Quando la prima bandiera a scacchi della stagione è sventolata in Qatar (parliamo di Gran Premio) una cosa sembrava palese: la KTM era cresciuta moltissimo, Binder sembrava un più che degno rivale per il titolo e Pedro Acosta incarnava il Marquez del futuro, tutto arancione. A Portimao le cose sono andate forse anche meglio, con Acosta per la prima volta sul podio e Binder 4°, in piena lotta in classifica iridata.
Ad Austin poi, con il secondo posto conquistato domenica, Acosta stava davvero iniziando a spaventare, tanto che qualcuno l’aveva addirittura indicato come potenziale pretendente al titolo. Ma da quella domenica in poi, è iniziato un declino di prestazioni che ha visto la RC16 mancare costantemente il podio, con Binder e Miller in netta difficoltà, Augusto Fernandez già con le valigie in mano e totalmente scoraggiato ed il solo Acosta in grado di portare la moto austriaca in top five con regolarità.
Nel Motorsport per stabilire il potenziale di un mezzo meccanico, non si valuta mai la prestazione del miglior pilota su quel mezzo. Stoner non rappresentava il potenziale della Ducati, Marquez non era il riferimento giusto per valutare la Honda, Razgatlioglu non è l’espressione della potenza di fuoco di BMW in SBK. Per queste valutazioni si osservano sempre le prestazioni delle seconde guide, del pilota sullo stesso mezzo più vicino.
Nel 2024 però KTM vede Acosta ad oggi a quota 110 punti, mentre Binder lo segue ancora da vicino a 108, forte di una certa regolarità di piazzamenti che lo tiene ancora molto vicino al fenomeno spagnolo. Pedro è sesto in classifica, mentre Brad 7°. Davanti a loro ci sono quattro Ducati e l’Aprilia di Vinales. Quindi quale è il valore attuale della KTM? Sulla carta sembra appena dietro Ducati e Aprilia, con la possibilità magari su qualche pista di sperare nel guizzo di Acosta o Binder, perché per quanto riguarda Miller e Fernandez onestamente a questo punto non resta che sperare che facciano pochi danni visto l’andazzo delle prime nove gare. Vista così, appare chiaro che ci sia stata una involuzione della KTM, che nella prossima stagione potrà contare su una lineup impressionante.
Acosta diventerà compagno di Binder, mentre in Tech3 arriveranno Bastianini e Vinales, ovvero due dei cinque piloti che in questo momento sono davanti agli attuali rivali di KTM. Con uno schieramento di questo tipo, è del tutto normale avere ambizioni di alta classifica ma nella MotoGP moderna abbiamo imparato fin troppo bene che senza il giusto mezzo meccanico, neanche un fenomeno riesce a fare la differenza. Il limite è elevatissimo, serve praticamente la perfezione ed in questo momento solo Ducati riesce in questo su quasi ogni tracciato.
La rincorsa di KTM però parte da lontano, precisamente da quando in Austria hanno deciso di pescare in Ducati per assicurarsi i servigi dei migliori sulla piazza. E’ arrivato Francesco Guidotti, che occupa però un ruolo fondamentale per la gestione sportiva, ma non ha peso ovviamente su questioni di carattere tecnico. E’ arrivato Fabiano Sterlacchini, scelto perché uomo di grandissima esperienza in Ducati e pronto a far fare il salto di qualità alla RC16, ma da pochi giorni abbiamo saputo che la sua avventura a Mattighofen è già finita.
Quando è arrivato Miller, si è portato nel box anche Cristhian Pupulin e non sappiamo al momento quale sia il suo futuro in KTM, visto che Trunkerpolz ci ha confermato che ogni pilota in KTM potrà scegliere il suo capotecnico. Carlo Pernat ci ha anche confermato che al fianco di Enea Bastianini ci sarà Alberto Giribuola, alias Pigiamino, il tecnico che è stato con lui dagli esordi in MotoGP seguendolo anche in Gresini. Alberto attualmente ricopre l’incarico di coordinatore dei tecnici nei box KTM, non sappiamo se intendere questo cambiamento come una sorta di retrocessione oppure semplicemente con un nuovo percorso professionale dopo aver riportato ordine nei box arancioni.
A sottolineare quanti dubbi ci siano oggi sul futuro, sono arrivate anche alcune dichiarazioni di Pedro Acosta, che ha affermato di voler approfittare della pausa estiva per recarsi nella Factory austriaca e capire in che direzione stia andando il progetto. Leggendo le sue parole, sembra quasi di rileggere le dichiarazioni di Marc Marquez nel 2023, quando richiamava costantemente sugli attenti la HRC, mica fuffa. Certo, una HRC allo sbando, ma Marc poteva anche farlo dall’alto dei suoi titoli iridati.
A che titolo Acosta vuole andare a Mattighofen per comprendere la direzione tecnica intrapresa dalla Casa? Pedro sa di essere attualmente il centro del progetto, ha creduto a sua volta in KTM rinunciando a qualsiasi altro scenario e probabilmente vuole ricevere rassicurazioni, perché su una nave serve sempre comprendere chi sia davvero al timone ed attualmente forse in KTM questo timone (almeno quello tecnico) non ha ancora un padrone.
Per la MotoGP, per lo spettacolo in pista e per i tifosi, sarebbe fondamentale avere una KTM al top, in grado di tenere testa a Ducati e Aprilia. Forse basterà qualche bella gara per ritrovare fiducia e riprendere a crescere, ma in questo momento la moto austriaca sembra quella messa peggio, almeno tra le europee. Magari la visita di Acosta farà bene, ma se i suoi quesiti non dovessero trovare le risposte sperate, di certo non sarebbe un bel boccone da digerire per un pilota che ha messo il proprio futuro in mano all’azienda austriaca.