In Qatar il primo derby con i colori Gresini tra i due fratelli Marquez è finito 1 e mezzo (contando gara corta e lunga) per Marc. “Diciamo 1 a 0” sorride Alex quando glielo si fa notare. Il minore non si cruccia troppo per la sconfitta in famiglia: “avevamo un passo simile, quello di Pecco un po’ migliore del nostro, ma eravamo entrambi contenti per come era andato il fine settimana”.
Ti ha sorpreso Marc nel suo primo GP sulla Ducati?
“Non troppo perché nell’ultimo giorno di test in Qatar avevamo fatto un long run insieme, finché era caduto, anche se aveva avuto un problema col trasponder e nessuno si era accorto che stava facendo una simulazione di gara. In quell’occasione era stato molto veloce e io sapevo che nel Gran Premio avrebbe messo quello che gli mancava, ha quell’esperienza per tenersi sempre qualcosa in tasca nel test e poi mostrarlo in gara. Un po’ mi ha sorpreso, ma penso stia facendo i passi giusti, è stato solido. Non ha fatto niente di eccezionale, ma tutto giusto e bene per essere alla sua prima gara sulla Ducati”.
È sembrato molto più conservativo del solito.
“Penso che negli ultimi anni sia stato questo il suo approccio. Nell’epoca dei Fantastici 4, l’ultima ora di test era una lotta fra loro per stare davanti, ora è cambiato. Non ha ancora la moto completamente in mano e sapeva che quello era un circuito in cui fare punti. La sua esperienza gli ha permesso di controllarsi, sa che se avrà pazienza a fine hanno avrà maggiori possibilità”.
Il tuo inizio di campionato ti ha soddisfatto?
“Andiamo bene, abbiamo passato il Qatar che era una trappola perché era facile commettere errori. Abbiamo fatto un buon primo fine di settimana e adesso arriviamo a Portimao dove ho sempre fatto dei buoni risultati, è uno dei miei circuiti preferiti, ma non devo ossessionarmi per il risultato. Turno dopo turno vedrò dove sono, cosa c’è da migliorare, e poi porsi degli obiettivi per le gare”.
In che condizioni sei rispetto a un anno fa?
“Abbiamo una base molto buona, soprattutto abbiamo fatto un buon lavoro nell’inverno, quindi abbiamo le idee chiare. Inoltre, essere per il secondo anno con lo stesso team, con gli stessi tecnici, ti dà tranquillità, mi sento fiducioso e posso fare quello che voglio sulla moto. In gara, comunque, può sempre succedere qualcosa, esserci delle cose che ti sfuggono e devi sempre stare attento, un eccesso di fiducia può farti commettere un errore”.
Anche quest’anno sembra ci sia una Coppa Ducati interna al campionato…
“Guardi sempre al tuo compagno di squadra e avere altre 7 moto molto simili alla tua ti permette di sapere dove sei e dove sono gli altri. Non so se chiamarla coppa, su qualsiasi moto vuoi sempre essere il primo. Credo che avere 8 moto sullo schieramento permetta ai piloti di alzare il proprio livello perché c’è molto competizione fra di noi”.
Hai studiato i dati degli altri ducatisti dopo il Qatar?
“Devi sempre considerare dove è un pilota. Pecco era il migliore in frenata perché era davanti e non aveva scia. Io, Marc e Martin a volte frenavamo come lui e altre no perché seguivamo altre moto. Credo che la chiave fosse fare una buona qualifica, un buon primo giro e mettersi davanti”.
Cosa pensi delle voci sul fatto che il team Gresini potrebbe avere una Desmosedici ufficiale il prossimo anno.
“Vediamo, io devo dare il gas. Se il team Gresini mi desse una moto ufficiale, firmerei ora (ride)”.