Sabato scorso, al termine di Gara 1 a Donington, abbiamo domandato ad Alvaro: “Pensi che il Campionato sia bilanciato ad oggi?”. La sua risposta è stata: “Ditemelo voi che seguite le gare”. Anche se lui ha preferito non rispondere alla domanda, la sua risposta era comunque ben chiara: ovviamente no!
In questi anni Alvaro lo abbiamo conosciuto sempre meglio e un suo sguardo vale più di tante parole non pronunciate. Pertanto è inutile nasconderlo: nel momento in cui è finito nel mirino della FIM per il suo peso, lo spagnolo si è sentito come l’antagonista, ovvero il nemico da abbattere. Un Bautista colpevole, colpevole di vincere.
Sta di fatto che l’introduzione della zavorra ha condizionato non poco le sue prestazioni. Quanto inficia realmente lo sa solo lui anche se Marco Zambenedetti, responsabile Ducati in Superbike, tempo fa ci disse: “La zavorra influisce innanzitutto dal punto di vista fisico, dato che la decelerazione e l’accelerazione si riducono, perché hai più massa con cui doverti confrontare. Giusto per fare un esempio: il nostro dato di riferimento è 0,1 metri secondo quadro, un numero che sembra esiguo, ma invece non lo è”.
L’ingegnere veneto ha inoltre aggiunto: “Questo dato si amplifica in relazione alla fiducia del pilota sulla moto. In gran parte delle curve diventa più complicata la decelerazione così come l’inserimento. Non solo, anche trovare il traction point, ovvero il momento in cui i piloti fanno il pick-up. Questo divario tende quindi ad aumentare lungo il tracciato e guadagnare 0,1 metri secondo quadro è parecchio a mio avviso”.
Ad oggi è chiaro il fatto che Alvaro non sia ancora riuscito a trovare quella fiducia che serve sulla Rossa. Se lo scorso anno sembrava un fantino in sella alla Panigale, adesso è diventato una sorta di cowboy, chiamato a domare un cavallo tutt’altro che docile come lo era in passato. Nel Mondiale il campione in carica occupa la terza posizione e nei primi sei round è riuscito a vincere sole due gare. Ai numeri non si sfugge e questi dicono che non si può certo pensare di vincere il titolo contro Toprak Razgatlioglu e la sua BMW. Di tutto ciò Alvaro ne è ben consapevole senza che siamo noi a spiegarglielo.
A guardare tutti dall’alto è quindi il 54, che sta viaggiando col vento in poppa e nulla sembra impensierirlo tanto che il round di Donington è stato un messaggio chiaro rivolto alla concorrenza. In tutto ciò, come ben sappiamo, da quest’anno BMW gode delle superconcessioni di cui tanto si è discusso, le quali offrono al turco un ulteriore step in termini di competitività .
Ecco, sul tema vogliamo essere chiari: Toprak è un grandissimo fuoriclasse, un campione, il cui talento non ha forse eguali in questa SBK. Pertanto una cosa va sottolineata: dire che Toprak vince solo per le Superconcessioni è un errore al tempo stesso irrispettoso nei suoi confronti.
Sul tema delle superconcessioni qualcosa però è sfuggito perché forse non si è tenuto conto della variabile umana, ovvero quelle che sono le doti del pilota di questione. Dorna e FIM, grazie al sistema delle superconcessioni, hanno dato alle Case in difficoltà completa apertura fin da subito ad intervenire in maniera significativa su alcune componenti come la rigidità del telaio, la ciclistica e il motore andando quindi a lavorare su albero, pistoni, volano, ecc.
Forse sarebbe stato più adeguato un metodo più proporzionato e graduale, con una valutazione prestabilita al termine di ogni round anziché dare tutto e subito. Detto in parole povere: “apriamo sì alle superconcessioni per le Case in difficoltà, ma facciamolo a piccoli passi, analizzando quanto è migliorata una moto di gara in gara e circoscrivendo il campo di azione”. Sta di fatto che BMW non ha perso tempo. Anzi, mettendo in campo una sorta di arsenale, che per certi versi nulla ha da invidiare a quello di Ducati in MotoGP (vedi test team e ingegneri coinvolti dal settore auto), la Casa di Monaco ha iniziato ad operare in tutte le aree consentite e Toprak, grazie al suo talento, ha spiccato il volo sbaragliando la concorrenza.
A Misano il turco ha calato il tris e a Donington ha stracciato gli avversari senza nemmeno forzare come da lui stesso dichiarato. A tal proposito non rimarremo sorpresi se la trama di questo Campionato fosse di nuovo la stessa anche a Most tra pochi giorni o a Portimao, pista dove lo scorso anno contese la vittoria a Bautista in sella a una Yamaha nettamente inferiore in termini di prestazioni.
In tutto ciò sullo sfondo c’è un Alvaro Bautista costretto a fare i conti con una regola appositamente creata su di lui per colpirlo e affondarlo. È qua che nasce la distinzione: se da una parte si è intervenuti per aiutare una Casa in difficoltà, dall’altra si è messo il mirino su un pilota. In tutta questa faccenda, per come conosciamo Alvaro, siamo abbastanza convinti che lo spagnolo voglia una sola cosa in cuor suo: liberarsi di questa zavorra per poter correre libero, come lui ha sempre fatto, anche se la BMW ha le superconcessioni. A lui, che la BMW abbia o meno le Superconcessioni, interessa poco o niente.
Con gli attuali regolamenti in vigore, visto che le superconcessioni sono basate sul rendimento dei portacolori di una Casa, il rischio è che questo Mondiale possa prendere una piega già scritta, nonostante ad inizio anno si sia cercato di fare tutto il possibile per rendere il Campionato bilanciato e offrire la possibilità di giocare ad armi pari. Ad oggi Toprak gioca ad un gioco a parte mentre agli altri non resta che rincorrere.
Peccato che i buoi siano ormai quasi scappati, e adesso chi chiude la stalla?