La giornata di test a Valencia del 28 novembre ha dato inizio al nuovo capitolo della carriera di Luca Marini, approdato in Honda dopo tre anni in MotoGP con la Ducati del team VR46. Una scelta coraggiosa quella del marchigiano, chiamato a sostituire un pilota della caratura di Marc Marquez, montando in sella a quella che è considerata da tutti la peggior moto dello schieramento.
Per questo, nemmeno i segnali incoraggianti mostrati da Marini al debutto in sella alla RC213V sono bastati a convincere Jorge Lorenzo, interpellato dalla testata spagnola AS in merito al passaggio di Luca in Honda. “Sportivamente, penso che sia un errore - ha ammesso il cinque volte iridato - Credo che la situazione disperata della Honda abbia creato un’opportunità contrattuale ed economica per Marini, il quale sarebbe probabilmente rimasto con la Mooney VR46, che era difficile per lui da rifiutare”.
Difficile rinunciare a un accordo biennale con il marchio più blasonato del paddock, ma Lorenzo, trovandosi nei panni di Marini, avrebbe dato: “più priorità ad avere la moto migliore per mostrare il potenziale e vincere un campionato perché, quando poi lo vinci, il tuo valore come pilota sarà sempre più alto - ha spiegato - Cambiare per soldi o per una sfida con una moto che, in linea di massima, è peggiore di quella che hai è complicato. Molti piloti si sono fatti male in questa maniera”.
Lo sa per esperienza il pilota maiorchino, il cui ritiro dalla MotoGP al termine del 2019 è stato indotto proprio dalle numerose cadute sofferte nella sua stagione d’esordio con i colori del team Repsol Honda. tra le quali spicca l’infortunio riportato in un incidente ad Assen, che lo ha costretto a saltare i successivi tre appuntamenti di campionato.
“Per me è un errore in termini di risultati. Avrà difficoltà, farà molte cadute” ha continuato l’iberico. Pur ammettendo che “potrei sbagliarmi”, il 36enne ha espresso infatti grossi dubbi sull’adattamento di Marini alla RC213V e sulle possibilità che lo sviluppo in atto porti la Honda a diventare in breve tempo una moto abbastanza competitiva da permettere all’italiano di vincere il Mondiale.
“Lui ha già 26 anni e non è facile immaginare che la Honda possa essere la moto migliore tra due o tre anni” ha osservato Jorge, passando poi in rassegna le difficoltà che Luca si troverà ad affrontare in sella al prototipo giapponese: “La Ducati e la Honda sono agli antipodi in termini di confidenza con la ruota anteriore e non so come farà a stare su quella moto. È un pilota molto alto e la Honda è una delle moto più piccole della griglia. Dovranno apportare delle modifiche importanti per Marini, che è alto quasi 1,90 m. Io stesso, che sono 1,72 m, mi sentivo molto a disagio con le gambe”.