'isola di Man. Famoso per essere uno specialista delle corse su strada, il pilota di Morecambe vanta anche una grande esperienza nei circuiti chiusi: ha infatti corso anche nell'endurance alle 24 ore del Bol D'Or e di Le Mans, come anche in alcune wild card all'epoca delle 500cc a due tempi e la Daytona 200. E' anche un campione nella 250cc del campionato britannico ed ha chiuso terzo nel campionato inglese Superstock nel 2009. Un pilota a tutto tondo quindi, conosciuto a rispettato anche da piloti come Rossi che lo aveva scherzosamente soprannominato "palle d'acciaio" per il coraggio dimostrato dal britannico sulle due ruote. Proprio con Valentino Rossi ed alcuni altri piloti di MotoGP McGuinnes ha girato qui a Silverstone di recente, compiendo tra l'altro un giro dietro a Valentino che gli era valso "il giro più veloce che abbia mai fatto qui".
Come è stato girare qui a Silverstone?
"E' stata una bella esperienza, non devo fare tutto un campionato quindi posso scegliere i circuiti dove girare, ho avuto questa possibilità di correre con la superstock e scelgo di girare nei circuiti in cui mi diverto. Ho corso qui alcune settimane fa coi ragazzi, ho avuto un assaggio diciamo, ho seguito Valentino per un giro ed ho fatto il giro più veloce che abbia mai fatto qui, ero tiratissimo in quel giro! Era un qualcosa che non vedevo l'ora di fare, eravamo qui con le moto con la famiglia e gli amici senza troppe pressioni, se avessi conquistato dei punti o meno non era importante. Mi diverto ancora molto a guidare in moto, è questo il mio problema! - scherza il pilota inglese - dovrei già essermi ritirato alla mia età ma non riesco. Adoro mettermi il casco e vado ancora benino".
Che tipo di circuito è Silverstone rispetto agli altri tracciati britannici?
"E' sicuramente un circuito diverso, molto piatto e molto largo. E' strano, rispetto ad Oulton Park o Cadwell Park, che è molto stretto e ai limiti della pista c'è subito l'erba, è molto più vecchia scuola, molto tecnico. SIlverstone è un circuito unico, è uno dei più vecchi e famosi, in un certo senso è la casa del Motorsport britannico e si è evoluto tempo. Quando iniziai a correre negli anni '90 era molto diverso, ci sono diverse configurazioni del tracciato, ma per me è davvero grande, direi quasi gigantesco. Sembra sempre di non essere abbastanza veloce sul rettilineo mentre al TT è molto diverso. In generale mi piace a prescindere stare su una moto, amo correre su qualsiasi circuito".
Com'è stato correre con Valentino e scambiare opinioni con lui nel box?
"Ci siamo fatti una bella chiacchierata, lui è dell'ultima generazione che ha corso sulle due tempi prima dell'avvento dell'elettronica quindi avevamo molto di cui parlare. E' genuinamente interessato nel TT, ma abbiamo parlato anche di altro come lo speedway ed il motocross. Ho parlato anche con gli altri ragazzi, anche Morbidelli era interessato al TT e a cosa faccio. Per me qui è come essere a casa, ma in pista sono tutti davvero veloci, così veloci! - prosegue con una risata - io me ne vado in giro col mio stile di guida oldschool mentre questi ragazzi piegano col gomito a terra. Ero dietro ad Alex Rins ed era col gomito a terra, andavamo alla stessa velocità ma ero molto lontano dall'avere il gomito a terra. E' stata un'esperienza magnifica, è bello avere ancora queste opportunità. Ci siamo divertiti e ci siamo fatti delle risate, rispettandoci in pista, ed ho avuto anche modo di imparare qualcosa. C'era anche Bezzecchi che è caduto dopo tre giri, ho sentito la moto che raschiava l'asfalto, ma sono tutti molto professionali, sono come degli dei eppure a vederli sembrano piccoli ma ciò che fanno è incredibile. Abbiamo finito verso le tre del pomeriggio, ma avevamo il circuito tutto per noi e non volevo tornarmene a casa. Avevo il serbatoio grande che usiamo al TT e quindi ho continuato a usare la pista con tutti che mi dicevano di andare a casa! Non ti capita spesso l'opportunità di avere Silverstone tutta per te e gratis!"
Che differenza c'è tra il correre su un circuito come questo ed una gara del TT?
"Per me correre su un circuito come questo è sicuramente molto più fisico del TT, all'isola di Man devi entrare in una sorta di ritmo, è una questione di passo e ci sono dei punti in cui ci sono molti cambi di direzione e diventa più fisico ma ci sono anche parti in cui puoi rilassarti. Suona folle, ma nei rettilinei puoi fare dei bei respiri, puoi sgranchirti le dita e così via, devi trovare un equilibrio perchè la gara dura 1 ora e 45 minuti e se spingi troppo all'inizio... qui serve molta concentrazione e questo rende tutto più intenso, si frena molto duro, mentre usi i freni in modo diverso, anche se anche lì bisogna tenere alta la concentrazione perchè sappiamo tutti quanto costa commettere errori".
Puoi affrontare il TT ad occhi chiusi, qui è stato più intenso perchè hai cercato di migliorarti?
"A volte capita, l'ho fatto in passato quando ero più giovane ma i circuiti brevi non sono mai stati il mio forte. Ho corso nella supersport e in qualche wild card, vinsi il campionato inglese sulla 250 ed ero decente ma quando arrivai ai livelli più alti non avevo la stoffa per fare altrettanto bene. Ho fatto così tante gare all'isola di Man, più di 100, sono un sacco di gare, ho almeno 50.000 miglia su quel circuito. Ricordo quella statistica per cui Valentino sommando i suoi GP ha fatto il giro del mondo, io penso di averlo fatto un paio di volte, è una statistica curiosa. Visto dall'esterno sembra incredibile ma per me è normale. Ma non è solo una questione fisica, in MotoGP si corre bene o male sempre nello stesso orario, mentre al TT la gara potrebbe essere rimandata, le condizioni cambiano di continuo, la posizione del sole, la luce che attraversa gli alberi, la direzione del vento, è difficile e ci sono tante incognite da considerare, in MotoGP è sicuramente più ripetitivo, le sensazioni sono diverse".
Dopo aver parlato con vari piloti di MotoGP, ce n'è uno che secondo te avrebbe la mentalità giusta per affrontare il TT?
"Il tuo mondo cambia quando corri all'isola di Man, all'improvviso qualcosa cambia e lo rispetti di più. Penso che Valentino sarebbe l'uomo giusto per affrontare quella gara. Quando venne nel 2009 si divertì, fece anche una parata, mi chiamò "palle d'acciaio"! - ride - anche Nicky Hayden e Capirossi sono venuti, ma la cosa bella è che avrebbero potuto danneggiarne l'immagine, avrebbero potuto dire che è da pazzi e troppo pericolosa come gara, ma si sono approcciati con rispetto ed un atteggiamento positivo. Sappiamo che è pericolosa, sappiamo cosa può succedere, ed era parte del campionato fino al 1972, all'epoca quei piloti dovevano affrontarla per forza, non avevano scelta! Come sempre è difficile parlarne e riuscire a trasmettere quelle sensazioni. Ma so che tutti ne parlano e molti la guardano e si divertono".
Ti piacerebbe provare una MotoGP?
"Adorerei guidare una MotoGP, ho provato la vecchia 500 due tempi ma le moto moderne sono un'altra storia. Forse dovrei chiederlo alla Honda ma immagino che ora abbiamo altre cose a cui pensare. Dev'essere una situazione frustrante per loro in MotoGP, è una casa storica ma ora stanno avendo delle difficoltà, spero risolvano nei prossimi anni, penso che lo faranno".
Com'era correre al TT all'era dei due tempi?
"Facevamo pratica alle cinque e mezza del mattino, l'aria era densa, e siccome salivamo su una montagna e lì faceva freddo, quindi bisognava calibrare quando si scendeva al livello del mare. Avevamo una ventola sul radiatore che potevamo chiudere od aprire, per tenere il motore caldo o per raffreddarlo, c'era una leva sul manubrio per questo, quando salivi in montagna chiudevi e poi lo riaprivi, il motore ti dava subito un segnale quando si raffreddava. Ho provato una 500 col motore a V, un po instabile e forse troppo leggera, perdeva un po' in velocità, era il 1998, Finii la benzina all'ultimo giro a poche miglia dalla fine della gara mentre ero quarto. La gara all'isola di Man mi piace - prosegue - non ho pressioni li, ed il mondo scorre molto più lentamente. Le Superbike fanno paura adesso, onestamente ci sono salito e quando sei all'apice della curva bene o male la velocità è la stessa di 20 anni fa, ma quando acceleri è dura".
Se dovessi scommettere un penny tra la sfida Bagnaia contro Marquez il prossimo anno?
"Il mio cuore dice Marquez, ma la realtà probabilmente è a favore di Bagnaia. Ma non puoi staccare gli occhi di dosso a Marquez, è un pazzo. Tutti aspettano di vedere cosa succederà, ha avuto quel contatto con Bulega la scorsa settimana. Dev'essere fatto di ferro, sembra che non senta dolore, eppure dovrebbe averne dopo esser caduto milioni di volte all'anno, è incredibile. Ma è bello vederlo, guardarlo correre è contagioso. Bagnaia ha vinto la race of champions, anche lui ha un grande talento. Ma non voglio scommettere troppo, sono del nord dell'Inghilterra, siamo cauti col denaro, noi diciamo che abbiamo le tasche lunghe e le braccia corte!", conclude infine scherzando.