Tra warning e sanzioni, come quella che è costata il secondo posto a Valencia a Fabio Di Giannantonio, la pressione delle gomme ha fatto parlare di sé nella seconda parte della scorsa stagione di MotoGP, cambiando i risultati di diverse gare. Entrata in vigore a partire da Silverstone per ragioni di sicurezza, la norma stabilisce che gli pneumatici debbano rispettare una pressione minima di 1,9 bar all’anteriore e di 1,7 bar al posteriore, da tenere per il 30% della distanza della gara sprint e per il 50% di quella domenicale. Ma il mantenimento della giusta pressione si è rivelato piuttosto problematico per i piloti, che hanno lamentato più volte una certa difficoltà nel tenere bassa la pressione delle loro gomme stando in scia agli avversari.
Una situazione che non piace a Pit Beirer, ma il Direttore del Motorsport di KTM non vuole incolpare la Michelin, azienda produttrice degli pneumatici, puntando invece il dito verso l’attuale configurazione delle MotoGP.
“Il problema della pressione degli pneumatici non ha nulla a che fare con le specifiche del produttore, perché Michelin fornisce ottimi pneumatici alla MotoGP. Bisogna pensare al carico eccessivo a cui è sottoposto un pneumatico anteriore di MotoGP quando un pilota viaggia a 350 km/h, la ruota posteriore si solleva e lui riesce comunque a far girare la moto - ha affermato l’ex pilota austriaco in un’intervista a Speedweek - Ciò che abbiamo in MotoGP in termini di mescole, carcasse e costruzione è quanto di più ingegnoso possa esistere nella costruzione di uno pneumatico da corsa. E se il produttore dice che il limite anteriore è di 1,88 bar, noi non vogliamo scendere al di sotto di quel valore. La ragione per cui la pressione degli pneumatici è così difficile da controllare è da ricercare altrove”.
Scagionata la Michelin, Beirer ha spiegato perché bisogna ritenere l’aerodinamica e i dispositivi d’altezza i veri responsabili dei problemi di gestione della pressione delle gomme.
“Il problema ha a che fare con il fatto che abbiamo costruito quasi delle piccole auto da corsa in termini di aerodinamica e la causa è da ricercare nel fatto che la finestra in cui l’aria non riesce più a raffreddare gli pneumatici è molto ampia quando si guida dietro a un’altra moto - ha analizzato - Questo problema, di cui si discute da mesi, è causato dai dispositivi di altezza che, in combinazione con i pacchetti aerodinamici, aggravano il problema della pressione degli pneumatici”.
Proprio questa è la ragione per cui il Direttore del Motorsport di KMT ritiene che modificare i valori attuali non servirà in alcun modo a risolvere la questione.
“Se cambiamo il limite di pressione degli pneumatici, tutti andranno di nuovo più veloci, quindi gli pneumatici si surriscalderanno ancora di più - ha affermato il 51enne - Ora si discute se sia il caso o meno di abbassare la pressione degli pneumatici anteriori di un decimo. A mio parere, il problema non si risolverà permettendo una pressione della gomma anteriore inferiore di 0,1 bar rispetto a prima”.