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SBK, Ciabatti: "L'idea di Ducati è vincere a Suzuka, magari con Bagnaia e Di Giannantonio"

"Prima di partire avrei firmato per una Top 5, ma avere mancato il podio mi ha lasciato l'amaro in bocca. La moto non ha avuto problemi in 8 Ore, dobbiamo migliorare nei pit stop. E con i piloti giusti..."

SBK: Ciabatti:

Dietro alla partecipazione di Ducati alla 8 Ore di Suzuka c’è (anche) lo zampino di Paolo Ciabatti. Il manager torinese è impegnato nella nuova avventura nel motocross della Rossa, ma non ha abbandonato la velocità. Si occupa ancora dei campionati SBK nazionali e ha spinto per portare la Panigale V4 in Giappone, per sfidare a casa propria i marchi nipponici. Non si può dire che sia andata male perché la Ducati, con i colori del team Kagayama, ha sfiorato il podio al suo debutto nella classica dell’endurance. “È una gara speciale, molto emozionante. Rispetto al GP di Motegi di MotoGP c’è il triplo degli spettatori ed è una gara storica, iconica, qualcosa da provare una volta nella vita - racconta Ciabatti - Ci siamo andati con il team Kagayama anche per acquisire esperienza per un futuro che non è ancora definito”.

Com’è andato questo debutto?
Mi è rimasto un po’ di amaro in bocca. Prima di partire avrei firmato per stare nei primi 5 perché girare per 8 Ore con una moto SBK con il caldo che faceva senza problemi tecnici non era banale, ma dopo avere fatto il 2° tempo in qualifica a un decimo dalla Yamaha ed essere stati al 3° posto fino a mezz’ora dalla fine… il 4° posto è un risultato positivo, ma che lascia l’amaro in bocca. Va detto che ci siamo potuti giocare il podio anche perché la squadra Suzuki è stata penalizzata con un ride through per un’infrazione durante un rifornimento”.

Cosa vi è mancato per un risultato storico all’esordio?
A fine gara Syharin aveva i crampi, è arrivato al traguardo completamente disidratato, quindi negli ultimi 5 giri girava molto piano. Però il problema principale è stato che a ogni pit stop perdevamo mediamente dai 10 ai 15 secondi rispetto ai migliori team, ma è stato dovuto a una mancanza di esperienza. Abbiamo capito delle cose importanti. Detto questo, avere finito nei primi 4 la 8 Ore di Suzuka al primo tentativo è sicuramente positivo, siamo arrivati davanti al team BMW che corre regolarmente il Mondiale Endurance”.

Avete in programma nel futuro, oltre a correre la 8 Ore di Suzuka, di entrare in pianta stabile nell’EWC?
No. Ho parlato anche gli organizzatori, che sono stati molto gentili e ci hanno accolto a braccia aperte, ma il problema è che è un campionato con solo 4 gare ed è difficile mettere in piedi e mantenere una struttura professionale per così pochi appuntamenti”.

Quindi qual è l’idea di Ducati?
La 8 Ore di Suzuka ha avuto sempre un grabde significato per noi, perché in Giappone è la gara numero 1, ancora più importante della MotoGP. È molto spettacolarizzata e offre molto divertimento agli spettatori ma - aggiungo - c’è anche un caldo disumano. I piloti hanno fatto una grandissima fatica, dopo il turno di un’ora erano esausti. Fisicamente è molto dura per loro, soprattutto in un’edizione come questa in cui non ci sono state Safety Car né ritiri importanti, il che dà ancora più valore al nostro 4° posto. Come Ducati pensiamo all’idea di andare alla 8 Ore di Suzuka per vincerla perché sarebbe un risultato storico”.

Intanto siete già riusciti a stare al comando anche per qualche giro nelle battute iniziali.
Ryo Mizuno è un pilota molto veloce è stato in testa per diversi giri, del resto in qualifica era stato vicinissimo alla Yamaha. Voglio anche dare onore al merito della Honda, che ha preso 40 secondi di penalità nell’ultimo rifornimento, altrimenti sarebbe stata davanti alla Yamaha di quasi un minuto: bravi, come Yamaha e Suzuki. Bisogna tenere conto che nel team Kagayama, per la 8 Ore di Suzuka, ci sono in squadra anche dei non professionisti, degli appassionati con esperienza ma a un livello diverso dai top team. Ciò nonostante ci siamo giocati il podio fino a mezz’ora dalla fine e non abbiamo avuto nessun problema tecnico”.

Bagnaia ha già dato la sua disponibilità per il futuro…
Credo che tutti i ragazzi dell’Academy, sapendo che Valentino ha corso e ha vinto la 8 Ore - e avendone sentito i racconti - avrebbero voglia di farla. Non abbiamo preso ancora nessuna decisione per il prossimo futuro perché aspettavamo questa gara per delle informazioni in più. Ora sappiamo che la moto regge 8 Ore di gara bene e che bisogna migliorare qualcosa nei pit stop. Penso anche che con dei piloti di MotoGP si possa fare bene. Zarco è stato molto bravo alla sua prima volta”.

Hai già una squadra in testa?
Un pilota giapponese forte come Mizuno sarebbe una parte importante per la squadra. Vedrei un bel mix con Pecco e magari un altro pilota, so che anche Fabio Di Giannantonio vorrebbe fare la 8 Ore. Secondo me servono piloti veloci, ma che abbiano anche voglia di partecipare perché è una gara molto impegnativa. Devi essere molto preparato fisicamente”.

A prescindere da tutto, la voglia di tornare c’è?
C’è sicuramente e da adesso alla prossima edizione potremo anche lavorare su alcune soluzioni tecniche anche per adattare la nostra moto. Voglio anche sottolineare che sono anche molto soddisfatto dal trattamento ricevuto da Bridgestone che ci ha messo nelle stesse condizioni di tutte le altre squadre ufficiali”.

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