Phillip Island nel 2023 verrà ricordata per due eventi, la pioggia ed il vento incessanti che hanno fermato persino la MotoGP, e la vittoria, a metà punti, di Tony Arbolino, che sotto gli strali del meteo avverso ha resistito a denti stretti mentre i suoi rivali perdevano il controllo dei propri mezzi contro "il ruggito di Phillip Island".
Una vittoria quello dello "squalo" di Garbagnate che si faceva attendere da Le Mans, quando a inizio stagione il pilota del team Marc VDS aveva messo le due ruote in classifica davanti all'enfant prodige Acosta. A quattro gare dal termine del campionato, Arbolino è ancora il principale rivale dello spagnolo nella corsa verso il titolo, cinquantasei i punti che li separano, ma il Tiburon preferisce correre con la moto più che col pensiero, la passione, il lavoro e l'umiltà le sue parole chiave.
Prima che la gara venisse interrotta, l'italiano conduceva una gara in solitaria con un grosso margine.
"Le condizioni della pista erano davvero terribili - esordisce Tony - è vero che stavo guadagnando molto terreno ma ho anche rischiato molto, ci sono stati diversi episodi in cui ho temuto di cadere. Il feeling sin dai primi giri era ottimo, ho capito subito che avrei potuto essere competitivo. L'unico peccato di questa giornata è che i punti assegnati siano la metà. Le regole sono le regole, ma è pur sempre una vittoria, prima della bandiera rossa le condizioni sul tracciato erano oltre il limite, il rischio era alto sopratutto nel primo settore, il mio unico pensiero in quegli ultimi giri è stato di portare la vittoria a casa".
Prima della bandiera rossa avevi accumulato ben 15 secondi di vantaggio, eri da solo contro la tempesta.
"Si oggi in gara mi sentivo davvero bene, sul bagnato avevo buone sensazioni, le avevo anche sull'asciutto ma forse non al livello di Aldeguer che in questo weekend era su un altro livello. Sono cose che bisogna accettare. La chiave è essere positivi, umili e continuare a lavorare bene, i risultati e le cose belle arriveranno".
Il pilota del team Marc VDS ha vissuto in prima persona l'aggravarsi delle condizioni meteo a Phillip Island.
"All'inizio si trattava solo di un po di vento e pioggia, il tracciato ha iniziato a perdere aderenza, ad ogni giro le cose peggioravano, proseguire sarebbe stato davvero pericoloso".
In particolare alcune curve si sono rivelate pericolose, come la 4 o la 7, e molti sono stati i piloti finiti a terra dopo neanche metà gara. Mentre la MotoGP però è stata spostata al sabato, i ragazzi della Moto2 sono dovuti salire in sella alla domenica come da programma. Una premura non concessa che fa riflettere.
"Personalmente il punto più rischioso del tracciato è stata l'uscita alla curva 1. E' vero, a volte sentiamo di contare meno come classe rispetto alla MotoGP, ma in fondo forse è giusto così, la MotoGP è la categoria più importante. Del resto è l'obiettivo di tutti noi piloti arrivarci. Se le condizioni fossero rimaste quelle dei primi giri avremmo concluso la gara, non era peggiore della Thailandia lo scorso anno. E' stata una decisione che abbiamo accettato".
Una vittoria, quella di Tony, che gli sfuggiva da Le Mans, e che arriva dopo aver affrontato anche qualche difficoltà.
"Si si è fatta aspettare - scherza lo squalo - in questa stagione abbiamo avuto degli alti e bassi, era un qualcosa che ci serviva davvero. Alla fine è stata una vittoria sofferta, le condizioni erano difficili per tutti, quindi sono molto orgoglioso di come ho gestito la gara... certo prendere solo metà punti è stata una mezza fregatura, ma tocca accettarlo!", scherza ancora.
Punti preziosi quindi, anche se dimezzati, a quattro gare dalla fine, in un'ottica di campionato che vede Arbolino come il principale contendente al titolo dietro ad Acosta, che a Phillip Island partiva dalle retrovie dopo un errore nel giro di allineamento.
"Per me l'importante è solo fare bene in gara come abbiamo fatto oggi, non penso troppo al campionato né ad Acosta, dobbiamo concentrarci solo sulla nostra performance. Mi piacerebbe però avere qualche testa a testa con lui sull'asciutto".
La firma per il prossimo anno con Marc VDS sembra aver cementato, per ora, le aspirazioni del pilota di Garbagnate di approdare nella MotoGP. Una frenata che potrebbe aver influito, forse, su alcune prestazioni in questa seconda metà di campionato.
"E' possibile, tutto può avere una influenza in questo mondo - confessa poi Tony - ma penso anche che sarebbe stato difficile fare di più di quanto abbiamo fatto quest'anno. A inizio anno siamo partiti alla grandissima, a metà stagione sappiamo bene di aver commesso anche degli errori ma fa parte del gioco".
Un'ultima battuta: sei lo squalo di Garbagnate, quale gara migliore di questa, sul bagnato, per una vittoria. Avresti davvero continuato a correre senza la bandiera rossa?
"Ahah - ride - ma il vero squalo preferisce comunque correre sull'asciutto! Però in quel momento non avrei voluto affatto fermarmi, anche se era rischioso. Correre è la mia passione, farlo da leader di una gara.. non vorresti che finisse mai".