Sullo sfondo della sfida per il titolo tra Pecco e Martin, nel cielo scuro del Qatar i riflettori hanno illuminato anche un'altra storia, quella della prima vittoria in MotoGP di Fabio Di Giannantonio.
Una sorta di favola, di corsa contro il tempo quella del romano, che ad un GP dal termine del campionato è ancora in cerca di una sella per il prossimo anno. Dopo le molte voci che si erano rincorse nelle ultime settimane, scalzato dall'arrivo irruento di un Marc Marquez in fuga dalla Honda, il pilota Gresini è stato il primo tassello di un domino incontrollato in cui piloti e contratti hanno cominciato a muoversi in modo imprevedibile.
Al pilota romano non restava quindi altra arma se non quella dei risultati, e sul circuito di Losail il numero 49 non ha tradito le aspettative incalzando persino il campione del mondo in carica. Una vittoria quella di Fabio dal sapore dolceamaro, dolce per il risultato in sé, amaro per la consapevolezza di poter meritare una sella in una MotoGP che, almeno per ora, non sembra volerlo tra le sue fila.
Come descrivere la tua prima vittoria in MotoGP qui in Qatar?
"Prima ridevo pensando alla chiamata che avrò con mio padre tra poco - racconta col sorriso Fabio - riesce sempre a trasmettermi una grande energia. Ora sono più rilassato ma solo perché non ho ancora assimilato quello che è appena successo".
L'emozione è chiaramente tanta per il pilota romano.
"E' un qualcosa di pazzesco, credo che domani comincerò a rendermene conto per davvero. E' un qualcosa a cui abbiamo lavorato duramente e a lungo, era il mio sogno sin da bambino di essere, almeno per un giorno, il campione in MotoGP. Oggi sono stato il più veloce in Qatar. Riguardando i dati del mio ultimo giro è stato pieno di errori, ero troppo emozionato cercando di razionalizzare quello che stava succedendo. Pagherei tutti i soldi del mondo per rivivere quel momento all'infinito".
A fine gara molti piloti sono venuti a congratularsi con te.
"E' una cosa bellissima, mi ha sorpreso molto. Non mi aspettavo di ricevere tanto calore dai miei avversari, forse significa che anche io sono riuscito a lasciare qualcosa di positivo, è un qualcosa che conta molto e li ringrazio per quel momento, non era scontato".
Sei stato veloce per tutto il weekend, la partenza dalla prima fila, poi il podio nella sprint, eri fiducioso di poter ottenere la vittoria oggi?
"Voglio essere onesto e dirò quello che penso. Dopo la Malesia qualcosa riguardo al mio futuro è cambiato e non in positivo. Sono tornato a casa arrabbiato, ma di una rabbia positiva. Ne ho parlato poche volte e con poche persone fidate e ho detto loro che in Qatar avrei vinto, e tutti mi hanno consigliato di non dirlo per scaramanzia, ma io ne ero convinto. Poi è chiaro che quando si inizia un weekend di gara sono molte le cose da fare affinché accada veramente, ma è successo, ce l'abbiamo fatta".
Hai parlato della rabbia che hai provato dopo la Malesia. E' incredibile che dopo un weekend del genere tu non abbia una sella per il prossimo anno.
"Ne ho parlato così tante volte che sono quasi stanco di ripeterlo, ma ciò che sta accadendo ora in MotoGP è surreale. Sono al mio secondo anno in MotoGP e secondo il mio punto di vista i miei miglioramenti coincidono con le tempistiche che normalmente si hanno in questa categoria. Penso che non sia facile competere qui e ci vuole tempo per lavorare e migliorarsi gara dopo gara. Quando sono rimasto senza sella dopo l'arrivo di Marc in Gresini c'è stato un tira e molla, ogni qualvolta mi avvicinavo ad una soluzione per il mio futuro, poco dopo la perdevo. A quel punto ho smesso di pensarci e ho pensato solo a fare del mio meglio in gara, è l'unica arma che mi è rimasta giunti a questo punto".
Una vittoria non facile la tua, conquistata anche con un sorpasso sul campione in carica, in quel momento in testa alla gara.
"E' stato difficile, è un campione del mondo e di gare ne ha già vinte molte. Sa perfettamente come gestire una situazione come quella di oggi, mentre io dal canto mio dovevo stare attento a non commettere errori stupidi, non volevo rovinare la gara a nessuno. Mi sono accorto di avere qualcosa in più oggi e dopo il sorpasso mi è dispiaciuto perché sapevo di avergli tolto dei punti preziosi - ammette poi il romano - ma in quel momento ho visto la chance di conquistare la mia prima vittoria in MotoGP. Credo sia stato un sorpasso pulito".
Alcuni anni fa fece scalpore la famosa "mappa 8" tra Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso. Oggi sul tuo dashboard l'abbiamo rivista, cosa significava per te?
"Era tutto un piano per confondervi! - scherza Fabio - avevamo pianificato nel dettaglio tutta la gara e giunti a quel punto, agli ultimi giri, quel segnale voleva soltanto dire di dare il massimo. C'è stato un momento della gara in cui ho anche avuto delle difficoltà, non vedevo i messaggi e non capivo a che giro fossi, ma quando ho visto quel messaggio ho capito che era il momento di provare la mossa su Pecco".
Chi ti sostituirà ora su quella sella, troverà una moto che hai portato sul gradino più alto del podio.
"Non c'è molto da aggiungere su questo. (Marc) troverà un pacchetto performante, una moto davvero competitiva e credo che avrà tutte le carte in regola per giocarsi un altro titolo".
C'è la speranza che questo risultato cambi le carte in tavola per il tuo futuro?
"Non so risponderti, ma penso che oggi in MotoGP ci sia troppa fretta. I contratti sembra non abbiano più alcun valore, è stata una situazione veramente strana la mia. Spero che la vittoria di oggi possa aiutare il mio manager. Ovviamente auguro a tutti gli altri piloti di avere delle lunghe carriere, però credo di aver fatto dei buoni risultati, forse un filo meglio di altri, eppure sono io quello rimasto senza una sella mentre altri hanno dei contratti firmati già da maggio. Purtroppo sono la vittima di un effetto domino innescato da Marc".
La tua è stata una stagione particolare, ma con una crescita ora evidente a tutti.
"La motoGP è innanzitutto duro lavoro, è un processo che richiede tempo. Si tratta di perfezionare ogni singola parte della moto e del proprio stile di guida. Si gareggia contro i piloti migliori del mondo, contro i team migliori, e non è facile. Il bilancio del mio anno da rookie è stato uno zero, quindi quest'anno ho ricominciato dal principio, da una pagina bianca. Grazie a Frankie Carchedi ho iniziato a capire come gestire questa moto, mi ha spiegato come sistemare ogni singolo dettaglio nel mio stile di guida, e tutto questo ha richiesto del tempo. Naturalmente ci sono piloti che riescono subito ad andare a podio, ma noi abbiamo lavorato bene tutta la stagione e i risultati sono arrivati. Bisogna avere fiducia nel processo".
Questa vittoria ora ti permetterà di affrontare l'ultimo GP a Valencia con un po più di respiro ora?
"Da un punto di vista personale, si. Nessuno può rubarti i risultati, per il resto della mia vita quando penserò al Qatar 2023 sarà la gara in cui ho vinto. Sarò sempre orgoglioso di questo risultato, ma non sarò del tutto libero da pensieri. E' chiaro che come i piloti qui al mio fianco, il mio sogno è di continuare a correre e competere con queste moto, a questi livelli, di vivere grazie a questo lavoro che è innanzitutto una passione. Sarò libero se e quando firmerò un contratto per il 2024, ma per ora voglio soltanto godermi questo momento, potrebbe rivelarsi l'ultimo o forse no".