A Jerez è cominciato il nuovo capitolo della carriera di Axel Bassani, che nel 2024 vestirà i colori del Kawasaki Racing Team, dopo tre anni in sella alla Panigale V4 del team Motocorsa. Un passo in avanti per il 24enne di Feltre, che dallo stand di Brenta all’Eicma ci ha parlato della sua prima presa di contatto con la Ninja ZX-10RR e di quello che lo aspetta nella sua prima stagione da pilota ufficiale.
“Correre per un team ufficiale è sempre stato uno dei miei obiettivi e per me è un onore arrivarci con Kawasaki, che è un grande marchio e una gran squadra del Mondiale Superbike - ha ammesso - Spero di essere all’altezza e metterò tutto quello che posso e tutta l’esperienza che ho accumulato in questi tre anni in SBK, per cercare di fare il meglio possibile”.
Indossando la casacca da ufficiale, è cambiato qualcosa dentro di te?
“No. Io ho sempre cercato di essere il più professionale possibile e dare il meglio me, quindi non mi sembra sia cambiato nulla per me. Poi, ovviamente, hai molta più gente intorno, corri per una Casa, e forse c’è più responsabilità, ma io la pressione la sento uguale, perché cerco sempre di fare il meglio che posso”.
Tu eri abituato a correre da solo con Motocorsa, come è adesso avere un compagno di squadra? Come ti sei trovato con Lowes?
“Io e Alex non abbiamo lavorato molto insieme, però mi sono trovato molto bene con lui. È un ragazzo tranquillo e penso potremo fare bene insieme. Sicuramente è strano avere un compagno di squadra dopo tanto tempo, ma può essere anche un aiuto, perché lo sviluppo della moto procede molto più velocemente se si lavora nella stessa direzione. Dobbiamo essere bravi ad andare d’accordo e cercare di fare il meglio possibile per Kawasaki”.
Quanto è grande il salto dalla Ducati alla Kawasaki e quali sono i punti di forza della Ninja?
“È un’altra moto. Cambia tutto, a partire dal motore che è un quattro cilindri in linea. Io vengo da un V4, quindi cambiano un po’ lo stile e l’erogazione, però ha i suoi punti di forza. La moto è molto guidabile, reagisce bene e ti permette anche di fare qualche errore in più. Però ci dobbiamo lavorare, perché arrivo da tre anni sulla Ducati, che è stata la mia prima vera SBK, quindi devo cercare di adattarmi alla Kawasaki e adattare la moto al mio stile di guida. Dobbiamo stare calmi questo inverno, cercare tutto quello che ci serve e arrivare pronti in Australia”.
Quale aspetto ti ha colpito di più?
“Dicevano che è una moto che non ha tanta potenza, invece per me di potenza ce n’è e anche molta. Sono abbastanza tranquillo, perché ho capito quello che mi serve e speriamo di trovare una soluzione”.
In tanti pensano che partirai indietro e ti troverai a rincorrere nel 2024. È davvero così o pensi di partire subito competitivo?
“Può essere. Nel test non abbiamo usato gomme da qualifica, non abbiamo mai cercato il tempo, quindi sono abbastanza tranquillo. Sicuramente non partiamo per vincere la prima gara, ma per un progetto a lungo termine e dobbiamo crescere durante la stagione. Non dobbiamo fare i fighi e pensare di spaccare il Mondo, perché non è così che si fa”.
Ogni tanto pensi al fatto che stai raccogliendo l’eredità di Jonathan Rea?
“No, penso che Johnny abbia fatto il suo lavoro in Kawasaki. Ha vinto sei Mondiali consecutivi, cosa che non ha mai fatto nessuno, e adesso è ‘il mio turno’ e cerco di fare la mia storia. Ognuno ha la sua parte storia da scrivere e spero di scrivere la mia, nel miglior modo possibile, con Kawasaki”.