La Superbike è scesa in pista giovedì e venerdì a Barcellona per una due giorni di test a cui ha partecipato anche Michele Pirro. Il collaudatore Ducati è stato infatti convocato dalla Casa di Borgo Panigale per offrire aiuto ai propri portacolori, specialmente ad Alvaro Bautista, che in questa stagione deve fare i conti con la zavorra per via del nuovo regolamento.
Al termine del test abbiamo intercettato il pilota pugliese, che ci ha spiegato quanto fatto al Montmelò in occasione di questa uscita in terra catalana.
“Erano quasi quattro anni che non guidavo più la Ducati del Mondiale Superbike – ha ricordato – ovviamente il mio compito non era quello di andare alla ricerca crono sul giro secco, ma curare lo sviluppo della moto a seguito delle ultime novità regolamentari. Penso che abbiamo svolto un ottimo lavoro, raccogliendo dati che torneranno certamente utili per il futuro”.
Dando uno sguardo alla classifica, sei arrivato a un secondo e tre decimi da Bulega senza aver montato la SCQ.
“Gli anni passano anche per me, però ci do ancora del gas (sorride). Come ho detto era un po’ di tempo che non guidavo questa Panigale e sono contento nel vedere i miei crono. Oltre ad aver lavorato in termini di sviluppo non abbiamo sfigurato nemmeno nella classifica dei tempi (sorride)”.
Sappiamo che a Barcellona hai provato la Ducati con la zavorra e hai dovuto seguire principalmente Bautista. Cosa hai riscontrato?
“Avevo due varianti a mia disposizione e ho lavorato con i pesi aggiunti. Ovviamente il carattere della moto cambia con la zavorra, perché avere più peso significa avere maggiore massa con cui confrontarti. La moto diventa molto più impegnativa in fase di frenata e anche nei cambi di direzione. Stiamo quindi lavorando per riuscire ad andare oltre questo limite per arrivare ad ottenere la massima competitività”.
Hai parlato con Alvaro?
“Certo! Gli ho detto che a me dovrebbero togliere una gamba per il discorso zavorra (scherza). A parte le battute ci siamo confrontati e capisco bene le sue difficoltà. Il fatto che Alvaro non fosse al 100% della forma lo ha condizionato, ma io sono convinto che molto presto lo vedremo competitivo. Lui ha uno stile MotoGP, molto efficace col pick-up, a differenza di Bulega che preferisce uno stile più tondo nella guida. Detto ciò io penso che lui a Barcellona avrà tutte le carte in regola per puntare alla vittoria. Purtroppo, per colpa della zavorra, Bautista deve fare un maggiore sforzo e il nostro obiettivo è quello di rendergli le cose più semplici”.
Rispetto al 2019 quanto è cambiata la Panigale?
“Penso che la Ducati V4 sia una moto sincera e facile, che ti consente di arrivare ad avere un grande potenziale. In confronto a quattro anni fa la moto oggi è certamente più equilibrata, perché offre a tutti i piloti la possibilità di essere competitivi mentre all’inizio solo Bautista riusciva a fare la differenza. Adesso possiamo vedere molto forti i vari Bulega, Iannone e Petrucci”.
Quanto è grande il salto dal collaudare una MotoGP a una Superbike?
“Ovviamente in MotoGP hai più libertà d’azione mentre qua in Superbike la finestra di intervento è più ristretta. Diciamo che io sono qua per rompere un po’ le scatole, cercando magari esplorare alcune aree su cui il regolamento consente di intervenire portando alcuni sviluppi della MotoGP. Alla fine la filosofia di Ducati e quella di una forte collaborazione tra la MotoGP e la Superbike e per il futuro mi piacerebbe portare il meglio della MotoGP sulla Superbike in base a ciò che è possibile”.