La faida tra Marc Marquez e Valentino Rossi scoppiata nel 2015, e costata secondo i suoi tifosi il decimo titolo al campione di Tavullia, è rimasta una ferita aperta per la Yamaha. Al punto che quattro anni più tardi la Casa di Iwata ha deciso di mettere un veto all’ingaggio di Alex Marquez da parte del Sepang Racing Team di Razlan Razali, pur di impedire a un membro della famiglia Marquez di correre con una M1. È proprio questo lo scenario che emerge da “Alex”, il documentario rilasciato mercoledì 06 dicembre da DAZN, dedicato alla figura del pilota di Cervera, fratello minore dell’otto volte iridato.
“Il 2019 era il mio quinto anno in Moto2 ed ero già stato criticato per questo. Erano anni che volevo salire in MotoGP e a metà stagione, a Brno, mi è stato offerto di fare un anno in Moto2 e credo due in MotoGP con la Yamaha Petronas. Era una moto che mi piaceva e che pensavo potesse andare bene per il mio stile di guida, ma per ‘x’ motivi non ha funzionato. Non direi che sia stato un veto, ma non c'è stato l’ok da parte della Yamaha - ha raccontato Alex nell’omonimo documentario - Hanno dato l’ok all’anno in Moto2 con Petronas, ma non ai due anni in MotoGP. È stato tutto molto veloce, da una settimana all’altra, ma quando ho visto questa situazione, ho deciso con la mia squadra di non farlo e di restare per un altro anno con il team Marc VDS”.
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Nemmeno Razlan Razali ha fatto mistero del suo interesse nei confronti del campione 2014 della classe Moto3, messo sotto contratto dal Sepang Racing Team prima dell’intromissione dei vertici Yamaha.
“Ero il team manager del Petronas Sepang Racing Team. Nel 2019 avevamo una moto in Moto2, ma la Dorna ci ha dato un altro posto per la stagione 2020. Mi piace Alex Marquez ed era nella mia lista di candidati. Così abbiamo avuto alcuni incontri segreti e abbiamo firmato nel motorhome dei Marquez per farlo correre con noi per un anno in Moto2 e poi portare Alex con noi in MotoGP nel 2021, quando Fabio Quartararo sarebbe passato nel team ufficiale” ha spiegato il malese, entrando più nel dettaglio dell’accaduto: “Abbiamo effettivamente firmato il contratto nell’agosto del 2019 alle 22:00. Ho detto alla Yamaha che volevo ingaggiare Alex Marquez per la Moto2 e poi per la MotoGP. La Yamaha mi ha risposto: ‘No, nessun membro della famiglia Marquez può venire in Yamaha’. Ho detto: ‘Perché? Questa è la mia squadra...’. È stato a causa di Marc Marquez e di quello che è successo nel 2015. Per loro è diventata una questione personale”.
Vera e propria causa dell’esclusione del fratello Alex dai piani della Yamaha per la MotoGP, anche Marc Marquez è intervenuto nel corso del documentario, fornendo il proprio punto di vista sulla questione.
“Il contratto è stato firmato nel nostro motorhome a Brno 2019. Per quanto ne so, quando il nome di mio fratello è arrivato nel box Yamaha hanno posto il veto, anche se si trattava di un team satellite, visto che non aveva firmato con la Yamaha ma con la Petronas. Più che la rivalità con Valentino Rossi, è stata la rivalità con la Yamaha - ha commentato il 30enne spagnolo - Ho sempre avuto una rivalità con la Yamaha, con Lin Jarvis non abbiamo mai parlato molto. È triste che nel paddock accadano queste cose, perché non importa quanto si sia parenti o amici, bisogna differenziare le cose. E posso dire che molti amici si parlano in maniera più tecnica di quanto facciamo io e mio fratello”.