Quindicesimo della generale con appena 44 punti contro i 222 del leader Pecco Bagnaia, Fabio Quartararo non ha mai nascosto la propria delusione per una situazione che fatica a cambiare nonostante le concessioni abbiano comunque permesso a Yamaha di accorciare le distanze dalle rivali europee.
Abituato a vincere e a fare la differenza, il francese si sta trovando, ormai da qualche anno, a combattere nelle retrovie. Uno stato di cose difficilmente accettabile, ma diventato pian piano una pillola meno amara grazie all'arrivo nel team di Massimo Bartolini.
"Il suo approdo in squadra è uno dei motivi principali per cui sono rimasto - ha confidato a Speedweek a proposito dell'ex responsabile della performance in Ducati - Si intende di propulsore e di elettronica, inoltre sa come dare fiducia a un pilota. Un aspetto, questo, davvero importante. Le sue informazioni mi hanno convinto a restare e poi volevo lavorare con lui. Il suo ingaggio è stato un rischio, ma devo dire che ha cambiato completamente il mio modo di pensare".
Dal 2025 ad aiutare la scuderia factory ci sarà la Prima Pramac Racing, non più dotata di Desmosedici, ma, appunto, di M1. Un altro passo cruciale per la Casa del Diapason.
"Quando ho firmato le trattative erano già avviate, ma non si sapeva se la cosa sarebbe andata in porto. In ogni caso, se avessi percepito che l'approccio era lo stesso di prima non sarei rimasto - ha sottolineato - Personalmente non lo considero un team satellite, ma un'estensione di quello ufficiale. Le motociclette dovranno essere uguali per poter pensare di migliorare molto e velocemente".
Infine un'analisi dal punto di vista tecnico. "Non dico che in passato la moto fosse perfetta, ma ci mancava solo un motore potente. Ora c'è, però abbiamo perso tutto il resto. Non abbiamo grip e di conseguenza la guidabilità, oltre all'aerodinamica. Stiamo cercando di trovare un equilibrio tra gli elementi, senza rinunciare a quanto guadagnato. Un obiettivo complesso da raggiungere", ha confessato.